Il Comune di Genova capofila del progetto "Meglio a casa"

"Meglio a casa" è il nome del progetto, di cui il Comune di Genova è capofila, sperimentato da tre mesi presso l'Ospedale Villa Scassi. L'obiettivo è offrire ai pazienti anziani, particolarmente "fragili", un mese di assistenza domiciliare gratuita dopo la dimissione dall'ospedale. Sono stati 58, in meno di tre mesi, i pazienti assistiti a casa a carico del Comune.

Testo Alternativo
E' l'assessore alle politiche socio sanitarie del Comune di Genova, Paola Dameri, a illustrare il progetto:  "Quando gli anziani vengono dimessi, dopo un periodo di cura più o meno lungo in ospedale per la fase acuta della malattia, accade che  siano soggetti a ricadute che li portano a ulteriori ricoveri ospedalieri, quando, una volta a casa non ricevono un'assistenza adeguata perché soli o perché la famiglia non è in grado di garantirla".

"Si tratta - spiega Dameri - di un fenomeno ben noto agli addetti ai lavori, che lo definiscono "tornello" e che, oltre a determinare un aumento dei costi socio sanitari, rischia di vanificare gli obiettivi di cura che il ricovero ospedaliero si pone".

E' per questi motivi che il progetto "Meglio a casa" offre alle persone anziane la possibilità di rientrare nella propria abitazione con il supporto di un assistente domiciliare che, per i primi trenta giorni, sarà a completo carico del Comune.

Per la realizzazione del progetto il Comune di Genova ha stipulato un protocollo operativo con la ASL 3 genovese, che ha provveduto a costituire a Villa Scassi un Nucleo di Assistenza Tutelare Temporanea (NATT), che individua il fabbisogno in termini di ore di assistenza (6 o 12 ore al giorno o in un regime di convivenza).

Il progetto, in questa fase di sperimentazione, riguarda i distretti sanitari 9 e 10, principale bacino di utenza dell'ospedale di Villa Scassi; avrà durata annuale ed è stato reso possibile grazie ad un finanziamento regionale (fondi ministero del Welfare) di più di 300.00 euro.

"Il progetto Meglio a casa" - afferma l'assessore alle politiche sociali della Regione Liguria Lorena Rambaudi - è una delle sperimentazioni in cui si concretizza l'integrazione socio-sanitaria delineata dal Piano regionale 2013-1015, che si regge su un patto tra il sociale e il sanitario e un'intesa tra pubblico e privato con l'obiettivo di mettere al centro la persona".

Per gli aspetti organizzativi e gestionali è il consorzio Agorà, selezionato con bando pubblico, ad occuparsi di reperire le badanti, verificarne la preparazione professionale, provvedere alle sostituzioni in caso di bisogno e sbrigare le pratiche amministrative. Per tale scopo Agorà gestisce e si avvale di un apposito registro di assistenti familiari, debitamente formati, aggiornato mensilmente.

Dopo i primi 30 giorni, calcolati a partire dal giorno della dimissione ospedaliera, saranno l'anziano e la sua famiglia a decidere se prorogare l'assistenza, stipulando un contratto di lavoro con la stessa persona. Fino ad oggi sono stati stipulati contratti in circa il 50% dei casi.


30 settembre 2013
Ultimo aggiornamento: 25/05/2015
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