Gli antichi Assiri rivivono al Museo Archeologico di Pegli. Fino al 18 luglio ospita alcune bellissime lastre e bassorilievi assiri che ornavano i palazzi di Nimrud, la biblica Kalakh, e di Khorsabad, due dei principali centri di potere dell’Assiria, un’area di antichissima civiltà del vicino Oriente, lungo il medio ed alto corso del fiume Tigri, nell’attuale Iraq.
Le ultime drammatiche devastazioni dei palazzi a Nimrud e Khorsabad in Iraq hanno portato alle cronache vestigia di un passato artistico di inestimabile valore, purtroppo sottoposto a rischio distruzione. Un vero e proprio attentato all’identità culturale di interi territori.
Decine di queste opere sono conservati oggi nei musei di città italiane come Roma, Firenze, Torino, Venezia.
Sino ad aggi la mostra, inaugurata il 13 gennaio, ha riscosso un notevole successo richiamando oltre 5mila visitatori e numerosi studiosi di altissimo livello come i professori Lorenzo Verderame, esperto di lingue semitiche ed in particolare di sumero dell’Università La Sapienza di Roma e Rosa Ronzitti di Glottologia e Linguistica del DIRAAS dell’Università di Genova, che hanno tenuto un seminario dove, per la prima volta, è stata proposta al pubblico la traduzione di un testo in caratteri cuneiformi di una lastra originariamente sistemata nella sala del trono del palazzo reale di Khorsabad.
Visto il grande seguito di questa iniziativa, il Museo di Archeologia Ligure ha concordato con l’Università di Genova analoghi incontri per approfondire, con la partecipazione degli studenti, le particolarità di altre due lingue documentate da straordinari reperti presenti nelle collezioni: “Il latino della Tavola bronzea di Polcevera” e “L’antico egizio nei geroglifici del sarcofago dipinto di Pasherienaset”.
Il 20 maggio la mostra, aperta straordinariamente dalle 21 alle 23, ospiterà un’iniziativa nell’ambito della Giornata Internazionale dei Musei ICOM, quest’anno dedicata proprio a “Musei e storie controverse: raccontare l’indicibile nei Musei”.
Una narrazione per immagini, tra Ottocento e recenti distruzioni, proverà a sottolineare il ruolo del museo anche come luogo di dialogo tra le culture e le comunità.
A Genova le lastre esposte sono giunte grazie al missionario domenicano Luigi De Negri di Montaldeo (1809 – 1878), che di ritorno dai suoi viaggi in Oriente donò, attorno al 1860, tre frammenti di lastre assire all’Università di Genova.
Nel 1892 i pezzi furono esposti in Palazzo Bianco in occasione della “Mostra di Arte Antica”, una rassegna delle principali raccolte archeologiche e storico artistiche della città per le celebrazioni colombiane.
A conclusione della mostra, le lastre, assieme ad altri importanti reperti archeologici del territorio genovese e ligure, sono rimaste a Palazzo Bianco dove nel 1908 venne costituito il Museo Civico di Storia ed Arte, dal quale ebbero origine alcuni dei principali Musei civici genovesi come il Museo di Archeologia Ligure, che ora le propone al pubblico con un nuovo allestimento.
Le lastre in esposizione adornavano i palazzi, sono uno dei patrimoni storico-artistici più importanti ed originali della civiltà assira.
Si tratta di programmi scultorei ampli e complessi, che solo una lettura unitaria dei cicli di rilievi permette di comprendere. Sono, infatti, apparati narrativi volti a celebrare le imprese e la grandezza dei singoli re e quindi, come tali, differenti fra loro per linguaggio, sensibilità artistica ed obiettivi politici.
Al Museo di Archeologia Ligure si può ammirare un bassorilievo in calcare con due dignitari di corte, proveniente da Nimrud, e da Khorsabad un bassorilievo in calcare con la testa di un genio privo di ali e una lastra in calcare alabastrino con iscrizione cuneiforme,
A Nimrud il Palazzo di Nord-Ovest era una residenza regale con funzioni di rappresentanza e amministrative, le cui pareti erano ricoperte dalle lastre scolpite a bassorilievo e dipinte a colori con scene della vita e delle imprese del re: battaglie, assedi, conquiste, cortei di tributari, cacce al leone si snodavano per un’altezza di circa tre metri dal pavimento davanti agli occhi increduli degli ospiti e dei sudditi.
Inoltre iscrizioni in scrittura cuneiforme narravano anno per anno le campagne del re Assurnasirpal esaltandone le doti di sovrano. Il bassorilievo in esposizione, rappresenta due dignitari di rango elevato che conducono alcuni prigionieri in un corteo di funzionari e soldati al cospetto del sovrano.
Sono realizzati con molti particolari: i capelli a larghe onde piatte ricadenti sulle spalle in riccioli, le tuniche a mezza manica con uno scialle frangiato sulla spalla sinistra, la barba di uno dei due.
La fondazione di Khorsabad fu effettuata ex novo e la città prosperò solo durante il regno del suo fondatore Sargon II, appena due anni. Il palazzo di Sargon II si estendeva per circa 10 ettari. Le mura delle sale e delle corti erano rivestite di bassorilievi scolpiti con scene di dignitari, geni protettori ed “eroi” con tralci di melograni e cuccioli di felini.
Il bassorilievo in mostra a Pegli era, probabilmente, situato presso uno degli ingressi del palazzo e la lastra in calcare alabastrino fa parte di un testo iscritto posto fra le zampe dei tori colossali che ornavano le porte di accesso al Palazzo di Sargon II.
Viene esaltata la grandezza di Sargon cui gli dei hanno concesso una sovranità senza eguali. Si enumerano le sue campagne militari, si ricorda la fondazione della capitale Khorsabad e si conclude maledicendo chiunque osasse distruggere la sua opera.
Sino ad aggi la mostra ha riscosso un notevole successo richiamando oltre 5mila visitatori e numerosi studiosi di altissimo livello come i professori Lorenzo Verderame, esperto di lingue semitiche ed in particolare di sumero dell’Università La Sapienza di Roma e Rosa Ronzitti di Glottologia e Linguistica del DIRAAS dell’Università di Genova che hanno tenuto un seminario nel corso del quale, per la prima volta, è stata proposta al pubblico la traduzione di un testo in caratteri cuneiformi di una lastra originariamente sistemata nella sala del trono del palazzo reale di Khorsabad.
A seguito di questa iniziativa, il Museo di Archeologia Ligure ha concordato con l’Università di Genova analoghi incontri volti ad approfondire, con la partecipazione degli studenti, le particolarità di altre due lingue documentate da straordinari reperti presenti nelle collezioni: “Il latino della Tavola bronzea di Polcevera” e “L’antico egizio nei geroglifici del sarcofago dipinto di Pasherienaset”.
Il prossimo 20 maggio la mostra, aperta straordinariamente dalle 21 alle 23, ospiterà un’iniziativa nell’ambito della Giornata Internazionale dei Musei ICOM, quest’anno dedicata proprio a “Musei e storie controverse: raccontare l’indicibile nei Musei”. Una narrazione per immagini, tra Ottocento e recenti distruzioni, proverà a sottolineare il ruolo del museo anche come luogo di dialogo tra le culture e le comunità.
Maggiori informazioni: Museo di Archeologia Ligure, via Pallavicini 11 Genova Pegli.
tel.0106984045 - @ a: archliguredidattica@comune.genova.it
Le ultime drammatiche devastazioni dei palazzi a Nimrud e Khorsabad in Iraq hanno portato alle cronache vestigia di un passato artistico di inestimabile valore, purtroppo sottoposto a rischio distruzione. Un vero e proprio attentato all’identità culturale di interi territori.
Decine di queste opere sono conservati oggi nei musei di città italiane come Roma, Firenze, Torino, Venezia.
Sino ad aggi la mostra, inaugurata il 13 gennaio, ha riscosso un notevole successo richiamando oltre 5mila visitatori e numerosi studiosi di altissimo livello come i professori Lorenzo Verderame, esperto di lingue semitiche ed in particolare di sumero dell’Università La Sapienza di Roma e Rosa Ronzitti di Glottologia e Linguistica del DIRAAS dell’Università di Genova, che hanno tenuto un seminario dove, per la prima volta, è stata proposta al pubblico la traduzione di un testo in caratteri cuneiformi di una lastra originariamente sistemata nella sala del trono del palazzo reale di Khorsabad.
Visto il grande seguito di questa iniziativa, il Museo di Archeologia Ligure ha concordato con l’Università di Genova analoghi incontri per approfondire, con la partecipazione degli studenti, le particolarità di altre due lingue documentate da straordinari reperti presenti nelle collezioni: “Il latino della Tavola bronzea di Polcevera” e “L’antico egizio nei geroglifici del sarcofago dipinto di Pasherienaset”.
Il 20 maggio la mostra, aperta straordinariamente dalle 21 alle 23, ospiterà un’iniziativa nell’ambito della Giornata Internazionale dei Musei ICOM, quest’anno dedicata proprio a “Musei e storie controverse: raccontare l’indicibile nei Musei”.
Una narrazione per immagini, tra Ottocento e recenti distruzioni, proverà a sottolineare il ruolo del museo anche come luogo di dialogo tra le culture e le comunità.
A Genova le lastre esposte sono giunte grazie al missionario domenicano Luigi De Negri di Montaldeo (1809 – 1878), che di ritorno dai suoi viaggi in Oriente donò, attorno al 1860, tre frammenti di lastre assire all’Università di Genova.
Nel 1892 i pezzi furono esposti in Palazzo Bianco in occasione della “Mostra di Arte Antica”, una rassegna delle principali raccolte archeologiche e storico artistiche della città per le celebrazioni colombiane.
A conclusione della mostra, le lastre, assieme ad altri importanti reperti archeologici del territorio genovese e ligure, sono rimaste a Palazzo Bianco dove nel 1908 venne costituito il Museo Civico di Storia ed Arte, dal quale ebbero origine alcuni dei principali Musei civici genovesi come il Museo di Archeologia Ligure, che ora le propone al pubblico con un nuovo allestimento.
Le lastre in esposizione adornavano i palazzi, sono uno dei patrimoni storico-artistici più importanti ed originali della civiltà assira.
Si tratta di programmi scultorei ampli e complessi, che solo una lettura unitaria dei cicli di rilievi permette di comprendere. Sono, infatti, apparati narrativi volti a celebrare le imprese e la grandezza dei singoli re e quindi, come tali, differenti fra loro per linguaggio, sensibilità artistica ed obiettivi politici.
Al Museo di Archeologia Ligure si può ammirare un bassorilievo in calcare con due dignitari di corte, proveniente da Nimrud, e da Khorsabad un bassorilievo in calcare con la testa di un genio privo di ali e una lastra in calcare alabastrino con iscrizione cuneiforme,
A Nimrud il Palazzo di Nord-Ovest era una residenza regale con funzioni di rappresentanza e amministrative, le cui pareti erano ricoperte dalle lastre scolpite a bassorilievo e dipinte a colori con scene della vita e delle imprese del re: battaglie, assedi, conquiste, cortei di tributari, cacce al leone si snodavano per un’altezza di circa tre metri dal pavimento davanti agli occhi increduli degli ospiti e dei sudditi.
Inoltre iscrizioni in scrittura cuneiforme narravano anno per anno le campagne del re Assurnasirpal esaltandone le doti di sovrano. Il bassorilievo in esposizione, rappresenta due dignitari di rango elevato che conducono alcuni prigionieri in un corteo di funzionari e soldati al cospetto del sovrano.
Sono realizzati con molti particolari: i capelli a larghe onde piatte ricadenti sulle spalle in riccioli, le tuniche a mezza manica con uno scialle frangiato sulla spalla sinistra, la barba di uno dei due.
La fondazione di Khorsabad fu effettuata ex novo e la città prosperò solo durante il regno del suo fondatore Sargon II, appena due anni. Il palazzo di Sargon II si estendeva per circa 10 ettari. Le mura delle sale e delle corti erano rivestite di bassorilievi scolpiti con scene di dignitari, geni protettori ed “eroi” con tralci di melograni e cuccioli di felini.
Il bassorilievo in mostra a Pegli era, probabilmente, situato presso uno degli ingressi del palazzo e la lastra in calcare alabastrino fa parte di un testo iscritto posto fra le zampe dei tori colossali che ornavano le porte di accesso al Palazzo di Sargon II.
Viene esaltata la grandezza di Sargon cui gli dei hanno concesso una sovranità senza eguali. Si enumerano le sue campagne militari, si ricorda la fondazione della capitale Khorsabad e si conclude maledicendo chiunque osasse distruggere la sua opera.
Sino ad aggi la mostra ha riscosso un notevole successo richiamando oltre 5mila visitatori e numerosi studiosi di altissimo livello come i professori Lorenzo Verderame, esperto di lingue semitiche ed in particolare di sumero dell’Università La Sapienza di Roma e Rosa Ronzitti di Glottologia e Linguistica del DIRAAS dell’Università di Genova che hanno tenuto un seminario nel corso del quale, per la prima volta, è stata proposta al pubblico la traduzione di un testo in caratteri cuneiformi di una lastra originariamente sistemata nella sala del trono del palazzo reale di Khorsabad.
A seguito di questa iniziativa, il Museo di Archeologia Ligure ha concordato con l’Università di Genova analoghi incontri volti ad approfondire, con la partecipazione degli studenti, le particolarità di altre due lingue documentate da straordinari reperti presenti nelle collezioni: “Il latino della Tavola bronzea di Polcevera” e “L’antico egizio nei geroglifici del sarcofago dipinto di Pasherienaset”.
Il prossimo 20 maggio la mostra, aperta straordinariamente dalle 21 alle 23, ospiterà un’iniziativa nell’ambito della Giornata Internazionale dei Musei ICOM, quest’anno dedicata proprio a “Musei e storie controverse: raccontare l’indicibile nei Musei”. Una narrazione per immagini, tra Ottocento e recenti distruzioni, proverà a sottolineare il ruolo del museo anche come luogo di dialogo tra le culture e le comunità.
Maggiori informazioni: Museo di Archeologia Ligure, via Pallavicini 11 Genova Pegli.
tel.0106984045 - @ a: archliguredidattica@comune.genova.it