Dopo i cortei dei metalmeccanici dei giorni scorsi, il testimone della protesta contro la modifica dell’articolo 18, è passato oggi ai lavoratori della Funzione pubblica Cgil, che hanno organizzato un presidio davanti alla sede del Comune in via Garibaldi. Le ragioni che hanno spinto i dipendenti pubblici a incrociare le braccia contro il Governo Monti risiedono nella riduzione dei tempi erogazione degli armonizzatori sociali e all’annullamento del potere deterrente dell’articolo 18. Secondo l’organizzazione di Susanna Camusso, la riforma voluta dal ministro Fornero fa registrare un significativo arretramento in materia di diritto del lavoro. Il marginale aumento dei costi dei contratti dei precari per le aziende, comporta una sensibile riduzione del periodo in cui viene concessa la cassa integrazione. Inoltre, mettendo la parola fine al fattore deterrente dell’art 18, si dà il via libera ai licenziamenti facili, magari nascondendo motivi politici e discriminatori, sotto la falsa motivazione di ragioni economiche o legate all’aumento della produttività. Si tratta in pratica, afferma la F.P. Cgil, di uno sconvolgimento dei rapporti di forza a favore delle aziende contro i cittadini e i lavoratori. Per questo motivo è stato confermato un pacchetto di scioperi di 8 ore di lavoro simultaneamente alla discussione parlamentare sulla riforma del lavoro.
Funzione Pubblica, sit-in della Cgil
Contro il Governo in difesa dell’art 18
Contro il Governo in difesa dell’art 18
Anche ai lavoratori del Pubblico impiego non piace la riforma targata Mario Monti. Dipendenti statali e comunali sono venuti sotto Tursi con lo slogan: si precarizzano i vecchi e non si stabilizzano i giovani
genova, 23 marzo 2012
Ultimo aggiornamento: 23/03/2012