Verso Genova sconvolta
il calore della solidarietà

Lo strazio per i morti e il salvataggio di un ragazzo. La Cei stanzia 1 milione di euro e Bagnasco invita i parroci a mobiliarsi. Bersani lancia l’idea di una sottoscrizione, La Russa mette a disposizione l’esercito. Annullati spettacoli, appuntamenti ed eventi sportivi e culturali. Per molti notte in ufficio

Foto di Chiara Guatelli
La pioggia scende senza tregua, con una quantità – dicono i meteorologi – di diverse centinaia di millimetri cubi al secondo. Era stata annunciata come una possibile alluvione devastante, e così si è confermata. Sei morti (quattro adulti e due bambini) e un disperso fino alla tarda serata. Le storie delle persone che ci hanno rimesso la vita – tutte a causa del Fereggiano impazzito - saranno ricostruite per intero nelle prossime ore. Le prime notizie parlano di una donna che è rimasta schiacciata tra due auto sollevate dalla forza delle onde e trascinate dalla corrente; di una mamma di origine albanese con le sue due bambine, 1 e 8 anni, sorpresi dall’acqua, con un’altra persona, nell’androne di un caseggiato di via Fereggiano 2B; e di altri due adulti. Francesco Plateroti, 45 anni, residente al n. 2 di via Fareggiano racconta ai giornalisti i drammatici momenti del salvataggio di due persone, un quindicenne che si trovava nel  sottoscala della tragedia, Domenico Sanfilippo, e il sessantenne Vinceno Ranieri. «Il ragazzino – dice Plateroti – gridava “là sotto c’è mia madre!”, ma non sono riuscito a fare nulla. Lui gridava aiuto e gli ho passato unn arbusto mentre la corrente lo spingeva giù e sono riuscito a tirarlo fuori. L’altra persona, che è un mio amico, era incastrato, non riuscivo a muoverlo, gli ho detto di girarsi, lui si è mosso e non so come sono riuscito a tirarlo fuori. Poveretto, quel ragazzino mi gridava che c’era la sua mamma, ma io non li vedevo». La sua mamma, alla fine si è saputo, era Angela Chiaramante, infermiera quarantenne, travolta nel fango che l'ha trascinata via nei fondi del palazzo. La stessa fine di Shiprese Djala, 28 anni, albanese di origini, morta abbracciata con Janissa e Gioia, rispettivamente di uno e otto anni. Con loro anche Evelina Pietranera, edicolante cinquantenne. Per loro l'eroico Plateroti non ha potuto fare nulla. L'altra vittima la studentessa Serena Costa, 19 anni, morta nell'acqua che ha invaso via Fereggiano: era uscita per andare a prendere il fratello a scuola.

Anche un video che gira su Youtube rende tutta la drammaticità della sciagura che ha colpito la città, con la cronaca di una donna che in lacrime gira le immagini di auto e moto trascinate dalla furia delle acque che invadono la strada e a un certo punto con un urlo zoomma su quello che sembra un corpo umano - ma forse non lo è, potrebbe essere qualunque cosa, le immagini sono rapide e confuse - che si intravvede per pochi secondi in mezzo alle onde, sbattere contro un’auto e poi sparire...

Intanto si è messa in moto la macchina della solidarietà, e non solo da Genova, dove al numero verde della Protezione civile sono arrivate numerose offerte in denaro: solo che non è stato possibile accettarle. Un servizio dedicato sarà attivato al più presto. Il cardinale Bagnasco, dal canto suo, ha detto che prega per le vittime ed è vicino alle persone colpite dalla tragedia. Il cardinale ha esortato i parroci a impegnarsi in opere di solidarietà e «a rendersi disponibili ad affrontare i problemi più impellenti», e si è augurato che «si accresca la mobilitazione di ogni persona di buona volontà per alleviare le difficoltà più urgenti di queste ore».  La Cei, presieduta dallo stesso Bagnasco, ha disposto un contributo straordinario di un milione di euro dai fondi dell’8 per mille destinati alla Chiesa cattolica.
Dal segretario del Pd Pierluigi Bersani è venuta la proposta di una sottoscrizione per le popolazioni della Liguria e della Toscana. Il ministro della difesa La Russa ha detto che «l’esercito e le forze armate sono pronti a intervenire con i 500 uomini già presenti e con i 30 in servizio nell’ambito dell’operazione “Strade sicure”».
Solidarietà e cordoglio anche dal presidente della Regione Emilia Romagna Vasco Errani in un telegramma inviato al sindaco di Genova Marta Vincenzi e al presidente della Regione Claudio Burlando: «Siamo pronti – ha scritto fra l’altro – a mettere subito in atto ogni azione a favore delle popolazioni colpite, a cominciare dal supporto che la protezione civile dell’Emilia Romagna sta sviluppando sui territori interessati dalle inondazioni dei giorni scorsi».

Durante la giornata, nonostante la pioggia battente, molti genitori sono andati a prendere i figli a scuola e diverse aziende si sono attrezzate per far dormire i dipendenti in ufficio, facendo arrivare pasti caldi e generi di conforto per affrontare la notte. Non si sa se domani riusciranno a tornare a casa, soprattutto quelli del ponente.
In diverse scuole ancora fino a sera alunni e professori erano nelle classi dei piani superiori in attesa di capire se sarebbero stati messi in grado di raggiungere le proprie famiglie oppure se passeranno la notte a scuola.
Chiusi gli impianti sportivi  e annullate gare e partite (compresa Genova-Inter), saltati appuntamenti teatrali, spettacoli, eventi culturali. La gente ha cercato di non muoversi di casa.
Il ministro alle infrastrutture Altero Matteoli ha aperto una linea costante con il prefetto di Genova Giuseppe Musolino. L’unità di crisi della Protezione Civile, da stamattina, è diventata itinerante spostandosi, secondo le esigenze, dal Matitone alla questura, poi alla Prefettura e poi di nuovo al Matitone.
Per buona parte del pomeriggio la cronaca è ruotata attorno alla notizia del pericolo di un’onda di piena del Bisagno – straripato in mattinata all’altezza di piazzale Adriatico – il cui livello, per fortuna, si è abbassato, ma il rischio rimane alto, così come per il Fereggiano: proprio in via Fereggiano nella prima serata sono stati evacuati due palazzi.

L’alluvione del 1970 che si era abbattuta sul capoluogo ligure il 7 e l’8 ottobre, aveva  causato 25 morti: 900 mm di pioggia, caduti in 24 ore (il 90 per cento della media annua) avevano fatto esondare il Polcevera, il Bisagno e il Leira. La perdita economica nella sola città di Genova era stata stimata in 45 miliardi di lire, con danni enormi anche al patrimonio artistico.

In redazione per i servizi sull'alluvione
Manuela Facino, Michele Luna, Gianfranco Sansalone, Cesare Torre, Sara Verterano.
Genova, 4 novembre 2011
Ultimo aggiornamento: 07/11/2011
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