Oltre al festeggiamento del 25 settembre 2012 nella propria sede di via Garibaldi, sono due i regali della Camera di Commercio per il novantenne professore: un’edizione in suo onore della rivista “Economia Internazionale”, che fin dal primo numero, nel lontano 1947, ha ospitato suoi contributi, e una collezione di stampe, “Fiori e farfalle”, dell’omonimo artista ligure Raimondo Sirotti.
Tra gli intervenuti, il sindaco Marco Doria è il primo a ricordare il suo rapporto con il “collega senior” all’università e lo stile che caratterizza l’uomo: «sempre rispettoso delle persone e delle istituzioni, gentile e aperto al dialogo con i colleghi, come nel mio caso, più giovani, e con gli studenti, ha dedicato la vita a studiare e a insegnare».
È contento, Doria, che la città lo festeggi e che della celebrazione si faccia carico la Camera di Commercio, istituzione sempre al centro della vita economica cittadina che ha sempre sostenuto gli studi di economia.
Gli interventi degli altri oratori, Amedeo Amato, direttore dell’Istituto di Economia Internazionale, Isabella Consigliere e Bruno Soro dell’Università di Genova, Guglielmo Chiodi dell’Università “La Sapienza” di Roma, disegnano il ritratto dell’uomo, dello studioso e dell’insegnante nell’arco della lunga carriera iniziata quando, ventiquattrenne appena laureato, si dedicò alla ricerca con l’appena fondato Istituto.
Dai racconti emerge l’immagine di un uomo aperto all’incontro e di un pioniere della macroeconomia, capace di cogliere l’essenza del pensiero Keynesiano, che mantiene dubbi sulla validità scientifica degli studi economici e che insegna ai propri allievi che i modelli possono essere utili per interpretare la realtà, ma non la descrivono.
Davanti a una sala attenta e concentrata, rapidi tratti hanno descritto un raffinato pedagogo, autore di un piccolo libro straordinario come “La teoria dell’equilibrio generale macroeconomico”, in grado di affascinare i propri studenti con il proprio rigore logico e con una particolare arte dell’insegnare, basata sulla ripetizione degli stessi concetti con formulazioni diverse e su una particolare tecnica di “costruzione” delle lezioni a partire da presupposti certi, un insegnante dedito soprattutto a trasmettere un metodo di ragionamento piuttosto che nozioni, un professore capace di impiegare molto tempo per la correzione parola per parola delle tesi dei propri studenti al fine di educarli all’esposizione esatta e alla definizione univoca del concetto.
Un uomo, Sirotti, dotato anche di un certo senso dell’umorismo legato proprio alla razionalità stringente e al dubbio che governano il suo pensiero, come racconta la sua allieva Isabella Consigliere rammentando quando il professore le disse che «le ragazze sono più brave, ma ciò non vuol dire che siano più intelligenti», o quando, di fronte alla giovane Consigliere che tornava, infatuata da nuove teorie, da un master negli Stati Uniti, commentò «me l’hanno rovinata». Alla platea non è certamente sfuggito il collegamento con la sua concezione dei limiti dei modelli come rappresentazione della realtà e con la sua consapevolezza dell’influenza in economia di fattori altri, esterni a qualunque modello economico, come quelli demografici, psicologici, sociali, religiosi.
L’anziano e sorridente professore, tuttora membro del Consiglio scientifico della rivista “Economia Internazionale”, seduto in sala, ha ricevuto gli elogi e i doni, godendo di una straordinaria manifestazione d’affetto da parte degli allievi e colleghi.
Tra gli intervenuti, il sindaco Marco Doria è il primo a ricordare il suo rapporto con il “collega senior” all’università e lo stile che caratterizza l’uomo: «sempre rispettoso delle persone e delle istituzioni, gentile e aperto al dialogo con i colleghi, come nel mio caso, più giovani, e con gli studenti, ha dedicato la vita a studiare e a insegnare».
È contento, Doria, che la città lo festeggi e che della celebrazione si faccia carico la Camera di Commercio, istituzione sempre al centro della vita economica cittadina che ha sempre sostenuto gli studi di economia.
Gli interventi degli altri oratori, Amedeo Amato, direttore dell’Istituto di Economia Internazionale, Isabella Consigliere e Bruno Soro dell’Università di Genova, Guglielmo Chiodi dell’Università “La Sapienza” di Roma, disegnano il ritratto dell’uomo, dello studioso e dell’insegnante nell’arco della lunga carriera iniziata quando, ventiquattrenne appena laureato, si dedicò alla ricerca con l’appena fondato Istituto.
Dai racconti emerge l’immagine di un uomo aperto all’incontro e di un pioniere della macroeconomia, capace di cogliere l’essenza del pensiero Keynesiano, che mantiene dubbi sulla validità scientifica degli studi economici e che insegna ai propri allievi che i modelli possono essere utili per interpretare la realtà, ma non la descrivono.
Davanti a una sala attenta e concentrata, rapidi tratti hanno descritto un raffinato pedagogo, autore di un piccolo libro straordinario come “La teoria dell’equilibrio generale macroeconomico”, in grado di affascinare i propri studenti con il proprio rigore logico e con una particolare arte dell’insegnare, basata sulla ripetizione degli stessi concetti con formulazioni diverse e su una particolare tecnica di “costruzione” delle lezioni a partire da presupposti certi, un insegnante dedito soprattutto a trasmettere un metodo di ragionamento piuttosto che nozioni, un professore capace di impiegare molto tempo per la correzione parola per parola delle tesi dei propri studenti al fine di educarli all’esposizione esatta e alla definizione univoca del concetto.
Un uomo, Sirotti, dotato anche di un certo senso dell’umorismo legato proprio alla razionalità stringente e al dubbio che governano il suo pensiero, come racconta la sua allieva Isabella Consigliere rammentando quando il professore le disse che «le ragazze sono più brave, ma ciò non vuol dire che siano più intelligenti», o quando, di fronte alla giovane Consigliere che tornava, infatuata da nuove teorie, da un master negli Stati Uniti, commentò «me l’hanno rovinata». Alla platea non è certamente sfuggito il collegamento con la sua concezione dei limiti dei modelli come rappresentazione della realtà e con la sua consapevolezza dell’influenza in economia di fattori altri, esterni a qualunque modello economico, come quelli demografici, psicologici, sociali, religiosi.
L’anziano e sorridente professore, tuttora membro del Consiglio scientifico della rivista “Economia Internazionale”, seduto in sala, ha ricevuto gli elogi e i doni, godendo di una straordinaria manifestazione d’affetto da parte degli allievi e colleghi.