"Digital Warhol" a Villa Croce: arte che nasce...da un Amiga 1000
a cura dell'Ufficio Stampa del Comune di Genova
“Digital Warhol” presenta nove opere di digital painting, eseguite da Warhol utilizzando uno dei primi personal computer, l'Amiga 1000, che saranno visualizzate su due PC dell'epoca, affiancate alle opere più celebri e rappresentative dell’artista per ripercorrere i suoi ultimi anni di vita e lavoro, quando era all’apice la sua capacità di interpretare (ed anticipare) i cambiamenti sociali e tecnologici. Completano l’esposizione le rielaborazioni dei lavori digitali di Warhol, opera del fotografo, stampatore e artista Giuliano Grittini.
OPENING DOMENICA 18 DICEMBRE
dalle ore 18 alle 20
- Sala Rossa: Opening della mostra “Digital Warhol” [ridotto opening €3,50/ €5 Mondino + Warhol];
- Sala Conferenze: Electronic live set di Modus e Armenia [ingresso libero]: una performance sonora della durata di circa 30 minuti che prende la forma dell’audio racconto e, attraverso un intricato incastro di suoni, voci e melodie, si rievoca l’anima del pop artist per eccellenza Andy Wahrol. A cura di Duplex Ride, associazione culturale per la promozione della musica elettronica e delle arti performative.
dalle 21 alle 23:
- sala conferenze: Villa Croce Factory, Dj set a cura di Caravan Society
Per tutta la durata dell’Opening, in sala Camino, in onore di Andrew Warhola (vero nome dell’artista) il ristorante e Pub Kowalski porterà a Villa Croce un po’ dell’atmosfera tipica di un Pub Slavo. In occasione dell'opening l'artista Labadanzky u.a.m. - Giulio Biazzi allestirà la sua installazione "WARHOL 2.1" un oggetto antropomorfo che si ispira al robot che Andy Warhol fece costruire a sua immagine: l'opera rimarrà nel parco per tutta la durata della mostra.
La mostra è presentata nei rinnovati spazi della sala rossa del museo di Villa Croce (uno spazio al piano terra della Villa restituito alla fruizione museale) dalla nuova società di gestione del museo “OPEN YOUR ART”, start up a vocazione sociale composta da tre giovani imprenditrici che, dopo aver frequentato il master in Management dei beni Museali incentrato principalmente sulla gestione del museo di Villa Croce, ha iniziato a mettere in pratica, dallo scorso settembre, i punti essenziali del proprio business plan finalizzato alla valorizzazione e al rilancio della struttura. Anche la rifunzionalizzazione della “sala rossa” del museo è un intervento importante del percorso di collaborazione fra il Comune di Genova e “Open you art” per migliorare l’accoglienza e l’esperienza di visita da parte del pubblico del Museo, che è stato recentemente dotato di un’area relax, un bookshop e un nuovo information desk.
La mostra è stata realizzata in collaborazione tra Comune di Genova, galleria Deodato Arte (Milano), TouchArt International, con il supporto dello spazio espositivo Artrelier (Genova) e la sponsorizzazione tecnica di Sciutto Srl. Il project coordinator è Ada Biafore, il curatore informatico Carlo Santagostino.
LA MOSTRA
“DIGITAL WARHOL”
Il progetto è un percorso attraverso aspetti meno conosciuti del lavoro di Warhol, che viene presentato a fianco delle opere più celebri e rappresentative dell’artista (il barattolo di Campbell's soup o la cover del disco dei Velvet Underground).
A partire dalla scoperta delle opere di digital painting eseguite poco prima della sua scomparsa (nove delle quali saranno visualizzate, in mostra, su due Amiga 1000 dell'epoca), il percorso si sviluppa attraverso un ideale viaggio in Italia di Warhol, ripercorrendo la storica mostra di Ferrara (Ladies and Gentlemen, a Palazzo Diamanti, 1976) e le relazioni dell'artista con collezionisti, gli intellettuali, i personaggi dello spettacolo italiani (Carlo Monzino, Gabriella Cohen, Loredana Bertè).
Le opere testimoniano l’ultimo periodo della vita di Warhol (che muore nel 1987) e la sua ricerca di linguaggi artistici più sperimentali ed inconsueti: da questo punto di vista sono rilevanti i lavori con l’Amiga 1000, ma anche gli acetati delle fotografie fatte da Warhol alle drag queen del club newyorkese The Gilden Grape, soggetti del tutto diversi dalle icone pop, come Marylin, Mao o Che Guevara, per cui Warhol è riconosciuto.
Il contrasto tra questi due aspetti del lavoro di Warhol invita a riflettere sulla figura di questo artista, probabilmente spesso troppo appiattita sulla dimensione del simbolismo pop da lui stesso creata, e a raccogliere la sfida che, come ha scritto Pier Paolo Pasolini nella presentazione della mostra Ladies e Gentlemen: “è quella di guardare alle sue opere senza la scontatezza che ci è stata indotta. Provare ad andare in profondità laddove tutto induce a restare alla superficie. Capire su cosa poggiasse questa sua grande capacità di non demonizzare mai il mondo e la realtà (mentre quasi tutta l’arte a lui contemporanea era in conflitto con il mondo e la realtà). Di non sentire nulla come nemico”.
Questa capacità di “non sentire nulla come nemico” è probabilmente anche una delle chiavi di lettura del lavoro di sperimentazione e di prova di composizione di immagini, filmati, sonori digitali fatto con l’Amiga 1000: dopo averla utilizzata per la prima volta per la campagna pubblicitaria di lancio, Warhol ne acquista altre e inizia a lavorarci per conto proprio, realizzando varie rielaborazioni delle sue opere più famose, e probabilmente, se non fosse morto poco tempo dopo, avrebbe continuato a farlo.
Questa mostra - che apre in concomitanza a "Warhol. Pop Society", la grande retrospettiva di Palazzo Ducale - rende conto anche della capacità di interpretare (ed anticipare) i cambiamenti sociali e tecnologici "ponendosi domande e senza fermarsi agli schemi" (sempre con le parole di Pasolini) dimostrata da Warhol. Si viaggia in un percorso che passa a fianco alla trasfigurazione dei transgender in "archivi ambulanti della femminilità ideale" (come scrive lo stesso Warhol), all'intervento, di pochi anni successivo, sulla tragedia del terremoto in Irpinia con l'opera "Fate Presto", fino all'entusiasmo mostrato per lo sviluppo tecnologico (nella biografia di Steve Jobs si racconta che il primo incontro di Warhol con un personal computer fu alla festa di compleanno di Sean Lennon, a cui Jobs aveva regalato un Macintosh: Warhol provò a usare la macchina e dopo un po' difficoltà riuscì - non senza emozione - a disegnare un cerchio).
Probabilmente sono la sua insaziabile curiosità e la capacità di intercettare i cambiamenti senza porre giudizi o censure o, come afferma Bob Colacello (scrittore vicino a Warhol di cui è in mostra un acetato che lo raffigura), la sua enorme disponibilità nei riguardi delle persone, al di là della propria celebrità ("One thing about Andy that was remarkable and also key to his widespread appeal is that he was so open! [...]He engaged people and I think all of that is what helped keep him keyed in to the times beyond all of the celebrity stuff that was going on around him. He was much more like a fan than a celebrity himself.") "la chiave che rende sempre giovani, vitali e non datate le immagini che la creatività di Warhol ha saputo reinventare".
Museo di Arte Contemporanea di Villa Croce, Via Jacopo Ruffini 3, 16128 Genova
Info: 010 580069 museo@villacroce.org
Orari di apertura al pubblico
Giovedì e Venerdì 12:00-19:00
Sabato e Domenica 10:00 – 20:00
data:
15/12/2016
Ultimo aggiornamento: 15/12/2016