Cinquanta tra sindaci e consiglieri comunali liguri in piazza questo pomeriggio per urlare il proprio “no” alla manovra finanziaria: la manifestazione, indetta dall’Anci, è nata con l’intento di sensibilizzare i cittadini sui provvedimenti contenuti nel decreto legge 138 varato dal governo, che, sostengono i sindaci, presto avranno riflessi diretti sulle persone e sulle imprese nei territori amministrati. Nel mirino, soprattutto, il discusso patto di stabilità che, nonostante sia nato come strumento di responsabilizzazione dei Comuni rispetto al controllo dei conti pubblici, con la manovra viene inasprito introducendo una serie di vincoli che di fatto ingessano le amministrazioni locali. La riduzione di spesa dei Comuni, sostiene l’Anci, causerà un effetto fortemente recessivo sull’economia locale: si stima una ricaduta del 12% dal 2012. Tra le conseguenze a lungo termine della manovra, si legge sul comunicato dell’Associazione dei Comuni, l’aumento dell’Irpef e di altre tasse, l’impossibilità di riscossione da parte delle imprese che hanno crediti nei confronti delle amministrazioni, il blocco degli interventi strutturali sugli edifici pubblici, la “svendita” di servizi pubblici da parte delle società partecipate.
A guidare il corteo, che da De Ferrari si è diretto verso piazza Piccapietra, dove i partecipanti sono stati ospitati nella sede di una nota tv locale per la prosecuzione del dibattito, una battagliera Marta Vincenzi: «Siamo qui per cominciare a far vivere questa settimana di lotta e di governo – ha esordito il primo cittadino – che l’Anci nazionale ha deciso e a cui noi aderiamo con slancio. Oggi il corteo dei sindaci nella loro veste istituzionale (tutti i rappresentanti dell’amministrazione hanno sfilato con la tradizionale fascia tricolore, ndr), giovedì le sedute consiliari dei Comuni saranno aperte ai cittadini che potranno entrare nella macchina amministrativa per ricevere risposte sullo stato delle finanze comunali. Nell’arco della stessa giornata, avverrà la simbolica restituzione della fascia e delle deleghe dello Stato civile e dell’Anagrafe al Prefetto».
«Credo che sia un’occasione per spiegare ai cittadini quali sono le difficoltà che stanno affrontando i sindaci – ha detto Franco Floris, sindaco di Andora (Sv) e presidente della Commissione finanza locale dell’Anci – non è certo una difesa della casta, del posto e dello stipendio. Dobbiamo far capire alla gente come sia un’assurdità avere soldi in cassa e non poterli spendere in virtù del patto di stabilità: avere 40 miliardi fermi e non usarli per la crescita economica e del lavoro è vergognoso, in un momento così delicato. L’estensione del patto ai Comuni dai 1000 ai 5000 abitanti è una grossa sciocchezza: non sarebbero in grado di gestirlo. Chiediamo al governo di lasciarci lavorare in piena autonomia e siamo in grado di assumerci delle responsabilità senza aver bisogno di ricevere alcuna imposizione dall’alto».
In piazza i primi cittadini delle cittadine di levante e ponente, appartenenti a schieramenti politici diversi: tra gli altri, il segretario di Anci Liguria Pierluigi Vinai. Tanti anche gli amministratori giovani, in rappresentanza dei Comuni più piccoli. Come Riccardo Barotti, 32 anni, sindaco di Rocchetta di Vara (Sp): «Il mio Comune conta meno di mille abitanti, i costi della democrazia di Rocchetta, in un anno, sono inferiori quelli per il mantenimento dei cani nel nostro canile. Si tratta di una cifra irrisoria, che però salvaguarda un presidio fondamentale: nelle piccole realtà gli amministratori sono dei volontari civici che rappresentano lo stato in zone periferiche, spesso a rischio idrogeologico. Impoverire questi territori della presenza dell’amministrazione comunale significa abbandonare questi territori al proprio destino».
Tra i giovanissimi anche Jessica Giordano, consigliere Piana Crixia (Sv): «Ritengo che i Comuni piccoli vadano valorizzati invece che attaccati su tutti i fronti. La nostra è un’economia ristretta, nonostante la vastità di alcuni territori, quindi non mancano le avversità in ambito amministrativo: se arriveranno sempre meno fondi, le difficoltà aumenteranno in maniera inversamente proporzionale».
A guidare il corteo, che da De Ferrari si è diretto verso piazza Piccapietra, dove i partecipanti sono stati ospitati nella sede di una nota tv locale per la prosecuzione del dibattito, una battagliera Marta Vincenzi: «Siamo qui per cominciare a far vivere questa settimana di lotta e di governo – ha esordito il primo cittadino – che l’Anci nazionale ha deciso e a cui noi aderiamo con slancio. Oggi il corteo dei sindaci nella loro veste istituzionale (tutti i rappresentanti dell’amministrazione hanno sfilato con la tradizionale fascia tricolore, ndr), giovedì le sedute consiliari dei Comuni saranno aperte ai cittadini che potranno entrare nella macchina amministrativa per ricevere risposte sullo stato delle finanze comunali. Nell’arco della stessa giornata, avverrà la simbolica restituzione della fascia e delle deleghe dello Stato civile e dell’Anagrafe al Prefetto».
«Credo che sia un’occasione per spiegare ai cittadini quali sono le difficoltà che stanno affrontando i sindaci – ha detto Franco Floris, sindaco di Andora (Sv) e presidente della Commissione finanza locale dell’Anci – non è certo una difesa della casta, del posto e dello stipendio. Dobbiamo far capire alla gente come sia un’assurdità avere soldi in cassa e non poterli spendere in virtù del patto di stabilità: avere 40 miliardi fermi e non usarli per la crescita economica e del lavoro è vergognoso, in un momento così delicato. L’estensione del patto ai Comuni dai 1000 ai 5000 abitanti è una grossa sciocchezza: non sarebbero in grado di gestirlo. Chiediamo al governo di lasciarci lavorare in piena autonomia e siamo in grado di assumerci delle responsabilità senza aver bisogno di ricevere alcuna imposizione dall’alto».
In piazza i primi cittadini delle cittadine di levante e ponente, appartenenti a schieramenti politici diversi: tra gli altri, il segretario di Anci Liguria Pierluigi Vinai. Tanti anche gli amministratori giovani, in rappresentanza dei Comuni più piccoli. Come Riccardo Barotti, 32 anni, sindaco di Rocchetta di Vara (Sp): «Il mio Comune conta meno di mille abitanti, i costi della democrazia di Rocchetta, in un anno, sono inferiori quelli per il mantenimento dei cani nel nostro canile. Si tratta di una cifra irrisoria, che però salvaguarda un presidio fondamentale: nelle piccole realtà gli amministratori sono dei volontari civici che rappresentano lo stato in zone periferiche, spesso a rischio idrogeologico. Impoverire questi territori della presenza dell’amministrazione comunale significa abbandonare questi territori al proprio destino».
Tra i giovanissimi anche Jessica Giordano, consigliere Piana Crixia (Sv): «Ritengo che i Comuni piccoli vadano valorizzati invece che attaccati su tutti i fronti. La nostra è un’economia ristretta, nonostante la vastità di alcuni territori, quindi non mancano le avversità in ambito amministrativo: se arriveranno sempre meno fondi, le difficoltà aumenteranno in maniera inversamente proporzionale».