Il discorso del sindaco Doria sul programma

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Quaranta minuti, dalle 16,10 alle 16,50 per illustrare per punti il programma della sua giunta al Consiglio e per chiedere a un'aula attenta l'impegno su cui ha più insistito fin da quando è stato eletto: recuperare il rapporto di fiducia con i cittadini in una città che – come nel resto del Paese – ha manifestato con un forte astensionismo il distacco dalla politica e dalle istituzioni. Il discorso del sindaco Marco Doria era previsto all'ottavo punto dell'ordine del giorno. Ecco una sintesi per argomenti di quello che ha detto.

IL BILANCIO 2012 - Sarà una discussione non solo tecnica ma anche sugli orientamenti dell'amministrazione. Entro il 15 settembre verrà portato all'attenzione del Consiglio il documento con le linee programmatiche di indirizzo con tanto di corrispondente delibera del quinquennio, quindi un documento di mandato. Le occasioni per entrare nel merito delle singole occasioni non mancheranno. Le risorse finanziarie saranno viste nei prossimi giorni in occasione dell'illustrazione del bilancio, quando saranno forniti al Consiglio tutti gli elementi di conoscenza. E' assolutaente  importante controllare la spesa e soprattutto  qualificarla, nei limiti dell'organizzazione dell'ente pubblico, che per molti aspetti è rigida, per cui certe poste di bilancio non sono comprimibili nel breve periodo ma su di esse però è opportuno fare una riflessione che consenta una codificazione nel periodo medio lungo.

EMERGENZE E PROSPETTIVE -  Un'emergenza specifica riguarda appunto il bilancio comunale, che per legge deve essere approvato entro il 30 giugno. Un'altra, più strutturale, è data dalla crisi - economica e politica - che il Paese attraversa. Quella economica è reale e profonda, paragonata dagli osservatori  soltanto a quella del 1929, la peggiore del secolo scorso. Si verifica in un momento in cui molte parti del mondo - come Cina, India e quei Paesi che raccolgono la maggior parte dell'umanità -  crescono e si trasformano con velocità impressionante, mentre l'Italia, l'Europa, gli Usa affrontano momenti difficili e dovrebbero essere capaci di rivedere molti schemi mentali.
La crisi politica: quanto sia profonda la distanza tra cittadini e istituzioni è evidente, e questo ci pone di fronte a obblighi gravosi, e all'interrogativo su come muoversi, innanzitutto come  amministrazione comunale.
Intanto richiamandosi ad alcuni valori. Le scelte, l'azione le delibere devono avere alla base un'idea di città che a sua volta ha alla base valori precisi, fondanti. Innanzitutto quelli della Costituzione della Repubblica Italiana. In primis l'art. 3 che richiama i principi dell'equità e della giustizia sociale, dell'eguaglianza tra i cittadini. Secondo elemento, un'idea della nostra città come una comunità di persone, coesa, capace di includere e valorizzare  le persone che la animano; articolata, fatta di uomini, donne, tanti anziani che devono essere visti da un lato come una risorsa preziosa, in altri casi come esseri fragili da sostenere; poi i disabili,  i nuovi  cittadini. Terzo elemento la legalità che significa rispetto delle regole: non si può parlare di diritti senza parlare dei doveri che ciascuno ha. La cultura della legalità elemento fondamentale, deve essere promossa, deve mantenersi intatto nel nostro Comune e in noi che siamo chiamati ad amministralo, mantenendo il massimo di trasparenza e di controllo sui nostri atti.
La cultura legalità va affermata e difesa dal Comune e dagli altri soggetti istituzionali con cui l'amministrazione interloquisce.

LA VISIONE DELLA CITTA' - Queste idee fondanti servono per dare robustezza e corpo a una visione e a un progetto della nostra città del presente e del futuro. Una Genova del lavoro in cui l'attività economica si possa svolgere pensando al nuovo ruolo che l'economia ha oggi assunto rispetto al passato quando per decenni si è basata sull'industria e sul porto. Da tempo invece, alemno a partire dall'Expo del 1992, ha un'immagine più articolata, basata sul turismo, sulla cultura e oggi anche sulla ricerca. E' questa la Genova che noi dobbiamo sostenere, senza abbandonare l'industria che si dibatte tra emergenze e prospettive. Ad esempio, l'agenda dei problemi le imprese del Gruppo Finmeccanica che hanno come azionista di riferimento lo Stato, e rappresentano un grande patrimonio comune per l'occupazione diretta e indiretta. Anche se qui non c'è competenza diretta del Comune è chiaro che il Consiglio comunale non può non far sentire la propria voce.
Ma c'è anche una prospettiva positiva, rappresentata  dall'elettronica, dalla tecnologia: molto positivo a questo proposito il segnale venuto da Ericcson che ha inaugurato la sua sede agli Erzelli. Positiva anche l'esperienza di Smart City che obiettivamente è uno dei progetti più significativi predisposi dall'amministrazione precedente, su cui auspico ci sia un grande contributo del Consiglio per proseguire con passione: è una scommessa sul futuro riguardo la capacità di raccogliere  finanziamenti su specifici progetti e per riaffermare un'idea di  città sostenibile. 
Come bisogna guardare con attenzione a quelle realtà come l'Università, la ricerca tecnologica, quella medica, il commercio, l'artigianato, il turismo, e alle occasioni come l'Expo 2015 che per noi rappresenta una grande occasione anche per allargare gli orizzonti, per avere rapporti istituzionali fuori dalle mura cittadine; dovremo imparare ad avere relazioni con Torino, Milano, il Piemonte, la Lombardia, che sono nostri interlocutori naturali su molti fronti.
Come, al nostro interno, dovremo relazionarcdi con continuità con lo Stato, la Regione, il sistema delle autonomie locali, l'autorità portuale, la Provincia e tutti i soggetti con i quali dovremo costruire un sistema di rapporti per operare con efficienza.

IL TERRITORIO, L'AMBIENTE, LA MOBILITA' - Viviamo in territorio fragile, ferito, in una situazione di forte emergenza ambientale. I nostri impegni si chiamano sviluppo sostenibile, equilibrio, rispetto dell'ambiente.
La messa in sicurezza del territorio necessita di risorse finanziarie enormi, fuori della portata non solo della nostra amministrazione, ma di qualsiasi Comune italiano. Dovremo programmare nel tempo interventi strutturali che siano adeguati. Controllare l'attività edilizia, riflettere su questo modello di società che ci ha indotto a grandi consumi materiali di beni che producono scarti che bisogna smaltire o recuperare.
Le nostre città sono congestionate ed è difficile spostarsi da un punto all'altro.
Il quesito che pongo a me stesso è se di fronte a questa fragilità del territorio dobbiamo rispondere seguendo i modelli del passato, che hanno comportato un consumo di suolo, di territorio oppure se è possibile trovare nuove soluzioni. E qui torna Smart City: su questi temi dovremo lavorare.
Sulla ricerca di nuovi modelli di sviluppo: vorrei che fossimo tutti capaci di compiere un salto di qualità passando dalle parole ad atti concreti, che diano il segno della nostra capacità di creare cambiamento.

LA SOLIDARIETA' - Tutti noi ci rendiamo conto come nei momenti di crisi i bisogni si trasformino e si moltiplichino e il disagio sociale aumenti. A Genova questo disagio è dimostrato da un piccolo esempio: l'aumento esponenziale dei pasti che vengono distribuiti alle persone povere.
A fronte dei bisogni noi eroghiamo servizi alle fasce più deboli della popolazione e ai cittadini: salute, casa, scuola, sport...
L'indirizzo che propongo è di non comprimere i servizi: non siamo nella condizione sociale di farlo. Li possiamo migliorare, ma non li possiamo comprimere.
Da tante parti ci viene chiesto, ci viene urlato di aumentarli. Ma come fare? L'azione del Comune da sola non basta. In questo settore operano tanti soggetti diversi, e nel principio di sussidiarietà sono consapevoli che il Comune non può rispondere a tutti i bisogni, e in alcuni casi ricevono finanziamenti pubblici, in altri no. Comunque sia bisogna chiamare tutti questi soggetti a svolgere un ruolo di protagonisti nella lettura dei bisogni e nell'erogazione dei servizi.

LA CITTA' NELLA CITTA', IL PUC, LA CULTURA -  L'idea di fondo nasce dalla considerazione della storia di Genova:  la nostra città è frutto dell'aggregazione di città diverse, di borghi diversi,  realizzata nel corso dell'800 e del '900 dai punti di vista amministrativo e funzionale. In questo processo l'identità delle città che sono andate a comporre Genova si è attenuata, realizzando un po' quel rapporto  tra centro e periferia delle grandi aree metropolitane. Ebbene, il nostro grande compito è tornare alla città fatta da tante città diverse, superando progressivamente il dualismo centro-periferia.
Un altro grande tema è il Piano urbanistico comunale: io vedo una città ricca di spazi pubblici, di piazza che non siano parcheggi, di centri reali di aggregazione che contribuiscano a rendere coesi i genovesi.
La cultura, inoltre, può essere vista sotto profili diversi come arricchimento di ciascuno di noi, il sistema delle biblioteche e dei musei come elemento che valorizza le capacità di attrazione turistica della città.

GLI STRUMENTI – Gli argomenti di cui occuparci in 5 anni sono molti. Ma come fare, e con quali strumenti affrontare i problemi? Questi sono grandi ambiti di lavoro per il sindaco, la giunta, il consiglio.
Il primo strumento è l'ente Comune. Le persone che ci lavorano, che rappresentano un insieme di grandi competenze e  professionalità che è nostro compito valorizzare al massimo in un momento di difficoltà in cui è chiaro che non ci saranno spazi per riconoscimenti economici; altri dovranno essere i riconoscimenti: il coinvolgimento, la valorizzazione delle competenze, anche con lo sforzo che dovremo compiere di rompere vecchi schemi ed abitudini che non possono essere mantenuti. Dovremo avere la capacità di compire un salto in avanti, un approccio intelligente con il “sistema Comune”, non  proponendo un succedersi di riorganizzazioni che poi disorientano il sistema ma introducendo tutti i miglioramenti che sono necessari.
Quando si parla di Comune di parla anche di decentramento. Io sono profondamente convinto che il rapporto con i Municipi - Presidenti e Consigli - sia assolutamente fondamentale. A tutti noi vengono posti problemi grandi e piccoli, significativi per la vita dei cittadini, e possono trovare nei  Municipi il livello più istituzionale per essere affrontati e risolti.

LA RISORSA DELLA PARTECIPAZIONE – Una risorsa è anche la partecipazione dei cittadini, fondamentale per provare a ridurre il distacco tra cittadini e istituzioni e per raccogliere dai cittadini idee, proposte e osservazioni anche critiche di cui sono portatori. Come stimolare la partecipazione? Valorizzando il ruolo dei Municipi innanzitutto, con un comportamento soggettivo che incoraggi i cittadini con un coinvolgimento costante, parlando il linguaggio della verità e della chiarezza, evitando ogni forma di demagogia, non dipingendo la situazione più rosea di quella che è. L'obiettivo è utilizzare il concetto di bene comune non solo per l'acqua, ma anche per l'ambiente, gli spazi pubblici, le fabbriche e anche lo stesso Comune. Anzi il Comune deve essere sentito in città come il primo bene comune, come qualcosa che è di tutti, perché la democrazia partecipata si fonda sul ruolo delle assemblee elettive come è questo Consiglio comunale.
Io mi aspetto che ci saranno naturalmente anche voti contrari in queso ciclo amministrativo, e questo è normale e giusto, ma è altrettanto giusto che lo spirito che animerà le nostre discussioni  sia improntato al confronto costante con due obiettivi: affrontare ogni cosa entrando nel merito delle questioni anche se alla fine le strade divergeranno, e dare grande dignità al Consiglio e alle sue  discussioni. Di questo saremo responsabili, dovremo essere all'altezza dei problemi che la città ci pone, nel rispetto della diversità dei ruoli. Rispettiamo le Istituzioni noi e facciamole rispettare agli altri.
Genova, 5 giugno 2012
Ultimo aggiornamento: 05/06/2012
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