“Per creare lavoro si guardi anche al settore sociale, perchè i servizi alla persona non sono solo assistenza ma un grande volano di crescita e occupazione”. Lo ha detto l'ex ministro Livia Turco a margine del convegno “Il welfare e le relazioni Comune-Terzo settore”, che si è tenuto martedì 21 maggio nel salone di rappresentanza di Palazzo Tursi. Al centro dell'incontro la presentazione del volume “Logiche organizzative nel welfare locale. Governace, partecipazione, terzo settore” di Angelo Gasparre, del Dipartimento di economia dell'università degli studi di Genova.
“La realtà che stiamo vivendo - ha detto il sindaco aprendo i lavori – da un lato moltiplica i bisogni delle persone e dall'altro vede il sistema del welfare dei Comuni sempre più in difficoltà per il taglio delle risorse”. Da più di dieci anni il capoluogo ligure ha adottato un sistema di welfare in cui i rapporti con il terzo settore costituiscono un pilastro fondamentale. “Non è tanto una esternalizzazione dei servizi – ha detto l'assessore alle politiche socio sanitarie Paola Dameri - quanto una partneship strategica (relazione tra due o più soggetti legati da un contratto o centrata su su uno o più progetti, ndr)”. L'esito di questa ricerca, ha sottolineato l'assessore, rappresenta uno strumento particolarmente utile in quanto “I continui tagli delle risorse statali, costringono ad ottimizzare sempre di più i risultati, a cercare strumenti anche giuridici di relazione che consentano al terzo settore di continuare a operare senza ridurre l'occupazione e i servizi forniti”.
La parola passa poi a Cristina Lodi, presidente della commissione welfare del Comune di Genova: “Oggi è un'occasione molto importante di confronto tra passato e futuro del settore sociale, un futuro segnato profondamente dalla politica. Sono necessari nuovi finanziamenti per porre rimedio allo smantellamento dello stato sociale a livello nazionale e, di conseguenza, locale”.
Nel corso del convegno è emerso che il totale dei fondi nazionali per le politiche sociali dal 2008 al 2013 in Italia è diminuito da 2.526 a 271 milioni di euro: un calo degli investimenti del 90%. Tre i fondi azzerati: dal 2008 al 2013 in Italia il fondo per la non autosufficienza è passato da 300 milioni di euro a zero, quello per l'inclusione degli immigrati da 100 milioni di euro a zero, quello per i servizi all'infanzia da 100 milioni di euro a zero. Il fondo per le politiche sociali, la principale fonte di finanziamento statale della spesa sociale, è diminuito del -95%, da 929 a 44 milioni di euro, quello per le politiche della famiglia da 346 a 31 milioni di euro, per le politiche giovanili da 137 a 10 milioni di euro, per le pari opportunità da 64 a 17 milioni di euro, per il sostegno all'affitto da 205 a 14 milioni di euro, per il servizio civile da 299 a 113 milioni di euro, per l'infanzia e l'adolescenza da 43 a 40 milioni di euro.
“La realtà che stiamo vivendo - ha detto il sindaco aprendo i lavori – da un lato moltiplica i bisogni delle persone e dall'altro vede il sistema del welfare dei Comuni sempre più in difficoltà per il taglio delle risorse”. Da più di dieci anni il capoluogo ligure ha adottato un sistema di welfare in cui i rapporti con il terzo settore costituiscono un pilastro fondamentale. “Non è tanto una esternalizzazione dei servizi – ha detto l'assessore alle politiche socio sanitarie Paola Dameri - quanto una partneship strategica (relazione tra due o più soggetti legati da un contratto o centrata su su uno o più progetti, ndr)”. L'esito di questa ricerca, ha sottolineato l'assessore, rappresenta uno strumento particolarmente utile in quanto “I continui tagli delle risorse statali, costringono ad ottimizzare sempre di più i risultati, a cercare strumenti anche giuridici di relazione che consentano al terzo settore di continuare a operare senza ridurre l'occupazione e i servizi forniti”.
La parola passa poi a Cristina Lodi, presidente della commissione welfare del Comune di Genova: “Oggi è un'occasione molto importante di confronto tra passato e futuro del settore sociale, un futuro segnato profondamente dalla politica. Sono necessari nuovi finanziamenti per porre rimedio allo smantellamento dello stato sociale a livello nazionale e, di conseguenza, locale”.
Nel corso del convegno è emerso che il totale dei fondi nazionali per le politiche sociali dal 2008 al 2013 in Italia è diminuito da 2.526 a 271 milioni di euro: un calo degli investimenti del 90%. Tre i fondi azzerati: dal 2008 al 2013 in Italia il fondo per la non autosufficienza è passato da 300 milioni di euro a zero, quello per l'inclusione degli immigrati da 100 milioni di euro a zero, quello per i servizi all'infanzia da 100 milioni di euro a zero. Il fondo per le politiche sociali, la principale fonte di finanziamento statale della spesa sociale, è diminuito del -95%, da 929 a 44 milioni di euro, quello per le politiche della famiglia da 346 a 31 milioni di euro, per le politiche giovanili da 137 a 10 milioni di euro, per le pari opportunità da 64 a 17 milioni di euro, per il sostegno all'affitto da 205 a 14 milioni di euro, per il servizio civile da 299 a 113 milioni di euro, per l'infanzia e l'adolescenza da 43 a 40 milioni di euro.