Da qualche giorno la Lanterna di Genova ha nuovi occhi. Sono quelli di un avanzato sistema di videosorveglianza che, con ben 16 telecamere, vigilerà su uno dei simboli più conosciuti della città.
L’impianto – donato dalla Fondazione Enzo Hruby di Milano e dalla società Tecnosicurezza di Genova con il contributo di Riello UPS di Legnago – ha avuto il suo battesimo mercoledì 22 aprile presso il Salone di Rappresentanza di Palazzo Tursi.
A sottolineare l’importanza di questo progetto c’erano Marco Doria, sindaco di Genova, Carla Sibilla, assessore alla cultura e al turismo del Comune, Luigi Merlo, presidente dell’Autorità Portuale, Carlo Hruby, vicepresidente della Fondazione Enzo Hruby, Luigi Lagomarsino, presidente della Fondazione Mario e Giorgio Labò, e Massimo Ghisolfi, titolare della società Tecnosicurezza.
Come si ricorderà, l’Assessorato alla cultura e al turismo del Comune di Genova aveva coordinato lo scorso anno la firma di un Protocollo d’Intesa per scongiurare la chiusura dello storico Faro, la cui gestione, insieme a quella del museo e del parco circostante, è stata affidata a titolo gratuito, all’Associazione Giovani Urbanisti-Fondazione Labò.
E proprio sul sito web dell’Associazione (www.giovaniurbanisti.it) sarà possibile visualizzare in tempo reale le immagini della Lanterna, con effetti senz’altro positivi per la promozione turistica del sito e della città di Genova.
“L’impianto di videosorveglianza – ha detto l’assessore alla cultura e al turismo del Comune di Genova, Carla Sibilla – è un’ulteriore tessera del progetto di valorizzazione della Lanterna che Palazzo Tursi intende rendere sempre più incisivo con un ruolo attivo nel reperimento di risorse e di partner privati”.
Concetto evidenziato in apertura anche dal sindaco Marco Doria: “La Lanterna è uno dei simboli che rende la nostra città riconoscibile nel mondo – ha sottolineato il primo cittadino – ed è nostra intenzione tutelarlo e promuoverlo sempre di più. In questo caso sono molto soddisfatto anche per la preziosa collaborazione tra pubblico e privato che rappresenta veramente il valore aggiunto di questa operazione. Ringrazio di cuore i partner che hanno voluto aiutarci”.
“Dopo tanti progetti sostenuti in tutta Italia – ha dichiarato Carlo Hruby, vicepresidente della Fondazione Enzo Hruby – abbiamo oggi la soddisfazione di inaugurare un sistema di altissimo livello in grado di coniugare le esigenze di protezione con quelle di valorizzazione della Lanterna, simbolo di Genova e dell’Italia”.
“La Fondazione Mario e Giorgio Labò – ha detto Luigi Lagomarsino, presidente della Fondazione Mario e Giorgio Labò – esprime un vivo ringraziamento per la qualità tecnologica dell'impianto che destina due videocamere ad un inquadramento sulla città e sul Faro, utili alla promozione turistica di Genova”.
Con la simbolica adozione della Lanterna, del suo museo e del suo parco l’Associazione Giovani Urbanisti-Fondazione Labò si è fatta carico anche di tutti gli interventi necessari per la manutenzione del verde, della pulizia, nonché delle spese necessarie a rendere nuovamente funzionante il museo multimediale.
L’Associazione ha dato gambe anche al progetto Insieme per la Lanterna con attività e iniziative culturali fino al 30 giugno (info > www.giovaniurbanisti.it)
La Lanterna: un po’ di storia
Nei secoli è stata torre di segnalazioni e di guardia armata, palcoscenico di funamboli, prigione.
Oggi è semplicemente la Lanterna: faro di II ordine, unico faro a identificare una città.
Secondo alcune fonti non ufficiali fu nel 1128 d. C. che venne edificata la prima torre, alta poco meno dell’esistente, con una struttura architettonica simile attuale, ma con tre tronchi merlati sovrapposti.
I documenti del secolo XI, le prime cronache e gli atti ufficiali del nascente comune genovese forniscono dati sicuri sulla torre di segnalazione ma non la sua data esatta di costruzione.
Nei registri dell’Autorità Marittima del XI secolo, rappresentata dai “Consoli del mare”, a cui succedettero i “Salvatori del porto”, e infine i “Salvatori del mare”, si può constatare come essi non tralasciassero la cura della torre e ne regolassero con editti, le spese di manutenzione e di guardiania, nonché la tassa che ogni padrone di vascello , in arrivo, doveva pagare al momento dell’approdo.
Dal 1316 la Lanterna di Genova da semplice torre di guardia assunse anche la funzione di faro; fino a quel momento il faro era identificato dal falò, alimentato a legna, che si accendeva sull’estremità rocciosa del promontorio, che prese il nome di Capo di Faro.
Nel 1318, durante la guerra tra Guelfi e Ghibellini (Rampini e Mascherati, per indicarli con l’espressione genovese) la Torre subì rilevanti danni alle fondamenta ad opera della fazione Ghibellina, tanto è vero che nel 1321 vennero effettuati lavori di consolidamento e venne scavato un fossato intorno ad esse allo scopo di renderla meglio difendibile.
A meglio identificare la Lanterna con la città, nel 1340 venne dipinto alla sommità della torre inferiore lo stemma del Comune di Genova, opera del Pittore evangelista di Milano.
La vita della Lanterna era scandita dai rapporti riportati sui registri dei vari Consoli del Mare e Salvatori del Porto. Così si legge che intorno al 1400 la torre venne adibita anche a prigione dove sarebbero stati rinchiusi, come ostaggi per cinque anni, il Re di Cipro, Giacomo di Lusignano e la moglie che, tra quelle mura diede alla luce il figlioletto Giano.
Nel 1684 durante il bombardamento di Genova ordinato dall’ammiraglio francese Selgnelai per ordine di Re Luigi XVI, un colpo centrava la cupola distruggendone l’intera vetrata.
La Lanterna venne provvisoriamente ricostruita e nel 1692 la vetrata venne modificata aggiungendovi un nuovo ordine di vetri.
Da quella data la Lanterna mantenne le caratteristiche architettoniche che ancora oggi possiamo ammirare, eccetto innovazioni tecniche che nel tempo hanno interessato la vetrata e la cupola ed il sistema lenticolare in cristallo, che da sempre ha permesso alla Lanterna di risplendere con la sua luce.
Alcune curiosità
- L’erbario della Lanterna
Nell’aprile 1664 i due naturalisti inglesi, John Ray e Francis Willughby, durante il loro viaggio in Europa, sono passati da Genova e hanno raccolto e identificato 14 piante ‘upon the cliffs above the Pharos’, sulle rocce ai piedi della Lanterna, un posto allora rinomato per i turisti (soprattutto la collina di San Benigno) per la magnifica vista di dall’alto e dal mare.
Le tracce documentarie di questa raccolta si possono trovare nel libro a stampa Observations topographical […] in a journey through part of the Low Countries, Germany, Italy and France (London, 1673), nel taccuino conservato presso il Chelsea Physic Garden di Londra e nelle specie essiccate del Natural History Museum di Londra (l’Erbario di John Ray) e della Manuscript and Special Collection dell’Università di Nottingham (all’interno dei cinque volumi a stampa dell’Historia Plantarum di John Ray).
Parte di queste piante sopravvive tutt’oggi, in un paesaggio diverso da quello di allora (in primis la collina non esiste più in pratica), mostrando vecchi terrazzamenti sommersi da rovi e piante invasive, mostrandoci a volte tracce di piante medicinali (Hyoscyamus albus L.) probabilmente parte del Monastero di S. Benigno poco distante da quelle stesse rocce.
- I falchi pellegrini
Alla Lanterna, da sempre, nidifica una coppia di falchetti ribattezzati da una affezionata visitatrice Cris e Zena.
L’impianto – donato dalla Fondazione Enzo Hruby di Milano e dalla società Tecnosicurezza di Genova con il contributo di Riello UPS di Legnago – ha avuto il suo battesimo mercoledì 22 aprile presso il Salone di Rappresentanza di Palazzo Tursi.
A sottolineare l’importanza di questo progetto c’erano Marco Doria, sindaco di Genova, Carla Sibilla, assessore alla cultura e al turismo del Comune, Luigi Merlo, presidente dell’Autorità Portuale, Carlo Hruby, vicepresidente della Fondazione Enzo Hruby, Luigi Lagomarsino, presidente della Fondazione Mario e Giorgio Labò, e Massimo Ghisolfi, titolare della società Tecnosicurezza.
Come si ricorderà, l’Assessorato alla cultura e al turismo del Comune di Genova aveva coordinato lo scorso anno la firma di un Protocollo d’Intesa per scongiurare la chiusura dello storico Faro, la cui gestione, insieme a quella del museo e del parco circostante, è stata affidata a titolo gratuito, all’Associazione Giovani Urbanisti-Fondazione Labò.
E proprio sul sito web dell’Associazione (www.giovaniurbanisti.it) sarà possibile visualizzare in tempo reale le immagini della Lanterna, con effetti senz’altro positivi per la promozione turistica del sito e della città di Genova.
“L’impianto di videosorveglianza – ha detto l’assessore alla cultura e al turismo del Comune di Genova, Carla Sibilla – è un’ulteriore tessera del progetto di valorizzazione della Lanterna che Palazzo Tursi intende rendere sempre più incisivo con un ruolo attivo nel reperimento di risorse e di partner privati”.
Concetto evidenziato in apertura anche dal sindaco Marco Doria: “La Lanterna è uno dei simboli che rende la nostra città riconoscibile nel mondo – ha sottolineato il primo cittadino – ed è nostra intenzione tutelarlo e promuoverlo sempre di più. In questo caso sono molto soddisfatto anche per la preziosa collaborazione tra pubblico e privato che rappresenta veramente il valore aggiunto di questa operazione. Ringrazio di cuore i partner che hanno voluto aiutarci”.
“Dopo tanti progetti sostenuti in tutta Italia – ha dichiarato Carlo Hruby, vicepresidente della Fondazione Enzo Hruby – abbiamo oggi la soddisfazione di inaugurare un sistema di altissimo livello in grado di coniugare le esigenze di protezione con quelle di valorizzazione della Lanterna, simbolo di Genova e dell’Italia”.
“La Fondazione Mario e Giorgio Labò – ha detto Luigi Lagomarsino, presidente della Fondazione Mario e Giorgio Labò – esprime un vivo ringraziamento per la qualità tecnologica dell'impianto che destina due videocamere ad un inquadramento sulla città e sul Faro, utili alla promozione turistica di Genova”.
Con la simbolica adozione della Lanterna, del suo museo e del suo parco l’Associazione Giovani Urbanisti-Fondazione Labò si è fatta carico anche di tutti gli interventi necessari per la manutenzione del verde, della pulizia, nonché delle spese necessarie a rendere nuovamente funzionante il museo multimediale.
L’Associazione ha dato gambe anche al progetto Insieme per la Lanterna con attività e iniziative culturali fino al 30 giugno (info > www.giovaniurbanisti.it)
La Lanterna: un po’ di storia
Nei secoli è stata torre di segnalazioni e di guardia armata, palcoscenico di funamboli, prigione.
Oggi è semplicemente la Lanterna: faro di II ordine, unico faro a identificare una città.
Secondo alcune fonti non ufficiali fu nel 1128 d. C. che venne edificata la prima torre, alta poco meno dell’esistente, con una struttura architettonica simile attuale, ma con tre tronchi merlati sovrapposti.
I documenti del secolo XI, le prime cronache e gli atti ufficiali del nascente comune genovese forniscono dati sicuri sulla torre di segnalazione ma non la sua data esatta di costruzione.
Nei registri dell’Autorità Marittima del XI secolo, rappresentata dai “Consoli del mare”, a cui succedettero i “Salvatori del porto”, e infine i “Salvatori del mare”, si può constatare come essi non tralasciassero la cura della torre e ne regolassero con editti, le spese di manutenzione e di guardiania, nonché la tassa che ogni padrone di vascello , in arrivo, doveva pagare al momento dell’approdo.
Dal 1316 la Lanterna di Genova da semplice torre di guardia assunse anche la funzione di faro; fino a quel momento il faro era identificato dal falò, alimentato a legna, che si accendeva sull’estremità rocciosa del promontorio, che prese il nome di Capo di Faro.
Nel 1318, durante la guerra tra Guelfi e Ghibellini (Rampini e Mascherati, per indicarli con l’espressione genovese) la Torre subì rilevanti danni alle fondamenta ad opera della fazione Ghibellina, tanto è vero che nel 1321 vennero effettuati lavori di consolidamento e venne scavato un fossato intorno ad esse allo scopo di renderla meglio difendibile.
A meglio identificare la Lanterna con la città, nel 1340 venne dipinto alla sommità della torre inferiore lo stemma del Comune di Genova, opera del Pittore evangelista di Milano.
La vita della Lanterna era scandita dai rapporti riportati sui registri dei vari Consoli del Mare e Salvatori del Porto. Così si legge che intorno al 1400 la torre venne adibita anche a prigione dove sarebbero stati rinchiusi, come ostaggi per cinque anni, il Re di Cipro, Giacomo di Lusignano e la moglie che, tra quelle mura diede alla luce il figlioletto Giano.
Nel 1684 durante il bombardamento di Genova ordinato dall’ammiraglio francese Selgnelai per ordine di Re Luigi XVI, un colpo centrava la cupola distruggendone l’intera vetrata.
La Lanterna venne provvisoriamente ricostruita e nel 1692 la vetrata venne modificata aggiungendovi un nuovo ordine di vetri.
Da quella data la Lanterna mantenne le caratteristiche architettoniche che ancora oggi possiamo ammirare, eccetto innovazioni tecniche che nel tempo hanno interessato la vetrata e la cupola ed il sistema lenticolare in cristallo, che da sempre ha permesso alla Lanterna di risplendere con la sua luce.
Alcune curiosità
- L’erbario della Lanterna
Nell’aprile 1664 i due naturalisti inglesi, John Ray e Francis Willughby, durante il loro viaggio in Europa, sono passati da Genova e hanno raccolto e identificato 14 piante ‘upon the cliffs above the Pharos’, sulle rocce ai piedi della Lanterna, un posto allora rinomato per i turisti (soprattutto la collina di San Benigno) per la magnifica vista di dall’alto e dal mare.
Le tracce documentarie di questa raccolta si possono trovare nel libro a stampa Observations topographical […] in a journey through part of the Low Countries, Germany, Italy and France (London, 1673), nel taccuino conservato presso il Chelsea Physic Garden di Londra e nelle specie essiccate del Natural History Museum di Londra (l’Erbario di John Ray) e della Manuscript and Special Collection dell’Università di Nottingham (all’interno dei cinque volumi a stampa dell’Historia Plantarum di John Ray).
Parte di queste piante sopravvive tutt’oggi, in un paesaggio diverso da quello di allora (in primis la collina non esiste più in pratica), mostrando vecchi terrazzamenti sommersi da rovi e piante invasive, mostrandoci a volte tracce di piante medicinali (Hyoscyamus albus L.) probabilmente parte del Monastero di S. Benigno poco distante da quelle stesse rocce.
- I falchi pellegrini
Alla Lanterna, da sempre, nidifica una coppia di falchetti ribattezzati da una affezionata visitatrice Cris e Zena.