Fondazione Carlo Felice: il rapporto del 
Sindaco al Consiglio Comunale

Il sindaco Marco Doria risponde alle richieste dei consiglieri comunali sulla situazione del teatro lirico cittadino 

Sintesi redazionale non testuale


Rixi: sono rimasto molto colpito da quanto letto in questi giorni sui giornali. Questa città sta dando un bruttissimo spettacolo per la gestione della cultura. Si approfitta spesso del mese di agosto per fare nomine. Del sovrintendente si era detto che avesse lavorato bene; non si capisce il perché della sostituzione. Non è chiaro il ruolo della banca Carige, che sembra lucrare sugli interessi dei finanziamenti al teatro.

Pietro Salemi: signor sindaco, le responsabilità non sono tutte sue, ma credo che anche lei abbia commesso errori. Il doppio incarico a Pacor, artistico e manageriale, il trascurare le ragioni dei lavoratori, il problema di un teatro sovradimensionato rispetto alla città…

Emanuela Burlando: di positivo, nei giornali di questi giorni, ci sono la riattivazione del premio Paganini e il prolungamento della stagione. A parte questo: ci sono due sovrintendenti? Quali le ragioni della rottura con Pacor? Chiedo chiarimenti sulla prospettiva legata al recupero degli interessi anatocistici e sull’incarico dato a uno studio di Bologna. Ulteriori chiarimenti chiedo su un altro incarico a uno studio di Genova, che si dice molto legato alla Carige.

Alfonso Gioia: tutti ci chiediamo se sia vero che la situazione economica è fallimentare. Chiedo chiarimenti sui buchi in bilancio. Come è passato da una fiducia incondizionata nel sovrintendente Pacor al suo allontanamento? Probabilmente alla base c’è l’azione di Pacor per riportare in parità il bilancio e così ottenere i finanziamenti della legge Bray.

Guido Grillo: dopo l’entrata in vigore della legge Bray questo consiglio ha molto discusso sulle scadenze e sugli adempimenti che ne derivavano.  La scaletta è stata rispettata? Quali le responsabilità del Comune e quali della Carige?

Simone Farello: gli ultimi sviluppi ci sono stati a Consiglio comunale non convocato. Per questo è assolutamente necessario che ne parliamo. Questa amministrazione si è sempre dichiarata “nel solco della normativa Bray”. Bisogna allora starci interamente. C’è poi la complicata questione dell’anatocismo e quella della produttività dell’azienda-teatro. È necessario che il sindaco faccia chiarezza, per riportare la questione nell’ambito istituzionale.

Risponde il sindaco Marco Doria:

Nel quadro di una generale crisi del teatro lirico, la maggioranza delle fondazioni liriche italiane, versa in situazioni finanziarie tali da accedere alla procedura della legge, non potendo sostenere la massa debitoria.

Il Carlo Felice aveva meno debiti di altri, ma c’erano altri elementi per accedere alle procedure della legge Bray. Come gli altri teatri lirici, il nostro è in gran parte sovvenzionato da denaro pubblico.

Il Comune di Genova mantiene sostanzialmente il suo livello di impegno, mentre la Regione Liguria versa meno di altre regioni ai rispettivi teatri.
La legge Bray è molto positiva. Essa prevede la ristrutturazione del debito, con la riduzione degli interessi passivi. Il Carlo Felice ha già ottenuto circa 3 milioni di euro dal fondo di 25 erogati per le fondazioni richiedenti.
Restano a disposizione a livello nazionale altri 75 milioni non ancora erogati, più ulteriori 10 previsti della legge Franceschini.

Le fondazioni liriche che hanno aderito al percorso della legge Bray hanno assunto l’impegno di arrivare all’equilibrio di bilancio nel triennio 2014-2016.
Per questo sono previsti strumenti come prepensionamenti e trasferimenti di personale. Con un accordo sindacale l’amministrazione ha predisposto il piano di risanamento, a cui certo ha collaborato anche il sovrintendente Pacor.

La legge Franceschini prevede che le fondazioni liriche si dotino, entro la fine di quest’anno, di un nuovo statuto. A quel punto il consiglio d’amministrazione decadrà e ci sarà un nuovo sovrintendente. Nel caso del nostro teatro,  il consiglio di amministrazione era tuttavia già scaduto prima dell'estate.

È stato quindi necessario ricostituirlo secondo il vecchio statuto, istituendo così un nuovo consiglio destinato a scadere a fine anno. "Ho discusso con Pacor sulla possibilità che assumesse l’incarico a termine - ha precisato il sindaco -  ma non potevo dargli alcuna garanzia su una sua nuova nomina l’anno prossimo".

L’offerta economica era la stessa di prima. Il dottor Pacor ha chiesto tempo per esaminare la proposta, ma il consiglio di amministrazione ha ritenuto di non accordargli questo tempo.

Perciò è stato nominato un altro sovrintendente, Maurizio Roi, che è l’unico ed è pienamente investito della sua funzione.
È stato incaricato fino al 31 dicembre alle stesse condizioni del predecessore.

Sul bilancio consuntivo 2013 voglio sottolineare che l'Amministrazione è per bilanci assolutamente veritieri. Non siamo disposti a operazioni fantasiose.

Il Carlo Felice ha circa 19-20 milioni di ricavi all’anno. La voce del ricavo annuo è stabile.
Di contro, i costi, anche questi assestati, sono di 23-24 milioni all'anno.

Allo stato attuale del mercato non è possibile trovare sponsorizzazioni molto rilevanti. Per ridurre lo squilibrio nel corso dei due anni precedenti il 2013 si era operato sulla spesa, riducendo quella del personale attraverso i contratti di solidarietà, che furono approvati da non tutte le organizzazioni sindacali ma dai lavoratori con un referendum.

Nella primavera 2013 avevamo raggiunto un accordo con due soli sindacati per un ulteriore rinnovo dei contratti di solidarietà. Le organizzazioni sindacali hanno tuttavia deciso di non tenere il referendum; così è sfumato l’accordo, come è sfumato tutto lo sforzo dell’amministrazione.

Nel frattempo venivano diffuse le  bozze del decreto Bray. Si è ipotizzato il ricorso alla mobilità di parte del personale, inclusa nella legge, trovando l'opposizione sindacale e anche quella della minoranza in consiglio comunale.
Resta il fatto che nel corso del 2013 si è interrotto il percorso di riequilibrio, con la conseguenza di aumentare il disavanzo, per il permanere dei motivi strutturali di cui si è detto.

A fine 2013 c’era stata la richiesta di conferire al Carlo Felice un immobile pubblico, per non far risultare lo squilibrio del bilancio. Ma l’operazione, sulla cui opportunità ci sarebbe da discutere, era considerata inefficace dagli esperti.

La legge Bray, approvata nell’ottobre 2013, prevedeva il recupero degli interessi anatocistici.
La procedura però non è automatica. La reazione di una banca abitualmente è la scelta del contenzioso.

Nel corso degli anni che dovremmo impegnare nel contenzioso, il Carlo Felice non riuscirebbe ad andare avanti, mentre la banca avrebbe tutte le risorse per coprire l’ammanco. Per questo sarebbe auspicabile ottenere quanto spetta al teatro attraverso un accordo che non sia al ribasso e consenta una soluzione rapida.

Una perizia di parte, richiesta dal Teatro, ha quantificato in 9 milioni la cifra da recuperare.
Per la consulenza tecnico-legale, uno studio professionale bolognese ha tuttavia presentato una richiesta che comprende, oltre alla parcella, in caso di transazione, il 6% per lo studio legale e il 4 per lo studio tecnico, raddoppiando tali percentuali in caso di contenzioso.
Si tratta di compensi non giustificati almeno nella realtà italiana. Ad esempio, una perizia ha il suo costo ma una volta che è stata completata ha un prezzo fisso, che non ha senso raddoppiare.
La proposta era dunque assolutamente atipica rispetto alle normali prassi delle pubbliche amministrazioni. Il sovrintendente Pacor non ha presentato altre proposte, sostenendo che non ci fossero altri studi disposti ad assumere l’incarico.

Il consiglio di amministrazione ha invece cercato altri professionisti e ha ricevuto offerte che rientravano nella prassi comune; ha scelto infine uno studio genovese. Dal quale abbiamo avuto e pretenderemo ulteriormente dichiarazioni formali di indipendenza e di mancanza di conflitto di interessi rispetto alla controparte.

La prospettiva di recupero dell’anatocismo è buona, ma non si può tenere conto di tale entrata ancora incerta nel bilancio consuntivo 2013, perché un bilancio deve essere appunto veritiero.

Il teatro è in piena attività, esce da un’ottima stagione e ha varato il programma per la prossima stagione: un programma più ricco e più lungo, con lo stesso costo per gli abbonati. Questi risultati sono stati ottenuti mentre si lotta per risalire la china.
9 settembre 2014
Ultimo aggiornamento: 10/09/2014
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