La fumata che sale dal ceppo di alloro, il confeugo, che brucia davanti al paxo, ossia Palazzo Ducale, l’antica dimora dei Dogi, è alta, bianca e dritta, nonostante il vento.
Il cintraco Marco Pepè annuncia che questo è un segno beneaugurante per Genova, accolto con un grande applauso dai genovesi radunati in piazza De ferrari, dallo spettacolo degli sbandieratori dei sestieri di Lavagna, mentre suona il campanone del palazzo.
Poi la cerimonia continua nel salone del Maggior Consiglio, dove Franco Bampi, presidente de A Compagna, ha presentato al nuovo doge, Marco Bucci, i problemi della città e anche i sogni dei genovesi: «Vogliamo vedere il simbolo della nostra città, la Lanterna, finalmente rilanciato. Ci piacerebbe avere, come tante altre città, un Museo della storia cittadina. Poi, l’inno di Mameli, finalmente inno ufficiale d’Italia, scritto da due genovesi e suonato qui la prima volta, vorremmo fosse ribattezzato “La Genovese”, come l’inno francese che si chiama “Marsigliese”, perché cantato a Parigi da persone di Marsiglia».
In risposta a Franco Bampi, il sindaco Marco Bucci ha detto che: «Il museo della città è una grande idea, sulla quale inizieremo a lavorare. Ci vuole un posto dove gli anziani, i giovani e i turisti possano conoscere la storia di Genova e quello che i genovesi hanno fatto nel mondo. Da qui, poi, ripartire per costruire il nostro futuro. La Genovese: l’inno d’Italia deve ritornare a essere questo, perché è un riconoscimento a Genova nella nostra Nazione e nel mondo».
I problemi di Genova sono tanti, riconosce il sindaco «ma ce la mettiamo tutta, perché quello che abbiamo nel cuore è vedere Genova bella, pulita e ordinata. Vogliamo che Genova tiri su la testa e sia più bella di prima. Vi ricordo che io sono genovese e vi ricordo che i genovesi sono quelli che cantano “sono genovese e non mollo”».
Ma per fare ritornare Genova grande, ha sottolineato Marco Bucci, «sono indispensabili dei volontari che lavorino per Genova, abbiamo bisogno dell’associazione A Compagna. Perché loro sono quelli che fanno promozione sul territorio, che faranno marketing territoriale attraverso la valorizzazione delle nostre tradizioni, uno dei segnali migliori per costruire il nostro futuro. Ecco, questo vogliamo per Genova e questo siamo impegnati a fare».
Il cintraco Marco Pepè annuncia che questo è un segno beneaugurante per Genova, accolto con un grande applauso dai genovesi radunati in piazza De ferrari, dallo spettacolo degli sbandieratori dei sestieri di Lavagna, mentre suona il campanone del palazzo.
Poi la cerimonia continua nel salone del Maggior Consiglio, dove Franco Bampi, presidente de A Compagna, ha presentato al nuovo doge, Marco Bucci, i problemi della città e anche i sogni dei genovesi: «Vogliamo vedere il simbolo della nostra città, la Lanterna, finalmente rilanciato. Ci piacerebbe avere, come tante altre città, un Museo della storia cittadina. Poi, l’inno di Mameli, finalmente inno ufficiale d’Italia, scritto da due genovesi e suonato qui la prima volta, vorremmo fosse ribattezzato “La Genovese”, come l’inno francese che si chiama “Marsigliese”, perché cantato a Parigi da persone di Marsiglia».
In risposta a Franco Bampi, il sindaco Marco Bucci ha detto che: «Il museo della città è una grande idea, sulla quale inizieremo a lavorare. Ci vuole un posto dove gli anziani, i giovani e i turisti possano conoscere la storia di Genova e quello che i genovesi hanno fatto nel mondo. Da qui, poi, ripartire per costruire il nostro futuro. La Genovese: l’inno d’Italia deve ritornare a essere questo, perché è un riconoscimento a Genova nella nostra Nazione e nel mondo».
I problemi di Genova sono tanti, riconosce il sindaco «ma ce la mettiamo tutta, perché quello che abbiamo nel cuore è vedere Genova bella, pulita e ordinata. Vogliamo che Genova tiri su la testa e sia più bella di prima. Vi ricordo che io sono genovese e vi ricordo che i genovesi sono quelli che cantano “sono genovese e non mollo”».
Ma per fare ritornare Genova grande, ha sottolineato Marco Bucci, «sono indispensabili dei volontari che lavorino per Genova, abbiamo bisogno dell’associazione A Compagna. Perché loro sono quelli che fanno promozione sul territorio, che faranno marketing territoriale attraverso la valorizzazione delle nostre tradizioni, uno dei segnali migliori per costruire il nostro futuro. Ecco, questo vogliamo per Genova e questo siamo impegnati a fare».