Il progetto ELFO: un corso per diventare tutore
di un minore straniero non accompagnato

Martedì 4 aprile, dalle ore 16, nel salone di rappresentanza di Palazzo Tursi, si è tenuta la presentazione del progetto europeo “ELFO”, da Défence for Children, di cui il Comune di Genova è partner. Un incontro con professionisti del sociale e cittadini per conoscere i nuovi corsi formativi che partiranno a breve. Presentate le testimonianze e le considerazioni di chi ha già vissuto esperienze di tutela o affido familiare in questo delicato settore 

«Per la prima volta dopo due anni di guerra, fuga e accoglienza in Italia ho dormito bene come quando vivevo da mio nonno». L’ha detto un ragazzo richiedente asilo alla famiglia affidataria che, a Genova, lo ospita nei week end.
In queste poche parole - che immaginiamo pronunciate davanti a una tazza di caffelatte al tavolo della colazione di famiglia, la domenica mattina – è racchiuso il senso del ruolo di famiglia tutrice o affidataria di minorenni stranieri, arrivati in Italia non accompagnati.

Martedì 4 aprile, dalle ore 16, nel salone di rappresentanza di Palazzo Tursi, si è tenuta la presentazione del progetto europeo “ELFO”, da Défence for Children, di cui il Comune di Genova è partner. Un incontro con professionisti del sociale e cittadini interessati a conoscere i nuovi corsi formativi che partiranno a breve. 

Ad aprire i lavori l'intervento dell’assessora Emanuela Fracassi, che ha  parlato del ruolo del Comune di Genova nell'accoglienza dei minori non accompagnati. Lo scorso anno «sono stati 400, abbiamo avuto 15 cittadini che hanno intrapreso l'iter per diventare tutori e a dicembre ne sono stati nominati, dal Tribunale Civile di Genova, sette. Vorremmo riuscire a creare un albo, perchè, purtroppo, questa dei minori non accompagnati in fuga dalla guerra è un'emergenza che non sembra cessare».

A Maria Maimone, direttrice della Direzione Politiche Sociali del Comune di Genova, il compito di raccontare quanto fatto finora dall'Amministrazione e la testimonianza del giudice tutelare del Tribunale di Genova, Domenico Pellegrini: «Questo progetto segna il passaggio dal concetto di accoglienza inteso come filantropia a quello di un percorso di relazione». Pippo Costella, direttore di “Defence for children Italia”, ha parlato dei resoconti delle esperienze in corso.

Essere tutori di minori stranieri non accompagnati
La legislazione italiana prevede che qualsiasi minore privo dei propri genitori e della propria famiglia possa avvalersi di un tutore legalmente riconosciuto dalle istituzioni per garantire la sua cura, la tutela dei suoi diritti e la risposta ai suoi bisogni. Nel nostro Paese e in Europa questa misura, universalmente riconosciuta anche sulla base della Convenzione Internazionale sui diritti dell’Infanzia e dell’adolescenza ratificata da tutti i Paesi membri, viene applicata in modo eterogeneo e non sempre efficace.

La presenza nel nostro Paese di minori stranieri non accompagnati, privi di figure adulte di riferimento, è in considerevole aumento per l’intensificarsi delle crisi umanitarie a livello mondiale e questo fenomeno si ripercuote anche all’interno del nostro territorio: nel 2016 Genova ha garantito, all’interno di proprie strutture, l’accoglienza di 370 minori stranieri non accompagnati, la cui tutela da parte dell’Ente locale garantisce l’avvio delle procedure amministrative, fiscali, sanitarie e le procedure per il riconoscimento della protezione internazionale.

A oggi sono 7 i cittadini tutori di altrettanti minori stranieri non accompagnati: l'anno scorso avevano seguito il percorso di formazione e prestato giuramento di fronte ai Giudici tutelari del tribunale Ordinario di Genova il 2 dicembre 2016.
Un'esperienza forte, di grande impatto non solo per il tutore ma per tutta la famiglia, come racconta Claudia Maioli, nominata tutrice lo scorso dicembre «È stato un percorso lungo, durante il quale la mia famiglia mi è stata vicina con il suo sostegno ed entusiasmo. Tutti e tre i miei figli, l'ultimo ha 17 anni come il ragazzo di cui sono tutrice, hanno accolto molto bene questa nuova esperienza. Anche se non parla ancora l'italiano, ma l'arabo, ogni volta che viene da noi è una festa. Sentivo, come mamma, di non poter rimanere indifferente davanti a questa tragedia dell'immigrazione minorile. Dovevo fare qualcosa, anche per dare un segnale chiaro e tangibile di impegno sociale ai miei figli».

Il Comune di Genova e il progetto ELFO
Per favorire una maggiore e più efficace applicazione della tutela legale, il Comune di Genova ha deciso di rinforzare il proprio sistema di protezione e welfare coinvolgendo i cittadini nello svolgimento di tale ruolo. L’affidamento familiare, una forma di aiuto temporaneo al minore che si trova da solo e lontano dal suo Paese, offre l’opportunità di costruire dei legami sociali e di integrazione, oltre a garantire un ulteriore sostegno ai suoi bisogni momentanei.

Tutti possono offrire accoglienza – famiglie, coppie e single – così che il minore possa sentirsi accettato e considerato, anche se lontano chilometri dalla sua famiglia d’origine.
I percorsi formativi, organizzati sulla base della tutela assicurata dalla convenzione dei diritti dell’Infanzia e dell’adolescenza, sono volti a potenziare le capacità degli affidatari, in modo da migliorare il livello e la qualità di protezione dei minorenni vittime o potenziali vittime di violenza.

Nel 2015-2016 sono stati 10 gli affidi realizzati, di cui sette a tempo parziale: i ragazzi sono in Comunità e vanno in famiglia affidataria il fine settimana o alcune giornate infrasettimanali e tre a tempo pieno. Di questi ragazzi, cinque sono accolti da famiglie italiane e gli altri cinque da famiglie omoculturali o parentali.

«Siamo presi da mille cose da fare ogni giorno – commenta l’assessora alle Politiche Sociosanitarie Emanuela Fracassi –  ma credo sia importante mettere in gioco la nostra capacità di essere adulti empatici e responsabili. Le parole del ragazzo " dopo due anni di guerra e fuga, stanotte ho finalmente dormito come quando ero da mio nonno" dette alla famiglia genovese affidataria, penso siano il risultato più bello che si possa ottenere da questa esperienza. Un regalo grande. Credo non servano altre parole per invitare i genovesi a proporsi per la seconda edizione dei percorsi formativi per tutori e genitori affidatari».
4 aprile 2017
Ultimo aggiornamento: 30/07/2017
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