Se ne sente parlare come di una sanatoria per gli stranieri irregolari, ma in realtà, tra settembre e ottobre, saranno “condonati” i datori di lavoro, che, purché abbiano un reddito sufficiente, non siano stati negli ultimi anni riconosciuti colpevoli di determinati reati in materia di lavoro e di immigrazione clandestina e non abbiano fatto una precedente richiesta di sanatoria senza poi assumere il lavoratore, potranno regolarizzare la propria posizione ed evitare la maggiore severità delle pene e i controlli “adeguati ed efficaci” previsti dal Decreto Legislativo 16 luglio 2012, n. 109, in vigore dal 9 agosto.
In cambio, il datore versa un contributo forfetario di 1000 euro e paga le somme dovute al lavoratore “a titolo retributivo, contributivo e fiscale pari ad almeno sei mesi”.
La nuova legge recepisce solo ora, dopo più di 3 anni e in ritardo di uno sul tempo massimo, la Direttiva 2009/52/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio, del 18 giugno 2009.
Entro il 29 agosto sarà varato un decreto interministeriale che definirà le modalità di presentazione delle domande.
Secondo L’Assessore Elena Fiorini, «La nuova emersione introdotta dal Decreto legislativo n.109 del 2012 è, ancora una volta, un’occasione perduta per lo Stato italiano. Dal 1998 ci sono state ben quattro sanatorie, mentre è evidente l’urgenza di una seria riforma della normativa italiana sull'immigrazione, oramai improcrastinabile stante le numerose norme ingiuste ed inefficaci, nonché i numerosi aspetti nei quali la normativa italiana appare non pienamente conforme alla normativa europea, condividendo tale percorso con gli attori che, sul campo, lavorano per la tutela dei diritti dei migranti.
Completare il percorso di emersione, per come la sanatoria è configurata, si presenta come un vero e proprio percorso ad ostacoli per i migranti.
Molti i punti critici che pongono il cittadino straniero in una situazione di possibile sfruttamento e, in prospettiva, di creare nuova illegalità comprimendo ancora una volta i diritti delle persone: la mancata previsione di emersione autonoma da parte del lavoratore straniero, l'impossibilità di regolarizzare rapporti di lavoro parziali in tutti i settori e non solo quello domestico, l'automatismo relativo alla presenza di segnalazioni Schengen e l’estrema discrezionalità delle scelte amministrative anche in presenza di piccole condanne penali, la previsione dell'autodichiarazione di sussistenza di un rapporto di lavoro antecedente di almeno 3 mesi l'entrata in vigore della norma, sono aspetti che rischiano di rendere vane le grandi aspettative che i cittadini stranieri ripongono in questa sanatoria.
Il Comune di Genova sarà presente a fianco delle associazioni che si occupano di migranti, per informare le persone e sostenerle, e per fare sì che quest’occasione, con tutti i limiti sopraevidenziati, possa essere usufruita al meglio dai tanti stranieri che sono ormai genovesi e che devono avere l’occasione per essere cittadini a pieno titolo, con doveri ma anche diritti fondamentali che l’irregolare presenza sul territorio pregiudica gravemente».
La redazione seguirà tramite uno speciale l’attuazione della legge, anche tramite la pubblicazione di interviste rilasciate da esperti del settore.
In cambio, il datore versa un contributo forfetario di 1000 euro e paga le somme dovute al lavoratore “a titolo retributivo, contributivo e fiscale pari ad almeno sei mesi”.
La nuova legge recepisce solo ora, dopo più di 3 anni e in ritardo di uno sul tempo massimo, la Direttiva 2009/52/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio, del 18 giugno 2009.
Entro il 29 agosto sarà varato un decreto interministeriale che definirà le modalità di presentazione delle domande.
Secondo L’Assessore Elena Fiorini, «La nuova emersione introdotta dal Decreto legislativo n.109 del 2012 è, ancora una volta, un’occasione perduta per lo Stato italiano. Dal 1998 ci sono state ben quattro sanatorie, mentre è evidente l’urgenza di una seria riforma della normativa italiana sull'immigrazione, oramai improcrastinabile stante le numerose norme ingiuste ed inefficaci, nonché i numerosi aspetti nei quali la normativa italiana appare non pienamente conforme alla normativa europea, condividendo tale percorso con gli attori che, sul campo, lavorano per la tutela dei diritti dei migranti.
Completare il percorso di emersione, per come la sanatoria è configurata, si presenta come un vero e proprio percorso ad ostacoli per i migranti.
Molti i punti critici che pongono il cittadino straniero in una situazione di possibile sfruttamento e, in prospettiva, di creare nuova illegalità comprimendo ancora una volta i diritti delle persone: la mancata previsione di emersione autonoma da parte del lavoratore straniero, l'impossibilità di regolarizzare rapporti di lavoro parziali in tutti i settori e non solo quello domestico, l'automatismo relativo alla presenza di segnalazioni Schengen e l’estrema discrezionalità delle scelte amministrative anche in presenza di piccole condanne penali, la previsione dell'autodichiarazione di sussistenza di un rapporto di lavoro antecedente di almeno 3 mesi l'entrata in vigore della norma, sono aspetti che rischiano di rendere vane le grandi aspettative che i cittadini stranieri ripongono in questa sanatoria.
Il Comune di Genova sarà presente a fianco delle associazioni che si occupano di migranti, per informare le persone e sostenerle, e per fare sì che quest’occasione, con tutti i limiti sopraevidenziati, possa essere usufruita al meglio dai tanti stranieri che sono ormai genovesi e che devono avere l’occasione per essere cittadini a pieno titolo, con doveri ma anche diritti fondamentali che l’irregolare presenza sul territorio pregiudica gravemente».
La redazione seguirà tramite uno speciale l’attuazione della legge, anche tramite la pubblicazione di interviste rilasciate da esperti del settore.