Seduta finale Commissione speciale sull’alluvione
Si avvicina la demolizione dell’Ecomostro di Sestri

Si conclude nei tempi stabiliti l’inchiesta sulle cause che hanno portato all’esondazione del Fereggiano, del Bisagno e dello Sturla. La relazione verrà discussa entro la fine del ciclo amministrativo. Presto la demolizione del palazzo di via Giotto 

Testo Alternativo
Si sono conclusi oggi, con la presentazione della relazione finale dal parte del presidente, Giuseppe Costa, i lavori della commissione speciale per gli eventi alluvionali del 4 novembre scorso. Con la missione di valutare le cause di questi disastri, che ciclicamente si abbattono sul nostro territorio, i commissari hanno anche assolto il compito di elaborare delle misure per prevenire i rischi idrogeologici. Presentato in “zona Cesarini” (oggi scadono i tre mesi concessi dal Consiglio Comunale per terminare la relazione) il dossier è destinato a diventare una pietra miliare di tutte le inchieste sugli eventi alluvionali genovesi. Dal 6 dicembre ad oggi si sono succedute 13 sedute consiliari e innumerevoli audizioni: dai presidenti dei Municipi, alla Protezione civile, dai Lavori pubblici agli assessori comunali e regionali, dal il sindaco sino al presidente della regione, che ha delegato il suo assessore all’Ambiente. Ricco l’elenco degli argomenti trattati: i sistemi di allerta, la catena di comando delle emergenze, i lavori di somma urgenza, i danni subiti dai cittadini, i rimborsi, i piani di bacino. Non è mancato un sopralluogo nelle zone colpite dall’alluvione: via Donghi (scavi aperti sul rio Rovare) Corso Sardegna-Fereggiano, Bisagno (Piazzale Adriatico, via Mermi, Molassana, Geirato e borgo Incrociati). Il presidente Giuseppe Costa ha poi voluto ricordare uno per uno i nomi delle persone scomparse a causa dell’esondazione del Fereggiano: “Vittime innocenti della furia degli elementi, della precarietà del nostro territorio e dell’inefficienza dei nostri strumenti di prevenzione”. In estrema sintesi è stato valutato che le precipitazioni di quel tragico primo venerdì di novembre erano effettivamente fuori dal comune per intensità e concentrazione. Agli eventi atmosferici avversi va sommata l’urbanizzazione del territorio, la riduzione degli alvei e la loro tombinatura. Che con la scarsa manutenzione dei torrenti, la mancanza di controllo e di opere di manutenzione ha prodotto un mix micidiale di acqua, fango e detriti che ha spazzato via in pochi minuti un intero quartiere e sei vite. Faranno da corollario alla relazione ufficiale due documenti elaborati dai consiglieri Luca Dallorto e Luciano Grillo.

Via Giotto a Sestri: iniziato il percorso per la demolizione

Questa volta i riflettori sulla demolizione dell’Ecomostro di Via Giotto 15, non si sono spenti. A margine della Commissione sull’alluvione del novembre scorso, si è parlato anche di quella di Sestri Ponente dell’ottobre  2010, quando i piloni dell’edificio alla foce del torrente Chiaravagna hanno fatto da tappo alle acque che scendevano copiose dalle alture della delegazione del Ponente. “Il processo finalizzato all’acquisto degli appartamenti – ha commentato l’assessore ai lavori Pubblici Mario Margini – ha preso il via. Per il momento sono tre i proprietari intenzionati ad accettare l’indennizzo e a lasciare la propria abitazione”. Sul cammino della demolizione non sono mancati gli ostacoli. “In molti casi – ha proseguito Margini - non si sapeva di chi fosse la proprietà, che è stata stabilita da una sentenza definitiva, poi si è dovuto trovare un accordo con l’Intendenza di Finanza che pretendeva dai residenti una tassa per l’usucapione oltre alle imposte di registro». Il palazzo, che risale al 1953, è accusato sin dalla sua costruzione di essere una delle cause delle esondazioni del torrente Chiaravagna. Quando è stato edificato, proprio sull’alveo del torrente, aveva tutte le carte in regola.  Negli anni ’70 iniziò un contenzioso con il Demanio, non per i rischi idrogeologici che creava, ma per il pagamento dei diritti demaniali. Nel corso dei decenni la lite in tribunale tra lo Stato e i proprietari si tramutò in un valzer di perizie e controperizie che non consentiva di capire chi fosse effettivamente il proprietario dell’edificio. Una recente sentenza ha messo la parola fine alla lite tra i contendenti dando ragione ai residenti. Da qui il Comune è libero di acquistare gli appartamenti per dare corso alla demolizione dell’intero palazzo.
Genova, 5 marzo 2012
Ultimo aggiornamento: 06/03/2012
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