A cantiere aperto: il futuro della cantieristica
In una tavola rotonda a Tursi

La situazione e le prospettive del settore in Italia, per mettere la vicenda genovese in un’ottica nazionale mentre prosegue l’impegno dell’Amministrazione e della città per avere risposte certe sul destino di Sestri Ponente

foto R.Cecconi
Genova in questi mesi ha dimostrato a tutti i livelli la propria determinazione nel difendere i suoi cantieri, ma un settore così cruciale per lo sviluppo economico ed occupazionale della città può trovare risposte solo nell’ambito di una riflessione generale sul ruolo strategico della cantieristica per l’economia nazionale e per la salvaguardia dei posti di lavoro.

Se ne è ragionato nel Salone di Rappresentanza di Palazzo Tursi, alla presenza del sindaco Marco Doria, nel corso di una tavola rotonda intitolata significativamente “A cantiere aperto. Ribaltamento: dal rischio chiusura allo sviluppo della cantieristica in Italia”. L’intenzione è stata infatti quella di approfondire il tema in un momento di relativa calma nella vicenda di Sestri Ponente, mentre il cantiere è regolarmente all’opera e pare prossimo l’inizio del lavori per il ribaltamento a mare; ma comunque in una situazione  di permanente attenzione.
In sala erano presenti molti lavoratori, mentre il tavolo dei relatori rappresentava con completezza le parti in causa: il Comune, rappresentato Francesco Oddone, assessore allo sviluppo economico; l’azienda, con la presenza di Sandro Scarrone, presidente della società Cetena del gruppo Fincantieri; i lavoratori, cui ha dato voce Giulio Troccoli, delle rappresentanze sindacali unitarie di Fincantieri.

Prima della conversazione fra di loro, moderata da Massimo Minella, giornalista di Repubblica, il Sindaco ha ribadito come non si possa pensare a Genova senza la presenza del settore cantieristico (e più in generale non si possa pensare all’Italia senza una seria politica di mantenimento e rafforzamento del settore industriale): in una situazione non facile, con ridimensionamenti inevitabili e con la necessità di un rinnovamento profondo, ma pur sempre con un ruolo di primo piano all’interno di una visione complessiva della città, anche per preservare il patrimonio di competenza dei lavoratori dei nostri cantieri. Per questo si è pensato a un momento di approfondimento e di confronto che non vuole essere rituale ed episodico, ma il segno di un’attenzione e una ricerca continue.

Per inserire la riflessione sulla situazione genovese in un contesto più ampio, il professor Claudio Ferrari dell’Università di Genova ha presentato una relazione con numeri e tendenze del settore a livello internazionale. Il quadro emerso non è dei più confortanti. Appare infatti come il settore delle costruzioni navali e delle attività connesse regga e mostri segni di ripresa soprattutto nel segmento che si occupa di grandi navi a basso contenuto tecnico (come le sempre più grandi portacontainer o i cargo), tradizionalmente appannaggio dei paesi in via di sviluppo e dell’Estremo Oriente; mentre il settore delle navi più qualificate, come navi da crociera, traghetti e naviglio collegato alla chimica, che è quello dove le professionalità e le competenze italiane ed europee sono ancora protagoniste, mostra oscillazioni anche molto sensibili dal punto di vista della crescita ed una ripresa ampiamente insufficiente (gli ordini di navi di questo tipo nel 2011 sono stati il doppio del 2010, ma la metà di quanto ordinato nel 2007).
Inoltre, anche i cantieri cinesi e giapponesi si stanno affacciando sul mercato delle navi da crociera, rappresentando una minaccia sul piano dei costi di produzione (dove Italia ed Europa non sono disponibili ad accettare una competizione basata solamente sul costo del lavoro).
La risposta dell’industria cantieristica italiana deve basarsi sulla grande professionalità e sulla qualità garantita dalla creatività Made in Italy, sulla capacità di innovare, sperimentare e diversificare la produzione, con particolare attenzione agli aspetti ambientali, su una rinnovata aggressività commerciale internazionale e su forti politiche, che devono basarsi sull’incentivazione alla sostituzione delle flotte, sul supporto al credito, sul sostegno al lavoro per un settore che ha andamenti ciclici lunghi.

Su questa base, la conversazione fra i partecipanti alla Tavola Rotonda è stata serrata e concreta. L’assessore Oddone ha ribadito l’impegno dell’Amministrazione nel fare ciò che le compete, cioè lavorare a creare localmente le migliori condizioni per garantire efficienza. Da questo punto di vista è massima la vigilanza su tempi e modi del ribaltamento a mare, opera fondamentale, irrinunciabile e non procrastinabile, per cui Autorità Portuale è all’opera e dovrebbe portare risultati a breve ma che il Comune sorveglia con attenzione. Ha inoltre sottolineato come, anche grazie alla mediazione del Comune,Genova possa rappresentare un modello a livello italiano e non solo su come si possono gestire le grandi vertenze legate agli stabilimenti industriali.

Scarrone, per conto di Cetena/Finmeccanica, pur aggiungendo altri dati non rassicuranti sullo stato di salute del settore, ha ribadito la disponibilità a proseguire sulla strada delle sperimentazioni di prototipi e dell’innovazione, come dimostrato da parte dell’azienda che ha impegnato soprattutto Sestri in produzioni diversificate: l’ultima Princess prodotta offre 155 soluzioni innovative sul piano dei consumi energetici (e di conseguenza sia sulla riduzione dei costi che su quella delle emissioni in atmosfera); Cetena è impegnata con il Politecnico di Torino in una sperimentazione legata alla produzione eolica offshore per le isole minori; ed ha presentato di recente ai comuni di Genova e Napoli una propria sperimentazione sul progetto PlasMare, una piattaforma dedicata allo smaltimento dei rifiuti offshore attraverso una tecnologia legata al plasma. Per proseguire su questa strada sono necessari il ribaltamento a mare e la prosecuzione del’impegno dei lavoratori sul piano dell’efficienza.

Da questo punto di vista Troccoli, in rappresentanza dei sindacati, ha sottolineato l’impegno ed il senso di responsabilità dimostrato dai lavoratori, che stanno rispettando tutto quanto previsto dall’accordo fatto con l’azienda a inizio 2012 raggiungendo gli obiettivi previsti per produttività ed efficienza, consapevoli del fatto che la crisi del settore è reale e l’azienda affronta difficoltà serie. Acquisito che le navi da crociera sono il settore in cui l’azienda e l’Italia hanno ancora un ruolo rilevante, pur di impegnare appieno la propria capacità produttiva i lavoratori del cantiere non si sono tirati indietro davanti a nessuno proposta di produzione, accettando l’innovazione ed anche il confronto con settori e prodotti meno qualificati. Per continuare a lavorare sui prodotti di grande qualità, evidentemente, resta centrale  l’inizio dei lavori per il ribaltamento.

In chiusura il Sindaco ha confermato che l’Amministrazione è pienamente impegnata nel continuare a seguire la vicenda, svolgendo appieno il proprio ruolo ma sapendo che non tutto può ricadere nelle sue responsabilità. Da questo punto di vista è fondamentale indurre il governo a stanziare davvero e rapidamente i finanziamenti per il ribaltamento e ad orientare le proprie strategie di spesa, per quanto oculate e sobrie visti i tempi, nella direzione del sostegno sistematico alla ricerca per l’innovazione.
In gioco è la costruzione del futuro della città.
18 ottobre 2012
Ultimo aggiornamento: 12/01/2016
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