Genova si ferma per l'ultimo addio. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, va a consolare uno ad uno i familiari delle vittime della tragedia del Porto. Per alcuni lunghi minuti si raccoglie intorno alle bare ricoperte dal Tricolore. Poi torna a sedere sui banchi delle prime file della Cattedrale di San Lorenzo, dove si trovano anche la presidente della Camera, Laura Boldrini, il presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando, il ministro della Difesa, Mario Mauro e il sindaco di Genova, Marco Doria.
Mentre si svolgono i Funerali di Stato e la città si blocca, le lancette dell'orologio continuano a girare solo dove tutto è cominciato, a Molo Giano, nell'incessante ricerca subacquea delll'ultimo disperso, Gianni Jacoviello. Anche a lui e al suo ricordo è stato dedicato uno stallo funebre, su cui i familiari hanno posto un pallone da basket.
Il sagrato di San Lorenzo è letteralmente sommerso dai fiori. Lì aspettano da ore migliaia di genovesi. Sono in attesa dell'arrivo, dalla camera ardente allestita nella capitaneria di porto, dei carri funebri. Un popolo composto, commosso, che rompe il silenzio solo alla vista delle otto bare avvolte nel tricolore, solo allora si scioglie in un lungo e commosso applauso.
I feretri entrano in chiesa portati a spalla mentre dall'altare vengono scanditi i nomi delle vittime: i militari di guardia costiera Daniele Fratantonio, 30 anni, di Rapallo; Davide Morella, 33 anni di Biella; Marco De Candussio, 40 anni di Lavagna; Giuseppe Tusa, 25 anni, di Milazzo; Francesco Cetrola, 38 anni, di Santa Marina di Salerno; il pilota Michele Robazza, 31 anni di Livorno; l'operatore radio dei rimorchiatori Sergio Basso, 50 anni di Genova; l'operatore radio dei piloti Maurizio Potenza, 50 anni, di Genova. Il sacerdote ha letto anche il nome di Gianni Jacoviello, il militare della guardia costiera ancora disperso. "In questa cattedrale - ha detto il cardinale Angelo Bagnasco pronunciando l'omelia - siamo stretti attorno alle salme dei nostri fratelli e spiritualmente anche a chi è ancora disperso. La sciagura che ha colpito il Porto ha lasciato incredula e stordita la città. A tutti, militari e civili, va l'abbraccio affettuoso di Genova, della Capitaneria, della Marina Militare, dell'intero Paese che, di fronte a tanto dolore, s'inchina e invoca che mai più accada".
Al momento di scambiarsi il segno di pace il presidente Giorgio Napolitano stringe le mani commosso ai familiari delle vittime. Ma il momento più toccante è l'attimo in cui sono risuonate le note del silenzio dopo la lettura della preghiera del marinaio e del navigante. Poi la cerimonia si conclude tra gli applausi rivolti alle bare che portate a spalla lasciano una ad una la Cattedrale. Anche dalla piazza risuona un battere di mani commosso.
La città intera è riassunta in questa folla ordinata, che scaccia il dolore che la affligge da quella maledetta notte del 7 maggio con un grande applauso, l'ultimo, verso i portelloni aperti degli otto carri funebri.
Mentre si svolgono i Funerali di Stato e la città si blocca, le lancette dell'orologio continuano a girare solo dove tutto è cominciato, a Molo Giano, nell'incessante ricerca subacquea delll'ultimo disperso, Gianni Jacoviello. Anche a lui e al suo ricordo è stato dedicato uno stallo funebre, su cui i familiari hanno posto un pallone da basket.
Il sagrato di San Lorenzo è letteralmente sommerso dai fiori. Lì aspettano da ore migliaia di genovesi. Sono in attesa dell'arrivo, dalla camera ardente allestita nella capitaneria di porto, dei carri funebri. Un popolo composto, commosso, che rompe il silenzio solo alla vista delle otto bare avvolte nel tricolore, solo allora si scioglie in un lungo e commosso applauso.
I feretri entrano in chiesa portati a spalla mentre dall'altare vengono scanditi i nomi delle vittime: i militari di guardia costiera Daniele Fratantonio, 30 anni, di Rapallo; Davide Morella, 33 anni di Biella; Marco De Candussio, 40 anni di Lavagna; Giuseppe Tusa, 25 anni, di Milazzo; Francesco Cetrola, 38 anni, di Santa Marina di Salerno; il pilota Michele Robazza, 31 anni di Livorno; l'operatore radio dei rimorchiatori Sergio Basso, 50 anni di Genova; l'operatore radio dei piloti Maurizio Potenza, 50 anni, di Genova. Il sacerdote ha letto anche il nome di Gianni Jacoviello, il militare della guardia costiera ancora disperso. "In questa cattedrale - ha detto il cardinale Angelo Bagnasco pronunciando l'omelia - siamo stretti attorno alle salme dei nostri fratelli e spiritualmente anche a chi è ancora disperso. La sciagura che ha colpito il Porto ha lasciato incredula e stordita la città. A tutti, militari e civili, va l'abbraccio affettuoso di Genova, della Capitaneria, della Marina Militare, dell'intero Paese che, di fronte a tanto dolore, s'inchina e invoca che mai più accada".
Al momento di scambiarsi il segno di pace il presidente Giorgio Napolitano stringe le mani commosso ai familiari delle vittime. Ma il momento più toccante è l'attimo in cui sono risuonate le note del silenzio dopo la lettura della preghiera del marinaio e del navigante. Poi la cerimonia si conclude tra gli applausi rivolti alle bare che portate a spalla lasciano una ad una la Cattedrale. Anche dalla piazza risuona un battere di mani commosso.
La città intera è riassunta in questa folla ordinata, che scaccia il dolore che la affligge da quella maledetta notte del 7 maggio con un grande applauso, l'ultimo, verso i portelloni aperti degli otto carri funebri.