Riavvia la città, si potrebbe dire parafrasando il motto (riavvia il pianeta!) che ispira le azioni della Onlus “Terra!”, che ha curato il convegno.
L’amministrazione comunale, presente con gli assessori Valeria Garotta (Ambiente) e Gianni Crivello (delega ai rapporti con i Municipi) e con 4 direttori e dirigenti al convegno “Orti urbani, una visione sistemica del territorio”, attribuisce evidentemente una grande importanza alle azioni di bonifica, recupero e valorizzazione di parti degradate o abbandonate del suolo cittadino.
Lo stesso si può dire dei Municipi, tutti autorevolmente rappresentati da presidenti e assessori.
«È una pratica da incentivare e da estendere – afferma Garotta – tenendo anche conto che per l’assegnazione delle aree ci si basa tuttora su una delibera del 2001. Nel Levante, per esempio, non erano state individuate aree adatte; così tuttora in quel territorio non ci sono orti. È necessario censire, con un’indagine sulle aree comunali e demaniali, altre aree da destinare a questo uso sociale».
Estendere gli orti urbani significa coinvolgere sempre più i cittadini nella cura e nella manutenzione dell’ambiente cittadino, nella riduzione degli inquinanti e nella protezione delle biodiversità. «È inoltre – sottolinea Garotta – un’attività che si è rivelata utile anche per l’inserimento delle fasce deboli. Gli attuali criteri di preferenza per l’assegnazione non danno possibilità di successo a giovani, anche se disoccupati, e famiglie. L’amministrazione comunale intende incrementare la platea».
Importanti anche un maggiore coordinamento tra i Municipi e l’unificazione delle procedure».
Crivello ricorda alla platea che «per l’Amministrazione l’aspetto idrogeologico è una priorità assoluta. Lo sviluppo della città in tutte le sue articolazioni, e quindi anche lo sviluppo del verde, passa da lì».
In una città “bella quanto complessa”, è fondamentale l’azione di educazione ambientale dei bambini. Gli orti urbani e tutte i programmi didattici collegati, tra cui l’attività della “Casetta ambientale” in Valpolcevera, vanno in questa direzione.
«I Municipi – prosegue Crivello – devono divenire il cuore vero del Comune».
L’assessore conferma poi l’impegno ad aumentare il numero degli aventi diritto e a offrire loro, sottraendole al degrado, molte aree abbandonate. Bisogna tenere conto che «questi orti hanno importanza anche come forma di socializzazione». Utili perciò sul piano dell’ecologia delle relazioni. Come aveva già rilevato Fabio Ciconte, presidente di “Terra!” nel suo intervento, «intorno a ogni pezzo di terra c’è una piccola comunità».
In questo momento di gravissima crisi, poi, sono anche un aiuto per le persone e per le famiglie.
Genova, ricorda ancora Crivello, è in questo campo all’avanguardia in Italia: basti pensare che ha consegnato ai propri cittadini più di 250 orti.
Di questo ruolo guida della nostra città parla anche Giorgia Bocca, di “Terra!”, moderatrice del convegno: riguarda anche gli orti sinergici di Vesima, «una sperimentazione la cui importanza è riconosciuta in tutta Italia. Con 9 anni di attività sono i più antichi del Paese. Ormai su quell’area è stato creato il terreno fertile».
Sull’agricoltura sinergica e sugli orti di Vesima riferisce in seguito Francesca Bottero, docente della scuola “Emilia Hazelip”. Consigliamo di guardare il video allegato, in cui è riportata una sua intervista, realizzata durante la Festa degli Orti Sinergici del 2010.
Sono uno strano oggetto, gli orti urbani. Mariolina Dominici Besio dell’Università di Architettura li descrive così: «Sono come l’araba fenice: risorgono sempre in forme diverse». Nacquero forse a fino ‘800, nell’ambito del riformismo sociale cattolico; dopo varie apparizioni, «oggi rinascono in forme diverse, non schematizzabili. Alcuni assomigliano a quelli, “così brutti”, che gli urbanisti anni ’60 aborrivano».
La città industriale, ricorda Besio, era caratterizzata da un confine netto tra la città e la campagna. Oggi è necessario assumere l’impegno di ricostruire il rapporto con la campagna, creare una nuova alleanza tra il territorio urbano e quello rurale, prevedere una nuova funzione per quel “deserto verde” che circonda Genova.
Gli orti urbani possono servire per comunicare con la campagna. Con l’avvertenza che “piccolo è bello” non può più essere vero oggi, in tempi di globalizzazione. È necessario crescere. E il piccolo, l’iniziativa di volontariato, può “diventare grande” se si mette in rete.
Con gli orti urbani si può costruire un nuovo modello di città, caratterizzato da spazi verdi che ne spezzano il tessuto.
Il convegno ha fatto il punto sull’iniziativa degli orti urbani a Genova senza trascurare il più ampio contesto di azioni culturali e concrete di cui fa parte e gli aspetti tecnici che ne costituiscono l’essenza.
Si è perciò parlato di educazione ambientale (Stefano Piroli della Direzione Cultura e Turismo del Comune), di compostiere e compost (Luca Zane e Mario Rolando di Amiu), di Brf (Bois Rameal Fragmenté), un fertilizzante innovativo di tipo compost ricavato dalla riduzione in piccoli frammenti degli scarti di potatura (Philippe Lemossu del Consorzio della Quarantina e Simona Gervasio dell’Asci, Associazione di Solidarietà per la Campagna Italiana) e di Gruppi di Acquisto Solidale (Paola Letardi del Gas Birulò).
Nella ricognizione del territorio è risultato all’avanguardia il Municipio Medio Ponente, rappresentato dall’assessore all’Assetto del verde urbano Ferruccio Bommara.
Silvia Cama e Simone Benevelli, di “Terra!”, hanno presentato il progetto “Orti urbani a Valletta San Pietro, Cornigliano”, mentre Debora Lucchetti di “Met” (Manifattura Etica) ha parlato della “filiera che sostiene i produttori locali”
Quello di Valletta San Pietro, in particolare, riguarda 7 orti sinergici gestiti da un gruppo di giovani disoccupati. L’iniziativa era partita da un orto didattico. Un presidio importante, per il Comune e per il Municipio.
I volontari che ci lavorano sono detti “custodi”. Il termine enfatizza il concetto che la terra è un bene collettivo e che lavorarla non dà diritto alla proprietà. L’ortolano la tiene in custodia, per conto dell’umanità e dell’’intero pianeta.
Il Centro Est, con il presidente Simone Leoncini e con il suo vice Fabio Grubesich, assessore all’Ambiente, ha presentato i progetti “Valletta San Nicola”, Orto sul Porto, Gasosa” e “Un orto al Lagaccio”, su cui hanno riferito rispettivamente Alberto Ariccio, Ornella Ricciardi, Milena Frisone e Lucia Tringali.
Queste iniziative, ancora nella fase di avvio, sono, tutte tranne la prima, progetti di “auto sostentamento”.
In Valletta San Nicola si è costituito un comitato: un gruppo di cittadini si propone di riqualificare l’area e di farla diventare un polo di rilievo.
Da non dimenticare il Municipio Valpolcevera. Patrizia Palermo, assessora con molte competenze, tra cui il volontariato, le aree verdi, gli orti urbani, l’ambiente e la sostenibilità, ha presentato la Casetta Ambientale, che insieme al Palazzo Verde di Via del Molo, di cui ha riferito in precedenza Stefano Pirola, costituisce l’ossatura dei servizi di educazione ambientale del Comune.
L’importanza della Valpolcevera in questo movimento di cittadini, associazioni e istituzioni si percepisce anche dagli interventi Tiziana Carpanelli, l’organizzatrice della giornata, di recente incaricata della Direzione Scuola, Sport e Politiche Giovanili del Comune, e Marco Pasini, già dirigente di quel Municipio e da poco Direttore Integrazione Processi Manutentivi e Sviluppo Municipi Comune di Genova.
Il concetto di “educazione ambientale” è ben sviluppato da Pirola, che preferirebbe definirla “educazione alla responsabilità ambientale e allo sviluppo responsabile”.
Tutti i Municipi sono impegnati nell’attività di censimento e mappatura delle nuove aree da destinare a orto; quelli che hanno avuto a disposizione terreni da affidare ai cittadini li hanno assegnati o continuano ad assegnarli.
Per i territori non ancora citati sono intervenuti Carmelo Citraro (assessore Volontariato aree verdi Centro Ovest), Massimo Ferrante e Fabrizio Ivaldi (presidente e assessore Tutela Ambiente Bassa Val Bisagno), Agostino Gianelli e Gian Antonio Baghino (presidente e assessore Ambiente Media Val Bisagno), Maria Rosa Morlè (assessore Partecipazione e Difesa del Suolo Ponente), Alessandro Morgante (presidente Medio Levante), Nerio Farinelli e Michele Raffaelli (presidente e assessore assetto territorio e tutela ambiente Levante).
In occasione del convegno è stato distribuito un vademecum sugli orti urbani.
Per ulteriori chiarimenti, può essere utile consultare il regolamento.
L’amministrazione comunale, presente con gli assessori Valeria Garotta (Ambiente) e Gianni Crivello (delega ai rapporti con i Municipi) e con 4 direttori e dirigenti al convegno “Orti urbani, una visione sistemica del territorio”, attribuisce evidentemente una grande importanza alle azioni di bonifica, recupero e valorizzazione di parti degradate o abbandonate del suolo cittadino.
Lo stesso si può dire dei Municipi, tutti autorevolmente rappresentati da presidenti e assessori.
«È una pratica da incentivare e da estendere – afferma Garotta – tenendo anche conto che per l’assegnazione delle aree ci si basa tuttora su una delibera del 2001. Nel Levante, per esempio, non erano state individuate aree adatte; così tuttora in quel territorio non ci sono orti. È necessario censire, con un’indagine sulle aree comunali e demaniali, altre aree da destinare a questo uso sociale».
Estendere gli orti urbani significa coinvolgere sempre più i cittadini nella cura e nella manutenzione dell’ambiente cittadino, nella riduzione degli inquinanti e nella protezione delle biodiversità. «È inoltre – sottolinea Garotta – un’attività che si è rivelata utile anche per l’inserimento delle fasce deboli. Gli attuali criteri di preferenza per l’assegnazione non danno possibilità di successo a giovani, anche se disoccupati, e famiglie. L’amministrazione comunale intende incrementare la platea».
Importanti anche un maggiore coordinamento tra i Municipi e l’unificazione delle procedure».
Crivello ricorda alla platea che «per l’Amministrazione l’aspetto idrogeologico è una priorità assoluta. Lo sviluppo della città in tutte le sue articolazioni, e quindi anche lo sviluppo del verde, passa da lì».
In una città “bella quanto complessa”, è fondamentale l’azione di educazione ambientale dei bambini. Gli orti urbani e tutte i programmi didattici collegati, tra cui l’attività della “Casetta ambientale” in Valpolcevera, vanno in questa direzione.
«I Municipi – prosegue Crivello – devono divenire il cuore vero del Comune».
L’assessore conferma poi l’impegno ad aumentare il numero degli aventi diritto e a offrire loro, sottraendole al degrado, molte aree abbandonate. Bisogna tenere conto che «questi orti hanno importanza anche come forma di socializzazione». Utili perciò sul piano dell’ecologia delle relazioni. Come aveva già rilevato Fabio Ciconte, presidente di “Terra!” nel suo intervento, «intorno a ogni pezzo di terra c’è una piccola comunità».
In questo momento di gravissima crisi, poi, sono anche un aiuto per le persone e per le famiglie.
Genova, ricorda ancora Crivello, è in questo campo all’avanguardia in Italia: basti pensare che ha consegnato ai propri cittadini più di 250 orti.
Di questo ruolo guida della nostra città parla anche Giorgia Bocca, di “Terra!”, moderatrice del convegno: riguarda anche gli orti sinergici di Vesima, «una sperimentazione la cui importanza è riconosciuta in tutta Italia. Con 9 anni di attività sono i più antichi del Paese. Ormai su quell’area è stato creato il terreno fertile».
Sull’agricoltura sinergica e sugli orti di Vesima riferisce in seguito Francesca Bottero, docente della scuola “Emilia Hazelip”. Consigliamo di guardare il video allegato, in cui è riportata una sua intervista, realizzata durante la Festa degli Orti Sinergici del 2010.
Sono uno strano oggetto, gli orti urbani. Mariolina Dominici Besio dell’Università di Architettura li descrive così: «Sono come l’araba fenice: risorgono sempre in forme diverse». Nacquero forse a fino ‘800, nell’ambito del riformismo sociale cattolico; dopo varie apparizioni, «oggi rinascono in forme diverse, non schematizzabili. Alcuni assomigliano a quelli, “così brutti”, che gli urbanisti anni ’60 aborrivano».
La città industriale, ricorda Besio, era caratterizzata da un confine netto tra la città e la campagna. Oggi è necessario assumere l’impegno di ricostruire il rapporto con la campagna, creare una nuova alleanza tra il territorio urbano e quello rurale, prevedere una nuova funzione per quel “deserto verde” che circonda Genova.
Gli orti urbani possono servire per comunicare con la campagna. Con l’avvertenza che “piccolo è bello” non può più essere vero oggi, in tempi di globalizzazione. È necessario crescere. E il piccolo, l’iniziativa di volontariato, può “diventare grande” se si mette in rete.
Con gli orti urbani si può costruire un nuovo modello di città, caratterizzato da spazi verdi che ne spezzano il tessuto.
Il convegno ha fatto il punto sull’iniziativa degli orti urbani a Genova senza trascurare il più ampio contesto di azioni culturali e concrete di cui fa parte e gli aspetti tecnici che ne costituiscono l’essenza.
Si è perciò parlato di educazione ambientale (Stefano Piroli della Direzione Cultura e Turismo del Comune), di compostiere e compost (Luca Zane e Mario Rolando di Amiu), di Brf (Bois Rameal Fragmenté), un fertilizzante innovativo di tipo compost ricavato dalla riduzione in piccoli frammenti degli scarti di potatura (Philippe Lemossu del Consorzio della Quarantina e Simona Gervasio dell’Asci, Associazione di Solidarietà per la Campagna Italiana) e di Gruppi di Acquisto Solidale (Paola Letardi del Gas Birulò).
Nella ricognizione del territorio è risultato all’avanguardia il Municipio Medio Ponente, rappresentato dall’assessore all’Assetto del verde urbano Ferruccio Bommara.
Silvia Cama e Simone Benevelli, di “Terra!”, hanno presentato il progetto “Orti urbani a Valletta San Pietro, Cornigliano”, mentre Debora Lucchetti di “Met” (Manifattura Etica) ha parlato della “filiera che sostiene i produttori locali”
Quello di Valletta San Pietro, in particolare, riguarda 7 orti sinergici gestiti da un gruppo di giovani disoccupati. L’iniziativa era partita da un orto didattico. Un presidio importante, per il Comune e per il Municipio.
I volontari che ci lavorano sono detti “custodi”. Il termine enfatizza il concetto che la terra è un bene collettivo e che lavorarla non dà diritto alla proprietà. L’ortolano la tiene in custodia, per conto dell’umanità e dell’’intero pianeta.
Il Centro Est, con il presidente Simone Leoncini e con il suo vice Fabio Grubesich, assessore all’Ambiente, ha presentato i progetti “Valletta San Nicola”, Orto sul Porto, Gasosa” e “Un orto al Lagaccio”, su cui hanno riferito rispettivamente Alberto Ariccio, Ornella Ricciardi, Milena Frisone e Lucia Tringali.
Queste iniziative, ancora nella fase di avvio, sono, tutte tranne la prima, progetti di “auto sostentamento”.
In Valletta San Nicola si è costituito un comitato: un gruppo di cittadini si propone di riqualificare l’area e di farla diventare un polo di rilievo.
Da non dimenticare il Municipio Valpolcevera. Patrizia Palermo, assessora con molte competenze, tra cui il volontariato, le aree verdi, gli orti urbani, l’ambiente e la sostenibilità, ha presentato la Casetta Ambientale, che insieme al Palazzo Verde di Via del Molo, di cui ha riferito in precedenza Stefano Pirola, costituisce l’ossatura dei servizi di educazione ambientale del Comune.
L’importanza della Valpolcevera in questo movimento di cittadini, associazioni e istituzioni si percepisce anche dagli interventi Tiziana Carpanelli, l’organizzatrice della giornata, di recente incaricata della Direzione Scuola, Sport e Politiche Giovanili del Comune, e Marco Pasini, già dirigente di quel Municipio e da poco Direttore Integrazione Processi Manutentivi e Sviluppo Municipi Comune di Genova.
Il concetto di “educazione ambientale” è ben sviluppato da Pirola, che preferirebbe definirla “educazione alla responsabilità ambientale e allo sviluppo responsabile”.
Tutti i Municipi sono impegnati nell’attività di censimento e mappatura delle nuove aree da destinare a orto; quelli che hanno avuto a disposizione terreni da affidare ai cittadini li hanno assegnati o continuano ad assegnarli.
Per i territori non ancora citati sono intervenuti Carmelo Citraro (assessore Volontariato aree verdi Centro Ovest), Massimo Ferrante e Fabrizio Ivaldi (presidente e assessore Tutela Ambiente Bassa Val Bisagno), Agostino Gianelli e Gian Antonio Baghino (presidente e assessore Ambiente Media Val Bisagno), Maria Rosa Morlè (assessore Partecipazione e Difesa del Suolo Ponente), Alessandro Morgante (presidente Medio Levante), Nerio Farinelli e Michele Raffaelli (presidente e assessore assetto territorio e tutela ambiente Levante).
In occasione del convegno è stato distribuito un vademecum sugli orti urbani.
Per ulteriori chiarimenti, può essere utile consultare il regolamento.