La scomparsa di un giovane clochard tedesco, morto a causa del freddo intenso, e altre patologie, la settimana scorsa in Centro a Genova, ha indotto alcuni consiglieri a rivolgere, all’assessore ai Servizi Sociali Renata Paola Dameri, una domanda sulla situazione degli homeless nella nostra città. “Il Comune – ha detto l’assessore – non ha ridotto l'attenzione per le persone senza fissa dimora, ai quali offre, oltre ad un posto dove dormire, una rete di aiuti che va dai centri di ascolto, ai pasti, alle docce”. L’elenco comprende 158 posti di accoglienza aperti tutto l’anno, due centri d’ascolto diurno con palestra e lavoro (scuola di cucito per ex detenute), mensa cittadina capace di confezionare 200 pasti al giorno e 100 colazioni, uso di lavatrici e docce (nel 2012 ne sono state erogate 18.800). Quando il freddo si fa più intenso e la temperatura percepita precipita sotto lo zero, il Comune organizza in via delle Fontane 40 posti letto di emergenza, e la Asl 15 posti presso l’Ospedale San Martino. “Purtroppo – ha concluso Dameri – siamo di fronte all’indiscutibile aumento del fenomeno dei senza dimora, che oggi comprende, oltre ai classici clochard, gli stranieri e gli italiani con storie difficili di separazione, perdita di lavoro e momenti di crisi individuali che, senza un aiuto, diventano irreversibili”. Il costo complessivo sostenuto dal Comune nel 2012 per i senza dimora è stato di 1.788.342, 47 euro.
Sono ormai ingiallite le palizzate che cingono il cantiere della copertura del Bisagno alla Foce. Lavori fermi con le classiche “quattro frecce” a causa di un contenzioso giudiziario tra l’impresa che ha vinto l’appalto e i suoi concorrenti che vorrebbero la “rivincita”. Una vicenda tutta italiana che costringe da mesi i genovesi a fare le gimcane per uscire dal cuore della city con l’auto. L’assessore all’Ambiente, Valeria Garotta, alle domande dei consiglieri, indignati per i ritardi accumulati dai lavori, ha risposto così: “ A seguito dell’accoglimento da parte del Tar del ricorso presentato da due imprese escluse dalla gara, tutti i provvedimenti per aggiudicare l’appalto e iniziare i lavori sono stati annullati. Il 7 di febbraio, con le motivazioni, sapremo se si tratta di una censura alle scelte o di procedure illegittime in sede di nomina della commissione giudicatrice”. L’altalena dei corsi e ricorsi, al Consiglio di Stato in questo caso, porterà ancora più avanti la data di inizio lavori e la procedura di appalto rimarrà congelata sino a metà maggio. Nel frattempo gli uffici della Mobilità del Comune stanno valutando se mantenere immutato l’attuale assetto in via Barabino o ripristinare temporaneamente la vecchia viabilità.
La canzone di Marinella di De Andrè non c’entra nulla. La Marinella di cui si è parlato oggi in Aula Rossa è il bar-ristorante della passeggiata Anita Garibaldi a Nervi, una struttura che accusa i segni del tempo, dell’erosione del mare e dell’incuria dell'uomo. Sorge su una delle scogliere più suggestive, famose e frequentate del nostro Paese, ma ora rischia, dopo i fasti del passato, lo stato di abbandono da quando gli ultimi gestori hanno fatto le valige due mesi fa. Il perché lo spiega l’assessore al Bilancio, Francesco Miceli: “ L’immobile risale al 1930 ed è stato incamerato dalla Stato nel 1964. La concessione scade nel 2015 e nel 2007 la legge finanziaria ha imposto un canone a valore di mercato a tutte le concessioni demaniali con finalità turistico-ricreative. Di conseguenza, l’importo da versare annualmente, che il Comune incassa per conto dello Stato, ha toccato quota 106 mila euro circa. Il concessionario ha presentato ricorso in Tribunale contro l’entità del canone calcolata dal Comune, sono seguite alcune sentenze che, alla fine, hanno dato ragione alla Civica Amministrazione”. La società Marinella ha gettato la “spugna”, non ha pagato quanto sentenziato e non ha neppure fornito eventuali contro-deduzioni. A questo punto la concessione è decaduta e l’immobile è stato riconsegnato il 3 di dicembre 2012 alla Civica Amministrazione.
Sono ormai ingiallite le palizzate che cingono il cantiere della copertura del Bisagno alla Foce. Lavori fermi con le classiche “quattro frecce” a causa di un contenzioso giudiziario tra l’impresa che ha vinto l’appalto e i suoi concorrenti che vorrebbero la “rivincita”. Una vicenda tutta italiana che costringe da mesi i genovesi a fare le gimcane per uscire dal cuore della city con l’auto. L’assessore all’Ambiente, Valeria Garotta, alle domande dei consiglieri, indignati per i ritardi accumulati dai lavori, ha risposto così: “ A seguito dell’accoglimento da parte del Tar del ricorso presentato da due imprese escluse dalla gara, tutti i provvedimenti per aggiudicare l’appalto e iniziare i lavori sono stati annullati. Il 7 di febbraio, con le motivazioni, sapremo se si tratta di una censura alle scelte o di procedure illegittime in sede di nomina della commissione giudicatrice”. L’altalena dei corsi e ricorsi, al Consiglio di Stato in questo caso, porterà ancora più avanti la data di inizio lavori e la procedura di appalto rimarrà congelata sino a metà maggio. Nel frattempo gli uffici della Mobilità del Comune stanno valutando se mantenere immutato l’attuale assetto in via Barabino o ripristinare temporaneamente la vecchia viabilità.
La canzone di Marinella di De Andrè non c’entra nulla. La Marinella di cui si è parlato oggi in Aula Rossa è il bar-ristorante della passeggiata Anita Garibaldi a Nervi, una struttura che accusa i segni del tempo, dell’erosione del mare e dell’incuria dell'uomo. Sorge su una delle scogliere più suggestive, famose e frequentate del nostro Paese, ma ora rischia, dopo i fasti del passato, lo stato di abbandono da quando gli ultimi gestori hanno fatto le valige due mesi fa. Il perché lo spiega l’assessore al Bilancio, Francesco Miceli: “ L’immobile risale al 1930 ed è stato incamerato dalla Stato nel 1964. La concessione scade nel 2015 e nel 2007 la legge finanziaria ha imposto un canone a valore di mercato a tutte le concessioni demaniali con finalità turistico-ricreative. Di conseguenza, l’importo da versare annualmente, che il Comune incassa per conto dello Stato, ha toccato quota 106 mila euro circa. Il concessionario ha presentato ricorso in Tribunale contro l’entità del canone calcolata dal Comune, sono seguite alcune sentenze che, alla fine, hanno dato ragione alla Civica Amministrazione”. La società Marinella ha gettato la “spugna”, non ha pagato quanto sentenziato e non ha neppure fornito eventuali contro-deduzioni. A questo punto la concessione è decaduta e l’immobile è stato riconsegnato il 3 di dicembre 2012 alla Civica Amministrazione.