«Mazzini guardava all’unità dei popoli e al diverso rapporto tra Stati sovrani e solidarietà tra popoli soprattutto come uno strumento per raggiungere la pace. Dell’Europa come sviluppo della democrazia aveva avuto una visione quasi profetica e oggi, dopo averlo riconosciuto come padre fondatore della nostra Repubblica e per molti versi della nostra Costituzione mi sembra che questa veste di uomo votato alla pace dei popoli sia la sua dimensione più attuale». Marta Vincenzi definisce così Giuseppe Mazzini, a 140 anni esatti dalla morte del filosofo, politico, rivoluzionario e patriota genovese, morto a Pisa il 10 marzo 1872.
Per l’occasione, nel Mausoleo del cimitero di Staglieno, si è svolta una cerimonia, alla quale ha preso parte il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Paolo Peluffo, con la deposizione di corone sulla tomba dell’ispiratore della nascita dello Stato unitario italiano.
«Genova – ha detto fra l’altro Peluffo – ha l’onore di custodire l’uomo per molti versi più moderno e attuale che ha avuto l’idea di costruire una nazione, uno dei più grandi intellettuali dell’Ottocento, un rivoluzionario ma anche una persona che ha insegnato che i doveri vengono insieme ai diritti, e che senza i doveri non ci sono diritti. Mazzini lavorava sui doveri e questa è un’idea molto moderna: per lui era importante lo spirito di servizio e la capacità di rinunciare all’interesse individuale per perseguire quello della comunità. Genova fa bene a raccontare Mazzini, forse lo abbiamo raccontato poco».
Dopo la deposizione delle corone e gli interventi del sindaco e del sottosegretario, la Filarmonica Sestrese ha eseguito, davanti al Mausoleo – dove era presente una piccola folla che ha partecipato alla celebrazione, che si inquadra nelle Giornate Mazziniane previste dal 9 al 17 marzo, organizzate dall’Istituto Mazziniano–Museo del Risorgimento, dal Settore Musei del Comune di Genova e dall’Ufficio Cerimoniale del Gabinetto dei Sindaco – la Marcia dell’Ernani di Verdi e l’Inno di Mameli.
Per l’occasione, nel Mausoleo del cimitero di Staglieno, si è svolta una cerimonia, alla quale ha preso parte il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Paolo Peluffo, con la deposizione di corone sulla tomba dell’ispiratore della nascita dello Stato unitario italiano.
«Genova – ha detto fra l’altro Peluffo – ha l’onore di custodire l’uomo per molti versi più moderno e attuale che ha avuto l’idea di costruire una nazione, uno dei più grandi intellettuali dell’Ottocento, un rivoluzionario ma anche una persona che ha insegnato che i doveri vengono insieme ai diritti, e che senza i doveri non ci sono diritti. Mazzini lavorava sui doveri e questa è un’idea molto moderna: per lui era importante lo spirito di servizio e la capacità di rinunciare all’interesse individuale per perseguire quello della comunità. Genova fa bene a raccontare Mazzini, forse lo abbiamo raccontato poco».
Dopo la deposizione delle corone e gli interventi del sindaco e del sottosegretario, la Filarmonica Sestrese ha eseguito, davanti al Mausoleo – dove era presente una piccola folla che ha partecipato alla celebrazione, che si inquadra nelle Giornate Mazziniane previste dal 9 al 17 marzo, organizzate dall’Istituto Mazziniano–Museo del Risorgimento, dal Settore Musei del Comune di Genova e dall’Ufficio Cerimoniale del Gabinetto dei Sindaco – la Marcia dell’Ernani di Verdi e l’Inno di Mameli.