“TABEMONO NO BI”: una conferenza alla "Berio" introduce la mostra del Museo Chiossone sul gusto e la tavola giapponesi

Giovedì 29 ottobre, alle ore 17, la biblioteca Berio ospiterà la conferenza dal titolo “Tabemono no bi: bellezza, gusto e immagine della tavola giapponese”, momento introduttivo e di presentazione dell’omonima mostra del Museo d’Arte Orientale “Edoardo Chiossone” che verrà invece inaugurata venerdì 30 ottobre alle ore 17 e rimarrà visitabile fino al 25 giugno 2016.

La mostra esalta sapori, riti e tradizioni della cucina giapponese, una delle più apprezzate al mondo: pescatori e dei del mare, cerimonia del tè ed eleganti suppellettili da tavola in lacca e ceramica, influenze religiose dello Shintō e del Buddhismo su abitudini e tabù alimentari sono solo alcuni degli aspetti che sia la conferenza introduttiva (tenuta dalla curatrice del museo  Donatella Failla) che la mostra metteranno in luce. 

La cucina giapponese (washoku), con particolare riguardo alla tradizione kaiseki di Kyōto, nel 2014 è stata inserita nella lista UNESCO come patrimonio intangibile dell’Umanità.
Le motivazioni di questo riconoscimento evidenziano innanzitutto che la cucina washoku è intimamente legata al rispetto della natura e, di conseguenza, anche all’uso sostenibile delle risorse alimentari e naturali; sottolineano, inoltre, che la tradizionale dieta nipponica contribuisce validamente alla longevità e alla prevenzione dell’obesità.

Tra le più prospere e variegate del mondo, la ristorazione giapponese ha lontane origini nel Medioevo, ma la sua evoluzione in epoca premoderna è legata sia ai movimenti d’uomini e merci che si dipanavano lungo le principali vie di comunicazione, sia allo sviluppo delle grandi città – Kyōto, Ōsaka e specialmente Edo, l’attuale Tōkyō – e alla precoce formazione di una vivace cultura borghese.

In sostanza, la tradizione culinaria giapponese si è formata durante i secoli XVII-XIX nel Giappone premoderno, non già nelle case degli aristocratici, bensì in seno agli ambienti borghesi e all’industria della ristorazione connaturata al fenomeno dell’urbanesimo.

La mostra “Tabemono no bi: bellezza, gusto e immagine della tavola giapponese” è organizzata nell’ambito del progetto: “Nutrirsi d’arte” del settore Musei e Biblioteche in occasione di Expò 2015.

Ordinata in sei sezioni, l’esposizione comprende circa 150 opere appartenenti alle collezioni del Museo Chiossone, tra cui dipinti, stampe policrome, lacche, porcellane e bronzi:

1. Introduzione. Washoku, la cucina giapponese. Il cibo nell’antichità giapponese. Influenze dello Shintō e del Buddhismo sulle abitudini e i tabù alimentari giapponesi. Divinità del mare, dei campi e della cucina.

2. Ricchezze delle acque, dei campi e dei monti. Pesci, pescatori e mercati ittici. Riso e sake. Prodotti dei campi coltivati, dei boschi e dei monti.

3. Suppellettili giapponesi da pasto in lacca e porcellana. La tavola in casa. Gioire della natura e mangiare: suppellettili per merende e picnic.

4. Case da tè e ristoranti alla moda nel periodo premoderno. Locali di ristoro nella capitale Edo.

5. Yōshoku, i cibi occidentali e i forestieri in Giappone. Ricette d’importazione nel Giappone del secolo XVI. La tavola occidentale in Giappone e gli Olandesi di Dejima. Suppellettili da esportazione per la tavola occidentale. L’apertura del Giappone alle relazioni internazionali alla metà del secolo XIX: i residenti stranieri di Yokohama a tavola visti dai Giapponesi. “Mangiar carne per illuminarsi”: le nuove abitudini alimentari di origine occidentale nel periodo Meiji (1868-1912).

6. Chanoyu e sencha. Chanoyu, la cerimonia del tè classica e le sue tradizioni artistiche e collezionistiche. Sencha, il tè infuso alla maniera cinese: gli adepti nell’ambiente dei letterati bunjin e le suppellettili di gusto cinese

data: 
27/10/2015
Ultimo aggiornamento: 27/10/2015
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