Firmato oggi pomeriggio a Palazzo Rosso, presenti il vicesindaco Stefano Bernini, l'assessore al turismo Carla Sibilla, il presidente della Camera di Commercio Paolo Odone e Chris Lehane, Head of Global Policy and Public Affairs di Airbnb, un protocollo d'intesa tra Comune di Genova e la Società Airbnb - il portale online che mette in contatto persone in cerca di un alloggio per brevi periodi con persone che dispongono di uno spazio extra da affittare - allo scopo di raccogliere, per conto dell'amministrazione, l'imposta di soggiorno dovuta dai turisti che visitano la città. Il testo dell'accordo era stato precedentemente deliberato dalla Giunta comunale lo scorso 31 maggio.
Funziona così. Al momento della prenotazione online, il turista troverà, tra le caselle dei costi aggiuntivi, anche quella che riguarda la tassa di soggiorno, calcolata in base al numero degli ospiti e dei giorni di permanenza. A Genova ammonta a 1 euro al giorno per i primi 8 giorni di pernottamento. In sostanza, l'imposta di soggiorno verrà versata dal turista al portale della Società Airbnb che, a sua volta, provvederà a riversarla nelle casse del Comune.
Un'iniziativa che sgrava il Comune dai costi della riscossione e crea un grande vantaggio a chi affitta, che non dovrà più calcolare e trasferire quanto dovuto al Comune, relativamente alle prenotazioni effettuate sulla piattaforma. Dal prossimo mese, la categoria verrà interessata da una campagna informativa a partire dal portale della Società Airbnb nelle pagine dedicate all’ospitare responsabilmente.
L'intesa, che entrerà in vigore nel mese di agosto e che avrà un anno di sperimentazione, anche in considerazione della continua evoluzione della normativa, rappresenta il primo caso in Italia di collaborazione tra una società che gestisce la raccolta della domanda turistica e una pubblica amministrazione che, in base alla legge art. 4 del dlgs n. 23/2011, può applicare un'imposta di soggiorno a carico di chi alloggia nelle strutture ricettive, secondo criteri di gradualità in proporzione al prezzo. Dall'accordo si prevede di ottenere circa 300 mila euro di risorse aggiuntive all'anno da reinvestire in sviluppo turistico.
Genova si aggiunge così a capitali del turismo come Parigi, Lisbona e Amsterdam e a oltre 275 amministrazioni del mondo dove accordi similari sono già in vigore. A siglare l'accordo, con i dirigenti Cesare Torre e Piera castagnacci, rispettivamente al Marketing della Città, Turismo e Politiche delle Entrate e Tributi, è giunto a Genova Chris Lehane, che dal 2015 Airbnb ha nominato responsabile dei rapporti con la politica.
“Genova è nota - ha sottolineato Lehane - per essere una città con uno sguardo sempre volto al futuro e siamo orgogliosi di continuare il nostro impegno atto a venire incontro ai cittadini, semplificando processi complessi, e a aiutare le autorità competenti a ricevere quest’importante risorsa finanziaria".
La presenza di Airbnb a Genova è particolarmente significativa. I dati regionali sulla comunità genovese ci fanno sapere che al momento sono 1.100 gli host (nel gergo del turismo coloro che ospitano) a fronte dei 950 del 2016. Sempre nel 2016 ci sono stati 57.000 ospiti in arrivo, con un 70% in più rispetto al 2015. Il dato cresce prendendo in esame gli ultimi 12 mesi (da giugno 2016 a giugno 2017), con 64.000 arrivi.
L’host tipo ha messo a disposizione il proprio spazio per 39 notti - meno di un giorno a settimana - guadagnando 2.700 Euro. La grande maggioranza (84%) degli ospiti veniva dall’Europa, e uno su 10 dal Nord America. In media, il soggiorno degli ospiti è stato di 3 notti.
“L’accordo a Genova è un esempio di come Airbnb e le autorità dovrebbero collaborare. Con più di 300 amministrazioni partner fiscali nel mondo, abbiamo imparato come possiamo collaborare al meglio con le istituzioni per mettere in azione un approccio che raggiunga gli obiettivi del paese. Ci impegniamo a lavorare in modo affidabile con i governi e siamo felici di continuare il dialogo con le amministrazioni di Firenze e Milano", ha concluso Lehane.
Alla base dell'intesa l'assenza di obblighi legislativi da parte di chi raccoglie l'imposta, di trasmissione di dati sensibili di ospiti e proprietari né responsabilità in solido sulle somme da riscuotere.
Con l'occasione il Comune di Genova ha annunciato il recente riconoscimento del sistema di gestione dell’Imposta di soggiorno di Genova come “Good Practice” del Programma Urbact, finanziato dall’Unione Europea. Il modello genovese è stato scelto fra 270 progetti provenienti da 219 citta di 29 Paesi europei.
La Good Practice proposta da Genova, l'unica approvata nel settore del turismo, costituisce un modello per altre città europee, per la sua capacità di rendere il turismo un elemento di sviluppo urbano sostenibile sul piano sociale ed economico per tutto il contesto urbano.
In particolare, il modello genovese viene inserito fra le pratiche volte alla crescita delle piccole e medie imprese ed è stato apprezzato in particolare per la rilevanza che potrebbe avere per altre città europee e la potenziale trasferibilità ad altre realtà urbane. E' in programma in ottobre a Tallinn, capitale dell'Estonia, la presentazione del modello genovese.
Nel frattempo il segretariato centrale di Urbact, con sede a Parigi, lancerà un piano di comunicazione a livello continentale per il lancio dei successivi "transfer network", progetti di reti di città costituiti per approfondire, apprendere e diffondere le "Good Practice".
Funziona così. Al momento della prenotazione online, il turista troverà, tra le caselle dei costi aggiuntivi, anche quella che riguarda la tassa di soggiorno, calcolata in base al numero degli ospiti e dei giorni di permanenza. A Genova ammonta a 1 euro al giorno per i primi 8 giorni di pernottamento. In sostanza, l'imposta di soggiorno verrà versata dal turista al portale della Società Airbnb che, a sua volta, provvederà a riversarla nelle casse del Comune.
Un'iniziativa che sgrava il Comune dai costi della riscossione e crea un grande vantaggio a chi affitta, che non dovrà più calcolare e trasferire quanto dovuto al Comune, relativamente alle prenotazioni effettuate sulla piattaforma. Dal prossimo mese, la categoria verrà interessata da una campagna informativa a partire dal portale della Società Airbnb nelle pagine dedicate all’ospitare responsabilmente.
L'intesa, che entrerà in vigore nel mese di agosto e che avrà un anno di sperimentazione, anche in considerazione della continua evoluzione della normativa, rappresenta il primo caso in Italia di collaborazione tra una società che gestisce la raccolta della domanda turistica e una pubblica amministrazione che, in base alla legge art. 4 del dlgs n. 23/2011, può applicare un'imposta di soggiorno a carico di chi alloggia nelle strutture ricettive, secondo criteri di gradualità in proporzione al prezzo. Dall'accordo si prevede di ottenere circa 300 mila euro di risorse aggiuntive all'anno da reinvestire in sviluppo turistico.
Genova si aggiunge così a capitali del turismo come Parigi, Lisbona e Amsterdam e a oltre 275 amministrazioni del mondo dove accordi similari sono già in vigore. A siglare l'accordo, con i dirigenti Cesare Torre e Piera castagnacci, rispettivamente al Marketing della Città, Turismo e Politiche delle Entrate e Tributi, è giunto a Genova Chris Lehane, che dal 2015 Airbnb ha nominato responsabile dei rapporti con la politica.
“Genova è nota - ha sottolineato Lehane - per essere una città con uno sguardo sempre volto al futuro e siamo orgogliosi di continuare il nostro impegno atto a venire incontro ai cittadini, semplificando processi complessi, e a aiutare le autorità competenti a ricevere quest’importante risorsa finanziaria".
La presenza di Airbnb a Genova è particolarmente significativa. I dati regionali sulla comunità genovese ci fanno sapere che al momento sono 1.100 gli host (nel gergo del turismo coloro che ospitano) a fronte dei 950 del 2016. Sempre nel 2016 ci sono stati 57.000 ospiti in arrivo, con un 70% in più rispetto al 2015. Il dato cresce prendendo in esame gli ultimi 12 mesi (da giugno 2016 a giugno 2017), con 64.000 arrivi.
L’host tipo ha messo a disposizione il proprio spazio per 39 notti - meno di un giorno a settimana - guadagnando 2.700 Euro. La grande maggioranza (84%) degli ospiti veniva dall’Europa, e uno su 10 dal Nord America. In media, il soggiorno degli ospiti è stato di 3 notti.
“L’accordo a Genova è un esempio di come Airbnb e le autorità dovrebbero collaborare. Con più di 300 amministrazioni partner fiscali nel mondo, abbiamo imparato come possiamo collaborare al meglio con le istituzioni per mettere in azione un approccio che raggiunga gli obiettivi del paese. Ci impegniamo a lavorare in modo affidabile con i governi e siamo felici di continuare il dialogo con le amministrazioni di Firenze e Milano", ha concluso Lehane.
Alla base dell'intesa l'assenza di obblighi legislativi da parte di chi raccoglie l'imposta, di trasmissione di dati sensibili di ospiti e proprietari né responsabilità in solido sulle somme da riscuotere.
Con l'occasione il Comune di Genova ha annunciato il recente riconoscimento del sistema di gestione dell’Imposta di soggiorno di Genova come “Good Practice” del Programma Urbact, finanziato dall’Unione Europea. Il modello genovese è stato scelto fra 270 progetti provenienti da 219 citta di 29 Paesi europei.
La Good Practice proposta da Genova, l'unica approvata nel settore del turismo, costituisce un modello per altre città europee, per la sua capacità di rendere il turismo un elemento di sviluppo urbano sostenibile sul piano sociale ed economico per tutto il contesto urbano.
In particolare, il modello genovese viene inserito fra le pratiche volte alla crescita delle piccole e medie imprese ed è stato apprezzato in particolare per la rilevanza che potrebbe avere per altre città europee e la potenziale trasferibilità ad altre realtà urbane. E' in programma in ottobre a Tallinn, capitale dell'Estonia, la presentazione del modello genovese.
Nel frattempo il segretariato centrale di Urbact, con sede a Parigi, lancerà un piano di comunicazione a livello continentale per il lancio dei successivi "transfer network", progetti di reti di città costituiti per approfondire, apprendere e diffondere le "Good Practice".