Lunedi 25 marzo il sindaco Marco Doria ha conferito a Giuliano Montaldo il Grifo d'Oro. La cerimonia si è svolta nel Salone di Rappresentanza di Palazzo Tursi.
Dopo i saluti di rito, Giuliano Montaldo, intervistato da Maria Pia Fusco, giornalista e critica cinematografia del quotidiano "La Repubblica" ha raccontato alcuni anedotti della sua carriera sempre in chiave leggera ed umoristica, portando l'attenzione anche sulla situazione attuale del cinema e del teatro ricordando come Genova sia stata, ed è una delle maggiori scuole e fucine di artisti e cantautori, non sono mancate anche le citazioni per gli amici in sala, ed in particolare alla moglie Vera Pescarolo.
Alle ore 18, il Sindaco Marco Doria ha consegnato il Grifo d'Oro , dovuto, come detto dal Sindaco: "alla carriera poliedrica, che dopo l'esperienza come attore lo ha visto regista di successo per il cinema, la televisione e la lirica. Per aver fatto dell'impegno e della passione civile le indiscusse peculiarità della sua opera, espressa tramite il linguaggio cinematografico efficace capace di suscitare sentimenti ed emozioni. Per essersi affermato all'attenzione della critica e del pubblico italiano ed internazionale. Per il suo contributo di idee e di passione al mondo intellettuale e culturale sempre proposto con garbo, ironia ed eleganza".
L’omaggio al grande regista è proseguito alle ore 19 nella sala Sivori, in salita Santa Caterina, dove è stato presentato e quindi proiettato il documentario “Giuliano Montaldo – Quattro volte vent’anni”, di Marco Spagnoli. Un percorso narrativo intimo del cineasta alla scoperta delle sue qualità artistiche e delle sue esperienze personali.
Montaldo, dopo l'istruzione obbligatoria inizia a lavorare, nel 1951 entra a far parte della Cooperativa Produttori Cinematografici, affiancando da subito in qualità di attore i maggiori nomi del momento come: Gina Lollobrigida, Andrea Cecchi e Lamberto Maggiorani, nel 1951 Con Vittorio Duse sul Set di “Achtung! Banditi!” con la regia di Carlo Lizzani, sempre con lo stesso regista gira: “Ai margini della metropoli (1952)” con Giulietta Masina e “Cronache di poveri amanti (1954)” con Marcello Mastroianni che ritroverà anche in altri film "Il momento più bello" (1957), "L'assassino" (1961), di Elio Petri.
Il lavoro di assistente regista, lo inizia nel 1957 con Maleno Balenotti e Gillo Pontecorvo con il film: "La grande strada azzurra" con Alida Valli. Da Pontecorvo, e in particolare sui set di "Kapò" (1959) e "La battaglia di Algeri" (1966), Montaldo imparerà moltissimo.
Sposato con l'assistente regista Vera Pescarolo, firma la sua prima opera da regista nel 1962 con "Tiro al piccione", dirigendo Sergio Fantoni, Gastone Moschin, Francisco Rabal ed Eleonora Rossi Drago, subito dopo Montaldo realizza il documentario "Nudi per vivere"(1964). Nel 1967 inizia a lavorare per la Paramount con il giallo “Ad ogni costo”. Tornato in Italia il regista realizza molteplici film storici come: "Sacco e Vanzetti" (1971), "Giordano Bruno" (1973), "Il giorno prima" (1986), "Gli occhiali d'oro" (1987), "Tempo di uccidere"(1989).
Per la città ha realizzato molti documentari ,oggi patrimonio della Cineteca - Fondazione Ansaldo. Correlato all’articolo uno di questi lavori.
Giuliano Montaldo si è sempre contraddistinto per il suo grande spessore artistico e per i messaggi morali che superano quelli che sono i limiti di un film a costo contenuto, ma che sanno creare emozioni agli spettatori.
Dopo i saluti di rito, Giuliano Montaldo, intervistato da Maria Pia Fusco, giornalista e critica cinematografia del quotidiano "La Repubblica" ha raccontato alcuni anedotti della sua carriera sempre in chiave leggera ed umoristica, portando l'attenzione anche sulla situazione attuale del cinema e del teatro ricordando come Genova sia stata, ed è una delle maggiori scuole e fucine di artisti e cantautori, non sono mancate anche le citazioni per gli amici in sala, ed in particolare alla moglie Vera Pescarolo.
Alle ore 18, il Sindaco Marco Doria ha consegnato il Grifo d'Oro , dovuto, come detto dal Sindaco: "alla carriera poliedrica, che dopo l'esperienza come attore lo ha visto regista di successo per il cinema, la televisione e la lirica. Per aver fatto dell'impegno e della passione civile le indiscusse peculiarità della sua opera, espressa tramite il linguaggio cinematografico efficace capace di suscitare sentimenti ed emozioni. Per essersi affermato all'attenzione della critica e del pubblico italiano ed internazionale. Per il suo contributo di idee e di passione al mondo intellettuale e culturale sempre proposto con garbo, ironia ed eleganza".
L’omaggio al grande regista è proseguito alle ore 19 nella sala Sivori, in salita Santa Caterina, dove è stato presentato e quindi proiettato il documentario “Giuliano Montaldo – Quattro volte vent’anni”, di Marco Spagnoli. Un percorso narrativo intimo del cineasta alla scoperta delle sue qualità artistiche e delle sue esperienze personali.
Montaldo, dopo l'istruzione obbligatoria inizia a lavorare, nel 1951 entra a far parte della Cooperativa Produttori Cinematografici, affiancando da subito in qualità di attore i maggiori nomi del momento come: Gina Lollobrigida, Andrea Cecchi e Lamberto Maggiorani, nel 1951 Con Vittorio Duse sul Set di “Achtung! Banditi!” con la regia di Carlo Lizzani, sempre con lo stesso regista gira: “Ai margini della metropoli (1952)” con Giulietta Masina e “Cronache di poveri amanti (1954)” con Marcello Mastroianni che ritroverà anche in altri film "Il momento più bello" (1957), "L'assassino" (1961), di Elio Petri.
Il lavoro di assistente regista, lo inizia nel 1957 con Maleno Balenotti e Gillo Pontecorvo con il film: "La grande strada azzurra" con Alida Valli. Da Pontecorvo, e in particolare sui set di "Kapò" (1959) e "La battaglia di Algeri" (1966), Montaldo imparerà moltissimo.
Sposato con l'assistente regista Vera Pescarolo, firma la sua prima opera da regista nel 1962 con "Tiro al piccione", dirigendo Sergio Fantoni, Gastone Moschin, Francisco Rabal ed Eleonora Rossi Drago, subito dopo Montaldo realizza il documentario "Nudi per vivere"(1964). Nel 1967 inizia a lavorare per la Paramount con il giallo “Ad ogni costo”. Tornato in Italia il regista realizza molteplici film storici come: "Sacco e Vanzetti" (1971), "Giordano Bruno" (1973), "Il giorno prima" (1986), "Gli occhiali d'oro" (1987), "Tempo di uccidere"(1989).
Per la città ha realizzato molti documentari ,oggi patrimonio della Cineteca - Fondazione Ansaldo. Correlato all’articolo uno di questi lavori.
Giuliano Montaldo si è sempre contraddistinto per il suo grande spessore artistico e per i messaggi morali che superano quelli che sono i limiti di un film a costo contenuto, ma che sanno creare emozioni agli spettatori.