OGGI IN SALA ROSSA – DISASTRO IPLOM: INTERVENTI E PROBLEMI APERTI

Si sono riunite questa mattina, con la presidenza di Monica Russo (Pd), le commissioni V – Territorio e VI – Sviluppo economico. All’ordine del giorno dell’incontro, convocato in seguito a quello, interrotto, della mattina del 26 aprile, l’aggiornamento sulla situazione conseguente alla rottura dell’oleodotto Iplom avvenuta il 17 aprile. Erano presenti gli assessori ai Lavori pubblici e manutenzioni Gianni Crivello e all’Ambiente Italo Porcile e, per la prevista audizione, rappresentanti di Arpal, Asl, Vigili del fuoco, Capitaneria del Porto, Città Metropolitana, Iplom.

I commissari sono stati informati, attraverso le audizioni, sui vari interventi effettuati in seguito alla rottura dell’oleodotto nei pressi di Fegino. Ha riferito per primo il commissario di Arpal, Carlo Emanuele Pepe, secondo cui si è verificata la fuoruscita di una quantità di petrolio compresa tra 500 e 700 metri cubi. L’intervento dei tecnici Arpal è stato immediato; sono state effettuate le rilevazioni del caso e, per progettare l’intervento, le possibili simulazioni modellistiche sulla base dei modelli matematici disponibili. «Fino a oggi i prelievi sono stati più di 50 e abbiamo posto apparecchiature per il monitoraggio della presenza di sostanze. Arpal ha fornito giornalmente dati ad Asl e Comune e ha collaborato con la Capitaneria di porto e con Ispra (Istituto Superiore per la Protezione Ambientale) per il monitoraggio del mare presso la foce del Polcevera, con foto, filmati e campionamento. Ha inoltre chiamato a collaborare, per le particolari competenze, le Arpa delle Marche e della Valle d’Aosta, ed Enpa, per valutare i rischi di danno alla fauna». Fin dai primi momenti l’Agenzia supporta l’autorità giudiziaria.

Matteo Perrotta, che si occupa di siti contaminati per la Direzione Ambiente della Città Metropolitana, ha informato che con uno sforzo notevole da parte di tutti i soggetti è stato fatto un ottimo lavoro di recupero del greggio sversato, ormai presente solo in piccolissime tracce in forma di iridescenza. È già in atto la scarificazione degli alvei per rimuovere il sedimento alluvionale che è diventato oleoso. «Per questo intervento serve ancora qualche giorno di lavoro – ha proseguito Perrotta – e i risultati sono buoni; la situazione è sotto controllo e si arriverà presto alla tranquillità». Si apre adesso una fase di interventi che richiedono tempo e pazienza. Tutta la gestione del sito è stata inquadrata secondo le norme. «Siamo attualmente nella fase di messa in sicurezza d’emergenza; seguiranno accertamenti per valutare lo stato del sito, poi un’analisi del rischio e un progetto di bonifica».

Per Iplom, Gianfranco Peiretti, responsabile ambiente e sicurezza, ha comunicato che fortunatamente «il prodotto sversato non era puro, ma un’emulsione che conteneva molta acqua, per cui il fenomeno sembrava molto più grave di come fosse in realtà». Dopo le prime briglie messe dai vigili del fuoco, Iplom ha curato la posa di briglie sifonate, che sono la miglior tecnica a disposizione oggi. Poiché gli interventi non possono interferire con le esigenze peritali, non si può al momento operare nella zona della rottura, che è sotto sequestro.

Miria Bosi, per la Asl, ha ricordato che l’ambulatorio mobile, in funzione fino a ieri presso i giardini Silvio Montecucco a Borzoli, si è occupato della sorveglianza sindromica. L’ambulatorio non ha inviato nessun paziente all’ospedale; c’è stato un certo accesso di persone, in calo da un massimo di 34 ai 3 casi di ieri, che lamentavano sintomi di irritazione, alle vie aeree e agli occhi, in molti casi non riconducibili all’incidente. La Asl ha partecipato alle rilevazioni ambientali e alle valutazioni.

È intervenuta anche, per il Municipio Valpolcevera, la presidente Iole Murruni, che ha portato l’attenzione dell’assemblea sul disastro ambientale che rimarrà dopo l’emergenza e sui problemi di Borzoli e Fegino. «C’è stata una pronta reazione che ha salvato il mare, e colgo l’occasione per ringraziare i vigili del fuoco, l’Arpal e la Protezione civile; ma la zona interessata dal disastro è un territorio che non ha eguali in città, legato com’è a servitù antiche e nuove, come Scarpino e il Terzo valico». Quella della Iplom è una «presenza importante e ingombrante», che crea alla popolazione molti problemi, al punto che «spesso ci sono miasmi anche nella scuola, che è a stretto contatto con l’impianto. È importante monitorare e bonificare, ma un incidente così non si deve ripetere, per cui sono necessari interventi sulla sicurezza». Il quartiere, inoltre, ha assoluto bisogno di interventi per migliorare la qualità della vita.

Portano la voce dei cittadini Antonella Marras e Stefano Rivolta.

Per Marras «il 17 aprile è stato “l’atto finale”. Non doveva capitare, perché avevamo più volte segnalato il pericolo. Quella sera un cittadino ha chiamato il numero verde indicato da Iplom e non ha ricevuto risposta. Solo grazie all’intervento dei Vigili del fuoco si è potuto limitare il danno. Nel Fegino e nel Pianego continua a sgorgare petrolio e l’ecosistema è distrutto». La strada è pericolosa e perciò non ci si può passeggiare; «adesso non abbiamo più neanche la possibilità di passeggiare in quel pezzetto di campagna. Abbiamo più volte segnalato vari fenomeni, ma siamo stati trattati da visionari».

Rivolta ha ricordato che non è possibile valutare gli effetti sulla popolazione residente, esposta per tutto il giorno e tutti i giorni e composta anche da vecchi e bambini, sulla base di parametri utilizzati per 8 ore di lavoro giornaliero e 40 settimanali.

Enrico Pignone, per la Città metropolitana, ha precisato che Iplom non ha avuto alcun rinnovo della concessione, come si è invece detto. Si è trattato di una semplice voltura da un utente a un altro, un atto amministrativo dovuto.

Dopo gli interventi dei consiglieri Antonio Bruno e Gian Piero Pastorino (Fds), Mauro Muscarà, Stefano De Pietro e Paolo Putti (M5s), Stefano Anzalone (G.Misto), Cristina Lodi e Simone Farello (Pd), Guido Grillo (Pdl), Lucio Padovani (L.Doria), hanno replicato gli assessori Crivello e Piazza.

Crivello ha comunicato che fin dal lunedì mattina il sindaco ha interessato l’avvocatura per valutare la costituzione di parte civile. A parere dell’assessore «il primo problema di Fegino è di carattere sociale. Purtroppo, in seguito a errori enormi degli anni ’60, è difficilissimo intervenire per migliorare la viabilità e l’ambiente». Crivello ha ricordato poi che i vigili del fuoco sono intervenuti pochi minuti dopo la telefonata di un cittadino delle 19.42 e che poco dopo sono giunti sul posto la polizia ambientale e quella municipale, che i vigili del fuoco sono intervenuti con i mezzi a disposizione e che l’intervento di  Iplom c’è stato solo in seguito. L’Istituto italiano di Tecnologia si è subito fatto avanti, chiedendo un campione, analizzandolo e indicando il tipo di spugne, riutilizzabili, adeguate all’intervento. A parte il grave incidente, Crivello ha rimproverato Iplom perché, anche negli scorsi anni, «non ha mai avuto un rapporto con il quartiere, e questo è certamente un errore».

Da Porcile è venuto un particolare ringraziamento alla Polizia municipale ambientale. «L’impressione di quelle ore è che la parte pubblica sia intervenuta con prontezza». Ha inoltre precisato che «questo Comune ha fatto da tempo la richiesta dell’osservatorio sulle malattie e della trasparenza dei dati. L’amministrazione ci stava lavorando anche prima dell’emergenza. Nella cultura politica genovese purtroppo l’ecosistema urbano è ancora un elemento secondario. Auspico che Genova si apra a una nuova visione del futuro». Da subito l’amministrazione si è dichiarata potenzialmente danneggiata dall’incidente.

 

data: 
29/04/2016
Ultimo aggiornamento: 29/04/2016
Comune di Genova  - Palazzo Tursi  -  Via Garibaldi 9  -  16124 Genova  | Numero Unico: 010.1010
Pec: comunegenova@postemailcertificata.it - C.F. / P. Iva 00856930102 
Questo sito è ottimizzato per Firefox, Chrome, Safari e versioni di Internet Explorer successive alla 8