Dopo il grave episodio di mercoledì scorso gli amministratori hanno voluto rimarcare la netta condanna della brutale aggressione, opera di violenti che devono essere individuati e perseguiti con rigore dalla giustizia. L'azione di questi aggressori non va però attribuita ad un'intera comunità, ma personalmente a coloro che l'hanno commessa. L'episodio non va confuso, per ragioni di strumentalizzazione politica, con la realtà e i problemi del campo sinti di Bolzaneto. È però necessario che tutti collaborino a isolare e punire i colpevoli. ll rispetto della legalità è, infatti, una condizione inderogabile e non è ammissibile che aggressori e violenti possano trovare coperture o complicità. Ciò vale in qualunque quartiere di Genova perché fatti analoghi si sono verificati anche in altre parti della città dove non esistono campi nomadi. La realtà complessa dei campi e, in particolare, di quello di Bolzaneto deve essere affrontata non sull'onda emotiva di episodi gravi come questo, ma proseguendo con impegno il programma di regolamentazione e di superamento dei campi che l'Amministrazione comunale sta attuando da tempo in modo concreto e con buoni risultati, in attuazione della strategia nazionale di inclusione dei rom, sinti e “caminanti” varata dal Consiglio dei ministri il 24 febbraio 2013 dopo gli accordi sottoscritti dallo Stato italiano con il Consiglio europeo. Ciò richiede naturalmente che le persone residenti nei campi collaborino rispettando le regole, assicurando l'integrazione scolastica dei minori, agevolando l'azione dei servizi sociali e favorendo in generale la convivenza civile.
Gli amministratori hanno ricordato in particolare il costante impegno del Comune grazie a speciali progetti di inclusione. Dal 2012 esiste un intervento educativo all'interno del Campo di Bolzaneto con la presenza di 2 educatori per 18 ore settimanali. Ci sono poi le azioni per contrastare la dispersione scolastica dei minori e promuovere la prevenzione socio-sanitaria grazie alla rete “La Ruota” che coinvolge gli Istituti comprensivi di Bolzaneto e di Pontedecimo, il Consultorio familiare di Bolzaneto, la Comunità di S. Egidio, CSMF e l'ATS 41. Nel 2013, inoltre, il Comune di Genova ha aderito al “Progetto nazionale per l'integrazione e l'inclusione dei bambini Rom Sinti e Caminanti” con l'obiettivo dell'inclusione dei bambini e adolescenti.
L'Amministrazione comunale ricorda che dal 2013, in ottemperanza alla strategia nazionale di inclusione che prevede il graduale superamento dei campi e l'attivazione di progetti di inclusione, ad oggi sono stati sgomberati a Genova con ordinanze del sindaco 5 campi abusivi: uno dei due campi di via Bruzzo in Valpolcevera, il campo di salita Acquamarsa sempre in Valpolcevera, il campo sulla Fascia di rispetto Prà, l'occupazione abusiva nel greto del torrente Cerusa e il campo in passo Torbella / via Perlasca in Valpolcevera. Altri 3 campi abusivi sono stati sgomberati dalla Polizia di Stato in collaborazione con la Polizia municipale: l'occupazione abusiva in via Prasca, l'insediamento di roulotte in via Aviatori e Pionieri d’Italia e l'insediamento in salita Liggia.
In Lungomare Canepa, inoltre, sono già stati effettuati alcuni sgomberi di edifici abusivamente occupati che verranno completati nei prossimi mesi.
Nell'autunno 2014 è stato chiuso anche il campo autorizzato di via Adamoli.
Per tutte le famiglie l'Amministrazione civica ha previsto un percorso di ricollocamento e integrazione, monitorato dalla Direzione Politiche sociali.
Gli amministratori hanno ricordato in particolare il costante impegno del Comune grazie a speciali progetti di inclusione. Dal 2012 esiste un intervento educativo all'interno del Campo di Bolzaneto con la presenza di 2 educatori per 18 ore settimanali. Ci sono poi le azioni per contrastare la dispersione scolastica dei minori e promuovere la prevenzione socio-sanitaria grazie alla rete “La Ruota” che coinvolge gli Istituti comprensivi di Bolzaneto e di Pontedecimo, il Consultorio familiare di Bolzaneto, la Comunità di S. Egidio, CSMF e l'ATS 41. Nel 2013, inoltre, il Comune di Genova ha aderito al “Progetto nazionale per l'integrazione e l'inclusione dei bambini Rom Sinti e Caminanti” con l'obiettivo dell'inclusione dei bambini e adolescenti.
L'Amministrazione comunale ricorda che dal 2013, in ottemperanza alla strategia nazionale di inclusione che prevede il graduale superamento dei campi e l'attivazione di progetti di inclusione, ad oggi sono stati sgomberati a Genova con ordinanze del sindaco 5 campi abusivi: uno dei due campi di via Bruzzo in Valpolcevera, il campo di salita Acquamarsa sempre in Valpolcevera, il campo sulla Fascia di rispetto Prà, l'occupazione abusiva nel greto del torrente Cerusa e il campo in passo Torbella / via Perlasca in Valpolcevera. Altri 3 campi abusivi sono stati sgomberati dalla Polizia di Stato in collaborazione con la Polizia municipale: l'occupazione abusiva in via Prasca, l'insediamento di roulotte in via Aviatori e Pionieri d’Italia e l'insediamento in salita Liggia.
In Lungomare Canepa, inoltre, sono già stati effettuati alcuni sgomberi di edifici abusivamente occupati che verranno completati nei prossimi mesi.
Nell'autunno 2014 è stato chiuso anche il campo autorizzato di via Adamoli.
Per tutte le famiglie l'Amministrazione civica ha previsto un percorso di ricollocamento e integrazione, monitorato dalla Direzione Politiche sociali.