Saranno circa 500 i dipendenti comunali, il 10% dell'organico totale, provenienti da tutte le strutture organizzative, che potranno aderire, in base a un progetto già spermentato lo scorso anno, allo smartworking, lavorando da casa fino a 4 giorni al mese su un programma dettagliato di attività.
E' quanto emerso questa mattina a Palazzo Tursi nel corso di un tavolo tecnico organizzato dalla rete cittadina promossa dal Comune di Genova per lo smartworking, al quale hanno partecipato Camera di Commercio, Asl 3 genovese, Città Metropolitana, Unige, A.LI.SA, Regione Liguria, IIT, ABB, RINA, Esaote e Siemens Industry Software
Una decisione che rappresenta un valido aiuto per alleggerire la mobilità in città, soprattutto ora, a seguito al tragico evento del Ponte Morandi, e tenuto conto che l'avvicinarsi del periodo autunnale con possibili allerte meteo, potrebbe rendere più complicato il tragitto casa - lavoro.
“In questo momento in cui la città è colpita per il crollo del ponte Morandi - ha detto l'assessore al personale Arianna Viscogliosi - abbiamo deciso di accelerare i tempi per l'introduzione dello smartworking, una modalità di lavoro che punta più al risultato che all'orario di servizio. Si tratta di un accordo scritto tra il dipendente e il proprio dirigente, il quale individua gli obiettivi da raggiungere, di conseguenza facilmente misurabili. Chi lavorerà da casa dovrà rendersi reperibile dalle 8 del mattino alle 18 di sera".
La rete cittadina per lo smartworking, partita lo scorso anno come un incontro tra istituzioni, ha suscitato via via l'interesse delle aziende private, con realtà economiche molto importanti. Un mondo dell'impresa in continua evoluzione, in cui occorre rispondere in modo innovativo coniugando al meglio i bisogni delle persone, tecnologie e modalità operative. Obiettivo di tutti è adeguare l’ambiente lavorativo in modo che risponda meglio ai nuovi bisogni delle persone.
Tra gli obiettivi anche quello di costituire un osservatorio comunale del welfare. "Si tratta di un elemento - ha concluso l'assessore Viscogliosi - di grande attrattività e di sviluppo economico. Smartworking rientra nell'ambito del welfare come strumento di conciliazione tra vita lavorativa e la vita privata. Sganciandosi dal concetto di orario di lavoro, si può più agevolmente lavorare per obiettivi, con una modalità organizzativa che produce vantaggi per l'azienda, il personale e la città".
E' quanto emerso questa mattina a Palazzo Tursi nel corso di un tavolo tecnico organizzato dalla rete cittadina promossa dal Comune di Genova per lo smartworking, al quale hanno partecipato Camera di Commercio, Asl 3 genovese, Città Metropolitana, Unige, A.LI.SA, Regione Liguria, IIT, ABB, RINA, Esaote e Siemens Industry Software
Una decisione che rappresenta un valido aiuto per alleggerire la mobilità in città, soprattutto ora, a seguito al tragico evento del Ponte Morandi, e tenuto conto che l'avvicinarsi del periodo autunnale con possibili allerte meteo, potrebbe rendere più complicato il tragitto casa - lavoro.
“In questo momento in cui la città è colpita per il crollo del ponte Morandi - ha detto l'assessore al personale Arianna Viscogliosi - abbiamo deciso di accelerare i tempi per l'introduzione dello smartworking, una modalità di lavoro che punta più al risultato che all'orario di servizio. Si tratta di un accordo scritto tra il dipendente e il proprio dirigente, il quale individua gli obiettivi da raggiungere, di conseguenza facilmente misurabili. Chi lavorerà da casa dovrà rendersi reperibile dalle 8 del mattino alle 18 di sera".
La rete cittadina per lo smartworking, partita lo scorso anno come un incontro tra istituzioni, ha suscitato via via l'interesse delle aziende private, con realtà economiche molto importanti. Un mondo dell'impresa in continua evoluzione, in cui occorre rispondere in modo innovativo coniugando al meglio i bisogni delle persone, tecnologie e modalità operative. Obiettivo di tutti è adeguare l’ambiente lavorativo in modo che risponda meglio ai nuovi bisogni delle persone.
Tra gli obiettivi anche quello di costituire un osservatorio comunale del welfare. "Si tratta di un elemento - ha concluso l'assessore Viscogliosi - di grande attrattività e di sviluppo economico. Smartworking rientra nell'ambito del welfare come strumento di conciliazione tra vita lavorativa e la vita privata. Sganciandosi dal concetto di orario di lavoro, si può più agevolmente lavorare per obiettivi, con una modalità organizzativa che produce vantaggi per l'azienda, il personale e la città".