«Le regole della pubblica amministrazione possono anche essere una complicazione, ma se c’è la volontà di usarle bene i risultati arrivano. Lo abbiamo dimostrato. Come nel caso di Esaote, che ha trasferito i suoi uffici a Erzelli e ha promosso un altro stabilimento a Multedo o in quello di Ansaldo Energia che ha la possibilità di espandersi nell’area ex Ilva trovando il necessario sbocco a mare».
Lo ha detto il sindaco Marco Doria intervenendo all’assemblea di Confindustria Genova, martedì 13 dicembre a Palazzo Ducale. Era presente anche l’assessore allo Sviluppo Economico Emanuele Piazza.
«L’azione del Comune per sviluppare l’industria nella nostra città – ha continuato – punta in particolare all’utilizzo intelligente di tre aree genovesi pronte da subito ad accogliere nuove realtà industriali: le aree ex Ilva, quelle Piaggio ed il polo di Erzelli. Il Comune è pronto a favorire gli investimenti. Per questo chiediamo al Governo di non limitarsi a cedere le aree necessarie al nuovo acquirente della siderurgia ex Ilva ma di garantire che l’altra parte sia destinata ad iniziative di investimento che creino lavoro».
E a proposito di Erzelli, il Sindaco ha invitato a smetterla di parlarne come se fosse una “cattedrale nel deserto”. «A Erzelli operano già industrie importanti come Ericsson, Siemens ed Esaote. Vi lavorano più di duemila addetti, si tratta di un polo d’eccellenza a un passo dall’aeroporto e dall’autostrada, oggetto di importanti progetti. Il prossimo passo sarà il trasferimento della Scuola Politecnica dell’Università genovese».
“Restare” anziché emigrare e delocalizzare le aziende, che sempre più assumono una dimensione globale, è appunto il tema scelto dall’assemblea confindustriale di quest’anno.
Il presidente di Confindustria Genova ha ripercorso il significativo passaggio della riflessione imprenditoriale su Genova attraverso le ultime tre assemblee: da “I perché dell’insuccesso” a “Genova dove andiamo” fino all’attuale titolo “Vado resto” accompagnato dall’indicazione esplicita della volontà di restare, sviluppando gli investimenti nella nostra città.
Ospiti, insieme a Doria, il presidente della Regione Giovanni Toti, il nuovo presidente dell’Autorità portuale, Paolo Emilio Signorini; saluto inaugurale del cardinale Angelo Bagnasco e conclusioni del presidente nazionale di Confindustria Vincenzo Boccia.
Al centro del dibattito il fattore tempo e la concretezza delle questioni che richiedono soluzioni rapide, per evitare che l’indecisione o i ritardi provochino la rinuncia agli investimenti.
«Per non perdere opportunità importanti per le industrie, piccole, medie e grandi, che operano in Liguria – ha detto nel suo discorso introduttivo Zampini – occorre costruire un metodo di lavoro che integri l’imprenditoria con le istituzioni. Genova ha una grande tradizione del saper fare, un grande bacino di competenze riscontrabili all’interno delle imprese, nei centri di ricerca, nell’università e in alcuni settori della pubblica amministrazione. Ci sono esempi positivi di rapporti fra imprese e istituzioni, come nel caso del nuovo insediamento di Ansaldo Energia a Cornigliano e dell’Esaote a Multedo e dei suoi uffici agli Erzelli. Agiamo».
«Genova è una città dai tanti problemi ma dalle moltissime potenzialità – ha sottolineato il Sindaco - si stanno realizzando lavori contro il dissesto del territorio che erano attesi dal 1970. Mettere in sicurezza la città per i suoi cittadini significa anche renderla più appetibile per l’insediamento di nuove attività produttive. Insieme alle altre istituzioni dobbiamo trovare obiettivi condivisi che rispondano a bisogni comuni. E anche il Governo deve essere un attore importante. Nel recente Patto per Genova ogni parola individua un’azione da compiere».
Una delle sfide future «è il collegamento veloce di Genova con Milano e il resto d’Europa – ha ricordato ancora il Sindaco – una infrastruttura fondamentale per quella che anche il ministro Delrio aveva chiamato “cura del ferro”».
«Genova in questi anni si è trasformata, è una città ammirata e apprezzata all’estero per la qualità della cultura, per le sue bellezze – ha concluso Doria – e questa ammirazione è un importante valore per la nostra economia».
Il messaggio da parte delle istituzioni ai rappresentanti di Confindustria è che a Genova si può “restare” e investire.
Più tardi, il Sindaco si è recato nello stabilimento di Ansaldo Energia a Campi, proprio nel cuore di una delle aziende che potrà espandersi a Genova. Con lo stesso Zampini, che è anche amministratore delegato dell’impresa, e a Claudio Costamagna, presidente di Cassa depositi e prestiti, Guido Rivolta, amministratore delegato di Cdp Equity e Chen Xuewen, di Shanghai Electric, partner cinese dell’azienda, Doria ha partecipato ad un’iniziativa che ha nuovamente coinvolto le istituzioni locali per “festeggiare” la prospettiva di un nuovo polo a Cornigliano, tappa fondamentale nel percorso di crescita e internazionalizzazione di Ansaldo Energia.
«Ansaldo è nata nel 1853 - ha osservato il Sindaco – ed è un pezzo molto importante della storia e del futuro del nostro Paese. Le istituzioni hanno lavorato tutte affinché Ansaldo Energia potesse avere uno stabilimento in quelle che erano aree Ilva per poter produrre le nuove grandi turbine che possono creare sviluppo e occupazione».
Lo ha detto il sindaco Marco Doria intervenendo all’assemblea di Confindustria Genova, martedì 13 dicembre a Palazzo Ducale. Era presente anche l’assessore allo Sviluppo Economico Emanuele Piazza.
«L’azione del Comune per sviluppare l’industria nella nostra città – ha continuato – punta in particolare all’utilizzo intelligente di tre aree genovesi pronte da subito ad accogliere nuove realtà industriali: le aree ex Ilva, quelle Piaggio ed il polo di Erzelli. Il Comune è pronto a favorire gli investimenti. Per questo chiediamo al Governo di non limitarsi a cedere le aree necessarie al nuovo acquirente della siderurgia ex Ilva ma di garantire che l’altra parte sia destinata ad iniziative di investimento che creino lavoro».
E a proposito di Erzelli, il Sindaco ha invitato a smetterla di parlarne come se fosse una “cattedrale nel deserto”. «A Erzelli operano già industrie importanti come Ericsson, Siemens ed Esaote. Vi lavorano più di duemila addetti, si tratta di un polo d’eccellenza a un passo dall’aeroporto e dall’autostrada, oggetto di importanti progetti. Il prossimo passo sarà il trasferimento della Scuola Politecnica dell’Università genovese».
“Restare” anziché emigrare e delocalizzare le aziende, che sempre più assumono una dimensione globale, è appunto il tema scelto dall’assemblea confindustriale di quest’anno.
Il presidente di Confindustria Genova ha ripercorso il significativo passaggio della riflessione imprenditoriale su Genova attraverso le ultime tre assemblee: da “I perché dell’insuccesso” a “Genova dove andiamo” fino all’attuale titolo “Vado resto” accompagnato dall’indicazione esplicita della volontà di restare, sviluppando gli investimenti nella nostra città.
Ospiti, insieme a Doria, il presidente della Regione Giovanni Toti, il nuovo presidente dell’Autorità portuale, Paolo Emilio Signorini; saluto inaugurale del cardinale Angelo Bagnasco e conclusioni del presidente nazionale di Confindustria Vincenzo Boccia.
Al centro del dibattito il fattore tempo e la concretezza delle questioni che richiedono soluzioni rapide, per evitare che l’indecisione o i ritardi provochino la rinuncia agli investimenti.
«Per non perdere opportunità importanti per le industrie, piccole, medie e grandi, che operano in Liguria – ha detto nel suo discorso introduttivo Zampini – occorre costruire un metodo di lavoro che integri l’imprenditoria con le istituzioni. Genova ha una grande tradizione del saper fare, un grande bacino di competenze riscontrabili all’interno delle imprese, nei centri di ricerca, nell’università e in alcuni settori della pubblica amministrazione. Ci sono esempi positivi di rapporti fra imprese e istituzioni, come nel caso del nuovo insediamento di Ansaldo Energia a Cornigliano e dell’Esaote a Multedo e dei suoi uffici agli Erzelli. Agiamo».
«Genova è una città dai tanti problemi ma dalle moltissime potenzialità – ha sottolineato il Sindaco - si stanno realizzando lavori contro il dissesto del territorio che erano attesi dal 1970. Mettere in sicurezza la città per i suoi cittadini significa anche renderla più appetibile per l’insediamento di nuove attività produttive. Insieme alle altre istituzioni dobbiamo trovare obiettivi condivisi che rispondano a bisogni comuni. E anche il Governo deve essere un attore importante. Nel recente Patto per Genova ogni parola individua un’azione da compiere».
Una delle sfide future «è il collegamento veloce di Genova con Milano e il resto d’Europa – ha ricordato ancora il Sindaco – una infrastruttura fondamentale per quella che anche il ministro Delrio aveva chiamato “cura del ferro”».
«Genova in questi anni si è trasformata, è una città ammirata e apprezzata all’estero per la qualità della cultura, per le sue bellezze – ha concluso Doria – e questa ammirazione è un importante valore per la nostra economia».
Il messaggio da parte delle istituzioni ai rappresentanti di Confindustria è che a Genova si può “restare” e investire.
Più tardi, il Sindaco si è recato nello stabilimento di Ansaldo Energia a Campi, proprio nel cuore di una delle aziende che potrà espandersi a Genova. Con lo stesso Zampini, che è anche amministratore delegato dell’impresa, e a Claudio Costamagna, presidente di Cassa depositi e prestiti, Guido Rivolta, amministratore delegato di Cdp Equity e Chen Xuewen, di Shanghai Electric, partner cinese dell’azienda, Doria ha partecipato ad un’iniziativa che ha nuovamente coinvolto le istituzioni locali per “festeggiare” la prospettiva di un nuovo polo a Cornigliano, tappa fondamentale nel percorso di crescita e internazionalizzazione di Ansaldo Energia.
«Ansaldo è nata nel 1853 - ha osservato il Sindaco – ed è un pezzo molto importante della storia e del futuro del nostro Paese. Le istituzioni hanno lavorato tutte affinché Ansaldo Energia potesse avere uno stabilimento in quelle che erano aree Ilva per poter produrre le nuove grandi turbine che possono creare sviluppo e occupazione».