Fincantieri, commesse a chi riduce il personale
Manganaro: «Meccanismo inaccettabile»

Il messaggio lanciato dai vertici dell'azienda oggi a Roma è chiaro: i nuovi lavori saranno smistati negli stabilimenti che avranno deciso di tagliare i posti in esubero. Margini: «Non si facciano differenze tra stabilimenti "buoni" e "cattivi"»

foto di mimmo giordano
Ore 16.15 - A incontro concluso, le parole amare di Bruno Manganaro, segretario Fiom Genova che abbiamo raggiunto telefonicamente: «L'unico risultato del vertice di oggi è stato quello di far arrabbiare ancora di più i lavoratori di Fincantieri. Ci è stato detto che la crisi è una conseguenza della globalizzazione e il messaggio lanciato dall'azienda è chiaro: qualora arrivassero nuove commesse, verranno smistate agli stabilimenti che si sono dimostrati in grado di ridurre il numero di personale. Un meccanismo terribile che non accettiamo». 

«Oggi si è trattato di un incontro fra sindacati e azienda - ha detto Mario Margini, assessore alle Attività Produttive - le istituzioni si confronteranno con i vertici di Fincantieri il 9 novembre, e il 4 novembre è stato confermato l'incontro sul ribaltamento a mare. Va detto però che non si possono dividere gli stabilimenti in "buoni" e "cattivi", gli operai hanno tutti gli stessi diritti». 

Ore 14 - Vertice quest’oggi a Roma tra Fincantieri e sindacati per fare il punto della situazione circa ognuno degli otto stabilimenti del gruppo. Nonostante l'azienda rimanga tra i leader nel campo delle costruzioni navali, si fa sentire la concorrenza estera, soprattutto quella asiatica. Nei mesi scorsi, ad esempio, i cantieri giapponesi Mitsubishi si sono aggiudicati una doppia commessa per la società tedesca Aida. Con la globalizzazione, gli armatori fanno le proprie ordinazioni dove la manodopera costa di meno e mantenere la leadership nell’ambito del mercato mondiale è un compito sempre più arduo.

Oggi Fincantieri dovrebbe annunciare l’intenzione di allargare l’offerta produttiva dello stabilimento di Sestri Ponente, aprendo alle attività di navalmeccanica e ai privati. Non si potrà fare a meno di ulteriori ricorsi alla cassa integrazione, ammortizzatori sociali e “accompagnamenti” per una riduzione del personale, che attualmente consta di 752 unità. Il tutto dipenderà poi dalle commesse: se non cambia la situazione, a marzo dell’anno venturo, una volta realizzata la nave Oceania, l’agenda di Fincantieri potrebbe non avere altri impegni. Si cercherà quindi di rivolgersi al mondo delle crociere (c’è una trattativa in corso) e delle navi speciali: mangia-rifiuti, piattaforme off-shore e superbacini galleggianti.

Intanto giovedì prossimo scenderanno in piazza assieme agli operai di Fincantieri anche i commercianti con una manifestazione promossa dal Civ sestrese: è prevista la serrata di tutti gli esercizi commerciali e l’esposizione di un lenzuolo bianco fuori dai balconi e dalle finestre del quartiere. La dimostrazione, dal titolo “Non chiudete Sestri”, prenderà il via alle 9.30 in piazza Baracca con numerosi interventi, tra cui quello del segretario generale della Fiom Maurizio Landini.
genova, 24 ottobre 2011
Ultimo aggiornamento: 24/10/2011
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