«Sono cresciuta in una famiglia dove mia mamma ha sempre lavorato. Da lei ho imparato l’importanza di portare avanti anche un percorso professionale, il valore della necessità della donna nella società», racconta l’assessore alle Pari Opportunità, Arianna Viscogliosi, nel suo intervento al convegno Donna, famiglia e società , organizzato da CIF – Centro Italiano Femminile Consiglio Comunale Genova e patrocinato da Comune di Genova e Regione Liguria, al quale sono intervenuti, la presidente del CIF comunale Laura Casanova, l’assessore alle Pari Opportunità della Regione Ilaria Cavo, il presidente di “A Compagna” Franco Bampi, monsignor Francesco Anfossi, Alessandro Repetto presidente della scuola di formazione CIF, Gabriella Androni direttrice della scuola professionale CIF, Marco Morando psicoterapeuta e Giampiero Cama professore universitario del dipartimento di Scienze politiche e sociali.
«È importante riflettere su questi temi anche al di fuori delle date simbolo: 8 marzo, 25 novembre – sottolinea Ilaria Cavo -, sulla centralità del ruolo della donna: mamma, lavoratrice, moglie. Bisogna dircelo chiaramente: non va tutto bene. Siamo una Regione che ha dei tassi di disoccupazione con i quali ci dobbiamo confrontare e le donne stentano a trovare lavoro. E a livello nazionale i numeri ci dicono che l’occupazione cala al crescere del numero dei figli: se il 62,2 per cento delle donne senza figli è occupata, si scende al 58 per cento nel caso di un figlio e al 41,4 per cento con due o più figli, mentre la media europea è del 72,5 per cento di donne occupate con figli. Ecco, questo deve essere il nostro parametro di riferimento”.
Già, perché i figli sono percepiti dai datori di lavoro come un problema. “Nel 2016 – continua Ilaria Cavo – su 29.179 donne licenziate in Italia, 24.600 hanno dichiarato che sono rimaste senza lavoro a causa dei figli. Numeri importanti sui quali occorre riflettere”.
DONNE: UN VALORE AGGIUNTO
Uno studio del gruppo Sodexo, impresa che offre servizi integrati alle aziende, ha aggregato i dati forniti da 50mila manager di 70 aziende internazionali nel quinquennio 2011-2016, con l’obiettivo di indagare sugli effetti positivi del bilanciamento di genere nelle aziende: se anche non si raggiunge la parità perfetta tra dipendenti uomini e donne, basta che la quota femminile salga al 40 per cento perché un’azienda veda salire la sua produttività dell’8 per cento e di un più 9 per cento nella capacità di conservare almeno il 90 per cento dei propri clienti, dimostrando che l’impegno e la costanza femminili sono un valore aggiunto per le aziende.
Il PIL
Una ricerca del McKinsey Global Institute del 2017 ha calcolato che, a livello mondiale, le donne generano il 37 per cento del Pil, nonostante rappresentino il 50 per cento della popolazione in età lavorativa.
LE POLITICHE PER SUPERARE IL “GAP GENDER”
«Come Amministrazione ci siamo chiesti cosa potremmo fare?» spiega il sindaco Marco Bucci, e «abbiamo messo al centro della nostra azione la famiglia, componente chiave della società».
Così in sinergia con la Regione Liguria – che ha emanato il bando Famiglie al Centro, con una dotazione di 3,3 milioni di euro e stanziato 5 milioni per voucher per gli asili nido, che andranno a famiglie con un Isee inferiore ai 10 mila euro – il Comune di Genova ha avviato «varie iniziative di flessibilità organizzativa volte al benessere ed alla conciliazione vita-lavoro, come il telelavoro e lo smart working. – spiega Arianna Viscogliosi -. Oggi il welfare familiare ricade quasi completamente sulle donne, impegnate spesso anche nella cura dei genitori anziani: per questo stiamo attuando strategie innovative che favoriscano una maggiore condivisione delle responsabilità di assistenza tra donne e uomini, attraverso i servizi che il Comune può erogare ai cittadini ed alle famiglie».
E se occorre dare risposte immediate alle esigenze del presente, bisogna anche lavorare sul futuro: «La parità di genere va costruita – prosegue Bucci – non si impone per legge, ma attraverso i comportamenti non discriminanti. Questo è il modus operandi che vogliamo sia riconosciuto come tratto distintivo della nostra amministrazione».
Proprio pensando alle future generazioni, la Regione Liguria «ha avviato un progetto pilota che accompagni i ragazzi della scuola primaria fino alla scuola superiore per combattere stereotipi, violenza di genere e per valorizzare le competenze delle donne». annuncia Ilaria Cavo.
E alle donne è diretto l’appello del sindaco: «per sapere se stiamo facendo bene abbiamo bisogno dei vostri riscontri. Genova ha bisogno di donne che si mettano in gioco, di una leadership tutta in rosa per aiutare il cambiamento: vorremmo che tra un po’ il mondo fosse migliore da come l’abbiamo trovato».
«È importante riflettere su questi temi anche al di fuori delle date simbolo: 8 marzo, 25 novembre – sottolinea Ilaria Cavo -, sulla centralità del ruolo della donna: mamma, lavoratrice, moglie. Bisogna dircelo chiaramente: non va tutto bene. Siamo una Regione che ha dei tassi di disoccupazione con i quali ci dobbiamo confrontare e le donne stentano a trovare lavoro. E a livello nazionale i numeri ci dicono che l’occupazione cala al crescere del numero dei figli: se il 62,2 per cento delle donne senza figli è occupata, si scende al 58 per cento nel caso di un figlio e al 41,4 per cento con due o più figli, mentre la media europea è del 72,5 per cento di donne occupate con figli. Ecco, questo deve essere il nostro parametro di riferimento”.
Già, perché i figli sono percepiti dai datori di lavoro come un problema. “Nel 2016 – continua Ilaria Cavo – su 29.179 donne licenziate in Italia, 24.600 hanno dichiarato che sono rimaste senza lavoro a causa dei figli. Numeri importanti sui quali occorre riflettere”.
DONNE: UN VALORE AGGIUNTO
Uno studio del gruppo Sodexo, impresa che offre servizi integrati alle aziende, ha aggregato i dati forniti da 50mila manager di 70 aziende internazionali nel quinquennio 2011-2016, con l’obiettivo di indagare sugli effetti positivi del bilanciamento di genere nelle aziende: se anche non si raggiunge la parità perfetta tra dipendenti uomini e donne, basta che la quota femminile salga al 40 per cento perché un’azienda veda salire la sua produttività dell’8 per cento e di un più 9 per cento nella capacità di conservare almeno il 90 per cento dei propri clienti, dimostrando che l’impegno e la costanza femminili sono un valore aggiunto per le aziende.
Il PIL
Una ricerca del McKinsey Global Institute del 2017 ha calcolato che, a livello mondiale, le donne generano il 37 per cento del Pil, nonostante rappresentino il 50 per cento della popolazione in età lavorativa.
LE POLITICHE PER SUPERARE IL “GAP GENDER”
«Come Amministrazione ci siamo chiesti cosa potremmo fare?» spiega il sindaco Marco Bucci, e «abbiamo messo al centro della nostra azione la famiglia, componente chiave della società».
Così in sinergia con la Regione Liguria – che ha emanato il bando Famiglie al Centro, con una dotazione di 3,3 milioni di euro e stanziato 5 milioni per voucher per gli asili nido, che andranno a famiglie con un Isee inferiore ai 10 mila euro – il Comune di Genova ha avviato «varie iniziative di flessibilità organizzativa volte al benessere ed alla conciliazione vita-lavoro, come il telelavoro e lo smart working. – spiega Arianna Viscogliosi -. Oggi il welfare familiare ricade quasi completamente sulle donne, impegnate spesso anche nella cura dei genitori anziani: per questo stiamo attuando strategie innovative che favoriscano una maggiore condivisione delle responsabilità di assistenza tra donne e uomini, attraverso i servizi che il Comune può erogare ai cittadini ed alle famiglie».
E se occorre dare risposte immediate alle esigenze del presente, bisogna anche lavorare sul futuro: «La parità di genere va costruita – prosegue Bucci – non si impone per legge, ma attraverso i comportamenti non discriminanti. Questo è il modus operandi che vogliamo sia riconosciuto come tratto distintivo della nostra amministrazione».
Proprio pensando alle future generazioni, la Regione Liguria «ha avviato un progetto pilota che accompagni i ragazzi della scuola primaria fino alla scuola superiore per combattere stereotipi, violenza di genere e per valorizzare le competenze delle donne». annuncia Ilaria Cavo.
E alle donne è diretto l’appello del sindaco: «per sapere se stiamo facendo bene abbiamo bisogno dei vostri riscontri. Genova ha bisogno di donne che si mettano in gioco, di una leadership tutta in rosa per aiutare il cambiamento: vorremmo che tra un po’ il mondo fosse migliore da come l’abbiamo trovato».