“Chi non conosce la storia sarà costretto a riviverla”. Questa frase è incisa, in trenta lingue, sul monumento nel campo di concentramento di Dachau. E perché certi orrori non siano mai più ripetuti ogni anno, il 27 gennaio, – data in cui le truppe russe liberarono i prigioneri del campo di sterminio nazista di Auschwitz - si celebra la "Giornata della memoria".
A ottant’anni dall’emanazione delle leggi razziali anche in Italia, ricordare ciò che è stato è un dovere verso le nuove generazioni, perchè i superstiti diretti stanno scomparendo. E tanti, tantissimi, erano i giovani presenti venerdì 26 gennaio, nel salone del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale, alla celebrazione della "Giornata della Memoria", studenti di alcune classi delle scuole liguri che hanno ascoltato in assoluto silenzio la testimonianza del genovese Gilberto Salmoni, - internato a Buchenwald con il fratello, il padre, la madre e la sorella furono uccisi ad Auschwitz –.
È stato ricordato come la Shoah sia stata una ferita profonda e indelebile, una gravissima crisi di civiltà, che “sfida la comprensione umana”, come disse Elie Wiesel. Ogni evento, per quanto eclatante, non può imporsi definitivamente nella storia per il solo fatto di essere accaduto, e se non si ascolta direttamente la voce di chi quell’evento l’ha vissuto, se non se ne tramanda la memoria, se ne perde inesorabilmente la traccia. Primo Levi diceva che raccontare l’orrore patito genera nuovamente un “puro dolore”, ma non poterlo fare o non essere creduti fa di quella pena un “dolore desolato”, privo di ogni significato. E aggiungeva che “se comprendere è impossibile, conoscere è necessario”.
A Fernanda Contri, presidente emerito della Corte Costituzionale, l'onore di tenere l’orazione ufficiale, nella quale ha sottolineato che le parole pronunciate dal capo dello Stato, Sergio Mattarella, nel suo discorso al Quirinale per ricordare l'emanazione delle leggi razziali in Italia e la Shoah, dovranno essere il bagaglio culturale di tutti nei prossimi anni. E l’articolo 3 della nostra Costituzione è il modo in cui i padri costituenti hanno cercato di riparare agli errori del passato.
LA MEDAGLIA ALLA CITTA' METROLITANA DI GENOVA
A Genova le celebrazioni del "Giorno della Memoria" sono un momento di grande coinvolgimento sia delle istituzioni – alle quali compete il dovere di ricomporre conoscenza e ricordo, come ha evidenziato il sindaco Marco Bucci nel suo intervento –, sia delle diverse associazioni del territorio metropolitano. Per questo lavoro “corale”, come l’ha definito il prefetto di Genova Fiamma Spena, riferendosi alla grande partecipazione al tavolo di lavoro istituito in Prefettura per la divulgazione dei temi della Shoah e per la speciale sensibilità che la comunità genovese ha sempre mostrato al riguardo, Fiamma Spena ha consegnato al Sindaco Metropolitano Marco Bucci la Medaglia conferita dal Presidente della Repubblica per le iniziative programmate nel territorio della Città Metropolitana di Genova.
Un riconoscimento assolutamente non scontato, ha precisato il Prefetto, perché in Italia le manifestazioni che si tengono sono centinaia, ma il presidente Mattarella ha ritenuto quelle genovesi degne di essere premiate.
Nel ringraziare il prefetto Spena per il grande lavoro svolto, il sindaco Marco Bucci ha aggiunto che questa medaglia sarà conservata per le generazioni future. A PalazzoTursi, nell’ufficio di rappresentanza del Sindaco, sono conservati cimeli di quella dolorosa memoria: un pezzo di filo spinato proveniente dal campo di concentramento di Switzendorf e una piccola urna contenente una manciata di polvere del campo di Mauthausen.
Sono stati premiati anche gli studenti degli istituti scolastici che hanno partecipato al concorso provinciale "I giovani ricordano la Shoah" e sono stati consegnati gli attestati di riconoscimento agli "Eredi dell'ANED", cioè a coloro che, dopo i testimoni diretti della deportazione nazista, hanno il compito di continuare a diffondere tra i giovani la conoscenza di quei tragici eventi, e le Medaglie d'Onore, destinate ai cittadini italiani deportati e internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l'economia di guerra.
A ottant’anni dall’emanazione delle leggi razziali anche in Italia, ricordare ciò che è stato è un dovere verso le nuove generazioni, perchè i superstiti diretti stanno scomparendo. E tanti, tantissimi, erano i giovani presenti venerdì 26 gennaio, nel salone del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale, alla celebrazione della "Giornata della Memoria", studenti di alcune classi delle scuole liguri che hanno ascoltato in assoluto silenzio la testimonianza del genovese Gilberto Salmoni, - internato a Buchenwald con il fratello, il padre, la madre e la sorella furono uccisi ad Auschwitz –.
È stato ricordato come la Shoah sia stata una ferita profonda e indelebile, una gravissima crisi di civiltà, che “sfida la comprensione umana”, come disse Elie Wiesel. Ogni evento, per quanto eclatante, non può imporsi definitivamente nella storia per il solo fatto di essere accaduto, e se non si ascolta direttamente la voce di chi quell’evento l’ha vissuto, se non se ne tramanda la memoria, se ne perde inesorabilmente la traccia. Primo Levi diceva che raccontare l’orrore patito genera nuovamente un “puro dolore”, ma non poterlo fare o non essere creduti fa di quella pena un “dolore desolato”, privo di ogni significato. E aggiungeva che “se comprendere è impossibile, conoscere è necessario”.
A Fernanda Contri, presidente emerito della Corte Costituzionale, l'onore di tenere l’orazione ufficiale, nella quale ha sottolineato che le parole pronunciate dal capo dello Stato, Sergio Mattarella, nel suo discorso al Quirinale per ricordare l'emanazione delle leggi razziali in Italia e la Shoah, dovranno essere il bagaglio culturale di tutti nei prossimi anni. E l’articolo 3 della nostra Costituzione è il modo in cui i padri costituenti hanno cercato di riparare agli errori del passato.
LA MEDAGLIA ALLA CITTA' METROLITANA DI GENOVA
A Genova le celebrazioni del "Giorno della Memoria" sono un momento di grande coinvolgimento sia delle istituzioni – alle quali compete il dovere di ricomporre conoscenza e ricordo, come ha evidenziato il sindaco Marco Bucci nel suo intervento –, sia delle diverse associazioni del territorio metropolitano. Per questo lavoro “corale”, come l’ha definito il prefetto di Genova Fiamma Spena, riferendosi alla grande partecipazione al tavolo di lavoro istituito in Prefettura per la divulgazione dei temi della Shoah e per la speciale sensibilità che la comunità genovese ha sempre mostrato al riguardo, Fiamma Spena ha consegnato al Sindaco Metropolitano Marco Bucci la Medaglia conferita dal Presidente della Repubblica per le iniziative programmate nel territorio della Città Metropolitana di Genova.
Un riconoscimento assolutamente non scontato, ha precisato il Prefetto, perché in Italia le manifestazioni che si tengono sono centinaia, ma il presidente Mattarella ha ritenuto quelle genovesi degne di essere premiate.
Nel ringraziare il prefetto Spena per il grande lavoro svolto, il sindaco Marco Bucci ha aggiunto che questa medaglia sarà conservata per le generazioni future. A PalazzoTursi, nell’ufficio di rappresentanza del Sindaco, sono conservati cimeli di quella dolorosa memoria: un pezzo di filo spinato proveniente dal campo di concentramento di Switzendorf e una piccola urna contenente una manciata di polvere del campo di Mauthausen.
Sono stati premiati anche gli studenti degli istituti scolastici che hanno partecipato al concorso provinciale "I giovani ricordano la Shoah" e sono stati consegnati gli attestati di riconoscimento agli "Eredi dell'ANED", cioè a coloro che, dopo i testimoni diretti della deportazione nazista, hanno il compito di continuare a diffondere tra i giovani la conoscenza di quei tragici eventi, e le Medaglie d'Onore, destinate ai cittadini italiani deportati e internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l'economia di guerra.