Fino al 31 agosto il II piano del Museoteatro della Commenda di Prè ospita Il corpo e l’anima, una personale di Fabiola Quezada. Figure umane, fiori ed elementi vegetali che esprimono intime emozioni e travagli esistenziali.
Fabiola Quezada è nata nel 1968 a Temascalapa, vicino a Città del Messico, ma risiede da molti anni a Lugano.
La sua pittura esprime per immagini lo strazio dei corpi e il conflitto dell’anima.
Le sue tele evocano il monumentalismo dei murales messicani; a colpire lo sguardo è soprattutto la frammentazione delle figure, la proposizione del particolare, una reiterata esibizione del travaglio fisico e spirituale che nel dipinto “Viento” è sintetizzata emblematicamente.
Opera che, oltre ad essere la più piccola tra quelle in mostra, è anche la copertina del catalogo curato da Luciano Caprile.
All’ingresso della mostra, quasi tutta formata da tele di grandi dimensioni, ci si immerge subito nel mondo artistico di Fabiola Quezada, un'atmosfera che porta ai colori e ai drammi della sua terra d’origine.
La potenza espressiva dei corpi, con volti quasi sempre in secondo piano, lasciano al visitatore lo spazio per riflessioni, così come i grandi fiori che spesso si mischiano con volute macchie di colore quasi a ricordare figure umane e trovando così analogie con la vita: sbocciano, regalano emozioni e sfioriscono.
Molto pubblico all’inaugurazione: a fare gli onori di casa Maria Paola Profumo, presidente Mu.MA e Roberto Speciale, presidente Fondazione Casa America.
Presenti anche René Rais, Console onorario svizzero e Maria Teresa Ceron Velez, addetto culturale dell’Ambasciata del Messico.
Particolare rilievo è stato dato dai relatori all’importanza del Galata Museo del Mare, polo museale dedicato al Mediterraneo e alle migrazioni, ambito in cui si colloca Fabiola Quezada. Storie e sofferenze portate nell’animo di chi lascia le proprie radici per cercare una vita migliore, come molti Italiani che a fine ottocento lasciarono l’Italia per le Americhe.
Un legame forte quello dell’America Latina con Genova, che ha portato diversi artisti a esporre o realizzare opere come. tra le altre, il murales in ceramica accanto al Galata Museo del Mare in largo Taviani dell'artista argentina Munù Actis Goretta; proprio questa comunanza è stata uno dei motivi che hanno spinto Fabiola Quezada a realizzare la mostra in città.
L’artista si è diplomata all’Accademia di Brera nel 2003, ha vinto il Premio Lissone nel 2004 e ha esposto in spazi in pubblici e privati di Svizzera, Messico, Italia, Inghilterra e Spagna.
La struttura del centro storico cittadino è stata scelta, come afferma la stessa artista perchè: “Questo è un luogo ricco di storia il panorama si apre verso quel porto da cui tanta gente è partita per il Nuovo Mondo portando la ricchezza della loro cultura. Per me è come tornare alle origini, è come chiudere un magico cerchio”.
La mostra curata da Luciano Caprile e coordinata da Patrizia Baldizzone è aperta fino al 31 agosto dal martedì a venerdì dalle 10 alle 17, sabato e domenica dalle 10 alle 19.
www.museidigenova.it
Fabiola Quezada è nata nel 1968 a Temascalapa, vicino a Città del Messico, ma risiede da molti anni a Lugano.
La sua pittura esprime per immagini lo strazio dei corpi e il conflitto dell’anima.
Le sue tele evocano il monumentalismo dei murales messicani; a colpire lo sguardo è soprattutto la frammentazione delle figure, la proposizione del particolare, una reiterata esibizione del travaglio fisico e spirituale che nel dipinto “Viento” è sintetizzata emblematicamente.
Opera che, oltre ad essere la più piccola tra quelle in mostra, è anche la copertina del catalogo curato da Luciano Caprile.
All’ingresso della mostra, quasi tutta formata da tele di grandi dimensioni, ci si immerge subito nel mondo artistico di Fabiola Quezada, un'atmosfera che porta ai colori e ai drammi della sua terra d’origine.
La potenza espressiva dei corpi, con volti quasi sempre in secondo piano, lasciano al visitatore lo spazio per riflessioni, così come i grandi fiori che spesso si mischiano con volute macchie di colore quasi a ricordare figure umane e trovando così analogie con la vita: sbocciano, regalano emozioni e sfioriscono.
Molto pubblico all’inaugurazione: a fare gli onori di casa Maria Paola Profumo, presidente Mu.MA e Roberto Speciale, presidente Fondazione Casa America.
Presenti anche René Rais, Console onorario svizzero e Maria Teresa Ceron Velez, addetto culturale dell’Ambasciata del Messico.
Particolare rilievo è stato dato dai relatori all’importanza del Galata Museo del Mare, polo museale dedicato al Mediterraneo e alle migrazioni, ambito in cui si colloca Fabiola Quezada. Storie e sofferenze portate nell’animo di chi lascia le proprie radici per cercare una vita migliore, come molti Italiani che a fine ottocento lasciarono l’Italia per le Americhe.
Un legame forte quello dell’America Latina con Genova, che ha portato diversi artisti a esporre o realizzare opere come. tra le altre, il murales in ceramica accanto al Galata Museo del Mare in largo Taviani dell'artista argentina Munù Actis Goretta; proprio questa comunanza è stata uno dei motivi che hanno spinto Fabiola Quezada a realizzare la mostra in città.
L’artista si è diplomata all’Accademia di Brera nel 2003, ha vinto il Premio Lissone nel 2004 e ha esposto in spazi in pubblici e privati di Svizzera, Messico, Italia, Inghilterra e Spagna.
La struttura del centro storico cittadino è stata scelta, come afferma la stessa artista perchè: “Questo è un luogo ricco di storia il panorama si apre verso quel porto da cui tanta gente è partita per il Nuovo Mondo portando la ricchezza della loro cultura. Per me è come tornare alle origini, è come chiudere un magico cerchio”.
La mostra curata da Luciano Caprile e coordinata da Patrizia Baldizzone è aperta fino al 31 agosto dal martedì a venerdì dalle 10 alle 17, sabato e domenica dalle 10 alle 19.
www.museidigenova.it