Il Cardinale Pietro Boetto Giusto tra le Nazioni

Martedì 29 maggio alle 10.30, nel Salone di Rappresentanza di Palazzo Tursi, è stata conferita l’onorificenza di “Giusto fra le Nazioni” alla memoria del Cardinale Pietro Boetto. Sindaco Bucci: celebrazione che arriva a pochi giorni da quella di Bisagno, due figure che ci danno la dimensione chiara per affrontare le sfide di oggi

Il nome di colui che aiutò tanti ebrei a mettersi in salvo dalla persecuzione nazi-fascista – sia aprendo le porte di conventi e monasteri per ospitarli, sia aiutandoli economicamente ad affrontare lunghi viaggi verso le Americhe – sarà inciso per sempre sulla stele che si trova nel Giardino dei Giusti a Gerusalemme. Sono più di 20 mila i Giusti tra le Nazioni riconosciuti dall’Istituto per la Memoria dei Martiri e degli Eroi dell’Olocausto Yad Vashem e tra questi più di 400 sono italiani.

Il riconoscimento di Giusto tra le Nazioni va a “chi, non ebreo, durante le persecuzioni naziste abbia, a rischio della propria, salvato anche una sola vita di ebrei, ed appaia dunque degno di tale definizione”, come si legge nella delibera con cui la Giunta comunale aderisce formalmente alla costituzione di una ‘sezione’ genovese dell’Associazione Nazionale Giusti d’Italia (AGNI).

All’intervento del Sindaco Marco Bucci, che ha aperto la cerimonia dedicata al Cardinale Boetto, sono succeduti quelli del Cardinale Angelo Bagnasco, del Ministro Consigliere dell’Ambasciata d’Israele Rafael Erdreich e del Rabbino Capo di Genova Giuseppe Momigliano. La medaglia alla memoria è stata consegnata a Flavio e Mariella Audisio (discendenti del cardinal Boetto) dal diplomatico israeliano.

"Una celebrazione che arriva a pochi giorni da quella di Bisagno - ha ricordato Bucci -. Si tratta di due figure che ci danno la dimensione chiara per affrontare le sfide di oggi che per fortuna non sono più di sangue ma sono di economia, posti di lavoro e posizionamenti della città di Genova nel mondo. Sono sfide difficili a cui stiamo lavorando e queste due figure sono per noi guida e esempio".

Pietro Boetto, nominato cardinale di Genova nel 1938, fu coordinatore della delegazione di assistenza agli emigranti ebrei (“DelAsEm”), il cui centro direzionale era a Genova. Unendo una pluralità di forze interreligiose e apolitiche, la struttura riuscì a portare in salvo un gran numero di Ebrei che, dopo l’approvazione delle leggi razziali, rischiavano la deportazione nei campi di concentramento.

"Non ha mai barattato le ragioni alte del vivere per la propria sicurezza". Così il cardinale Angelo Bagnasco ha definito il cardinale Pietro Boetto. Bagnasco nel suo intervento ha sottolineato come sia “fondamentale avere un patrimonio di ideali, una capacità di visione e un ordine spirituale ed etico, senza cui è impossibile affrontale le sfide materiali della vita, come l’economia e il lavoro” e di come per vivere degnamente si debbano avere delle ragioni alte. “E’ un crimine quando per poter vivere si rinuncia alle ragioni del vivere – ha ribadito Bagnasco – e il Cardinal Boetto certamente non ha mai barattato le ragioni alte del vivere in cambio della propria sicurezza”

“Quello che si compie stamattina è un doveroso atto di riconoscenza: la comunità ebraica è molto riconoscente per l’opera del Cardinal Boetto – ha esordito il Rabbino Capo di Genova Giuseppe Momigliano – in aiuto degli ebrei braccati dagli aguzzini nazisti e dai loro collaboratori fascisti. Quando anche i dirigenti della DelAsEM (Delegazione per l’assistenza degli emiograti ebrei, n.d.r.), che aveva la propria sede a Genova, dovettero a loro volta mettersi in salvo dalle persecuzioni, fu il Cardinal Boetto a continuare la loro opera nel momento più tragico, punto di arrivo delle teorie naziste poi accolte dal fascismo in Italia. Ricorrono quest'anno gli 80 anni dalla promulgazione delle leggi mposte dal regime fascista contro gli ebrei e questa coincidenza fa riflettere”. Si riferisce ancora al Cardinale Boetto quando cita, in ebraico, la frase “il ricordo del giusto sia di benedizione” che accompagna le persone che lasciano questo mondo appunto da Giusti, come il Cardinal Boetto.

Nato a Vigone (Torino) nel 1871, Boetto fu cardinale di Genova dal 1938 al 1946. Fu nella casa dove viveva, Villa Migone, che nella notte tra il 24 e il 25 aprile del 1945, fu firmato l’Atto di Resa delle truppe tedesche. Grazie alla collaborazione di altri sacerdoti, il Cardinal Boetto compì anche una straordinaria opera di mediazione per salvare Genova dalla distruzione negli anni immediatamente precedenti alla Liberazione: per questo gli venne attribuito il titolo di “Defensor Civitatis”.

La Cerimonia di martedì 29 maggio è stata organizzata in collaborazione con l’Istituto per la Memoria dei Martiri e degli Eroi dell’Olocausto Yad Vashem, istituito dal Parlamento Israeliano nel 1953 al fine di commemorare i sei milioni di ebrei assassinati dai nazisti e dai loro collaboratori, tramandando la memoria dell’Olocausto alle future generazioni e documentando, utilizzando come strumenti la ricerca e l’educazione.

Alla cerimonia era presente anche una folta rappresentanza di cittadini del comune di Vigone, rappresentato dal sindaco Claudio Restagno, dal vice sindaco Luciano Abate, dal parroco Roberto Debernardi e da circa 50 concittadini del Cardinal Boetto.
29 maggio 2018
Ultimo aggiornamento: 29/05/2018
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