Per la terza volta si riuniscono le commissioni consiliari I – Affari Istituzionali e Generali e IV – Promozione della città, oggi con la presidenza di Marianna Pederzolli (L.Doria), per completare, con ulteriori audizioni delle associazioni, l’esame del regolamento d’uso dei parchi storici comunali. Sono presenti in aula, con l’assessore all’Ambiente Italo Porcile, le associazioni Italia Nostra, Legambiente, Amici dei parchi di Nervi, che sono in disaccordo con la Giunta perché ritengono che il regolamento disattenda il dettato della “Carta di Firenze”, a cui pure fa esplicito riferimento, e perché non considerano adeguata la soluzione prospettata per i responsabili dei parchi, che dovrebbero essere uno per parco e da subito “curatori”, cioè tecnici con competenza scientifica che abbiano il compito della conservazione e dello sviluppo del bene storico in quanto “museo vivente”. Non semplici responsabili o direttori, quindi, per di più nominati nel tempo secondo le disponibilità economiche dell’ente.
L’assessore Porcile si dice «consapevole di non aver recepito interamente le osservazioni delle associazioni. Molto onestamente ho detto che le abbiamo recepite in parte e che siamo rimasti per certi versi su posizioni diverse».
Nel merito del regolamento, Porcile ne sostiene la validità: «quando si stabilisce una nuova norma non si può avere la certezza che le cose cambino immediatamente; dotarsi del regolamento, anche se non lo si potrà applicare subito, significa almeno andare nella direzione giusta: con questa normativa, quelli che prima erano giardini pubblici diventano parchi storici, la cui gestione dovrà essere diversa dalla precedente, a partire dalla nomina dei direttori, che saranno uno per ogni parco o per gruppi omogenei. I direttori non saranno nominati subito, ma l’impegno dovrà essere rispettato».
Quanto alla Carta di Firenze, prosegue l’assessore, «i vari articoli del nostro regolamento ne applicano i principi». Ma questa affermazione è messa in dubbio da alcuni consiglieri tra cui, con particolare decisione, Alfonso Gioia (Udc), che considera che la possibilità di prestare un parco storico per manifestazioni, prevista dal regolamento, sia in contrasto con il principio, esposto dalla Carta, secondo cui nel parco storico dovrebbe regnare il silenzio della natura. Da questo principio, oltre che da motivi di sicurezza (gli alberi antichi talvolta si abbattono al suolo) e di conservazione dell’ambiente deriva il divieto di giocare nei parchi storici: una restrizione troppo severa in una città che ha bisogno di spazi per i giovani; alcuni commissari, in particolare Monica Russo (Pd) e Barbara Comparini (L.Doria) sono dell’idea che si possa trovare un punto di mediazione tra la difesa del bene ambientale e le giuste esigenze dei ragazzi.
Altri interventi esprimono preoccupazioni per la cura dei “musei viventi”: tutti ritengono che ogni parco dovrebbe avere il proprio organico, costituito da operatori che ne conoscano la storia e l’ambiente e che, sotto la guida del direttore o curatore (al di là delle definizioni, la funzione dovrebbe essere la stessa), dovrebbero occuparsi della vita e dello sviluppo del bene storico e ambientale. Dall’aula vengono anche suggerimenti per la formazione del personale, tra cui in particolare quello di Stefano De Pietro (M5s), che suggerisce una collaborazione con l’istituto agrario di Monza, che offre un corso “per la manutenzione specializzata e la gestione competente di parchi e giardini storici”.
Al termine della discussione, a cui hanno partecipato, oltre ai già citati, i consiglieri Guido Grillo (Pdl), Gian Piero Pastorino (Fds), Clizia Nicolella (L.Doria), Claudio Villa (Pd) ed Enrico Musso (L.Musso), si decide di passare la pratica al Consiglio comunale, che la prenderà in esame martedì 19 luglio. Alcuni consiglieri hanno già annunciato la presentazione di emendamenti.