Si sono riunite oggi, con la presidenza di Lucio Padovani (L.Doria), le commissioni III – Bilancio e VI – Sviluppo Economico, per aggiornamenti sui temi dell’azienda Piaggio Aerospace e del mercato ittico. Era presente l’assessore Emanuele Piazza.
Sul primo punto, Piazza ha comunicato che si è tenuto presso la Camera di Commercio un incontro della Commissione mercato ittico, a cui, con la Camera e il Comune, partecipa anche la Regione. Ente che, secondo quanto riferito dall’assessore, ha particolare attenzione per la questione. La collaborazione nella commissione è buona; ciò ha permesso di perfezionare il progetto di massima del Comune, prevedendo di impiegare spazi maggiori, rispetto alla prima valutazione, nella sede provvisoria di Ca’ de Pitta, e avviando un percorso condiviso di definizione della nuova sede, che potrà essere quella, ristrutturata, di piazza Cavour oppure un’altra. «Siamo arrivati a una soluzione condivisa da tutti», ha sottolineato l’audito Paolo Corsiglia, della Camera di Commercio.
Franco Giampaoletti, il direttore generale del Comune, ha riferito sui lavori a Ca’ de Pitta, che procedono con regolarità, salvo che lo smontaggio della linea di macellazione potrebbe richiedere più tempo del previsto, e in accordo con la Asl. Giampaoletti ritiene che il termine del 30 settembre possa essere rispettato, con un eventuale sforamento al massimo nel mese di ottobre. Sono possibili modifiche degli accessi e, di conseguenza, della viabilità locale: si sta valutando, infatti, l’ipotesi di una chiusura dell’attuale cancello e dell’apertura di un altro varco dalla parte opposta.
Alessio Piana (L.Nord) ha sollecitato la Giunta a cercare ipotesi alternative a Ca’ de Pitta, una collocazione provvisoria che, come spesso accade, rischia di diventare duratura, magari in porto. Ha invece espresso preoccupazione per la viabilità della zona, già gravata da grandi attività commerciali, Gianpaolo Malatesta (G.Misto), che auspica un rilancio all’uso produttivo dell’area dell’ex macello. Gian Piero Pastorino (Fds) si è domandato se la ricollocazione del mercato in piazza Cavour o comunque vicino al mare sia ancora all’ordine del giorno, meravigliandosi che nessun progettista abbia inserito questa «attività marina per eccellenza» nei progetti per il Blueprint. Sulla stessa linea Lilli Lauro (Pdl), che ricorda il Fish Market di Amburgo, «un intero quartiere, che attira turisti e contiene pescherie, negozi e ristoranti gestiti dalle pescherie stesse». Un modello di intervento a favore di tutta la filiera, secondo la consigliera, che ha chiesto un ulteriore incontro di commissione per audire direttamente gli operatori, grossisti e dettaglianti, del settore ittico».
Piazza, nella replica, ha sostenuto che lo spazio di piazza Cavour «non è idoneo ed è indegno di un mercato del pesce». Il Comune intende «mettere in sicurezza, in senso ampio e perciò anche commerciale, un’importante attività».
«L’idea del mercato all’ingrosso vicino al mare – prosegue Piazza – è un’idea romantica, ma una gran quantità di pesce arriva tramite autostrada. Per trovare la migliore collocazione di un mercato all’ingrosso è necessario tener conto delle principali vie d’accesso alla città. Quanto alla filiera, il fatto che a Genova ci sia uno spazio dedicato al pesce è importante: bisognerà parlarne da subito, a settembre».
Sul tema della Piaggio, Piazza ha riferito che il 9 agosto si terrà un incontro del governo con azienda e sindacati, in seguito alla presentazione a questi del piano industriale. Piano che – ha sostenuto con forza l’assessore – non deve essere approvato così come è formulato, perché l’accordo sottoscritto solo 2 anni fa prevedeva la salvaguardia dell’occupazione e l’integrità della Piaggio sul territorio, a Genova e Albenga». Si tratta di un progetto che prevede esternalizzazioni non chiare di attività, con una riduzione, a 2 anni da quell’accordo, del 50% del personale, con particolare ricaduta su Genova.
«Piaggio è un’azienda strategica su cui il governo può e deve interferire. Deve essere rifiutato un piano industriale contrario all’accordo, alla volontà dei soggetti istituzionali firmatari e a quella del Comune, che rappresenta il territorio e i cittadini.
Un governo che voglia esercitare le proprie prerogative non può non intervenire con forza sulla questione.
Per le organizzazioni sindacali, audite su questo tema, ha preso la parola Giampaolo Rossi della Rsu dei lavoratori Piaggio di Genova, che ha illustrato brevemente le linee guida del piano approvato dagli azionisti. Il documento prevede una divisione netta tra produzione civile e militare, con affidamento ad altre aziende della produzione di motori e dell’assistenza al cliente. In questo modo in un paio d’anni i 1.350 lavoratori dell’accordo si ridurranno alla metà, mentre i progetti militari passeranno da Genova al territorio savonese; di conseguenza i dipendenti Piaggio di Genova saranno meno di un centinaio, mentre due anni fa erano 620.
Hanno preso la parola i consiglieri: Lauro (Pdl), che ha chiesto un ulteriore incontro di aggiornamento prima del primo consiglio alla riapertura di settembre; Piana, che ha chiesto che il Comune diventi interlocutore del governo, insieme alla Regione, sulla questione; Putti, che si è detto «stufo di questi investitori stranieri che invece di investire portano via il sapere. I nostri nonni non avrebbero fatto la Resistenza, se, pensando che l’avversario era più armato e più forte, si fossero rassegnati»; Malatesta, che ha sollecitato alcuni chiarimenti da parte del sindacato, Pastorino, che, rilevando analogie con la vicenda Ericsson, ha stigmatizzato la politica della giunta Burlando in Regione e ha sollecitato l’impegno dei parlamentari liguri, tra cui la stessa Roberta Pinotti ministro della Difesa. «Pinotti dovrebbe difendere i segreti militari di Piaggio, che, come lei stessa aveva detto, devono rimanere in ambito Nato», mentre adesso «gli azionisti progettano di tenersi le tecnologie militari»; per Lauro, che chiede lumi sulle attività concrete della giunta, «più che Pinotti è da prendere per il colletto l’azienda, perché gli esuberi non dovevano esserci»; Cristina Lodi (Pd) ha concordato su Pinotti, che tra l’altro ha avuto un ruolo importante nell’aumento delle commesse di Piaggio, e ha chiesto che tutti i gruppi sollecitino i propri rappresentanti in parlamento: «anche se tra Comune, Regione e governo gli equilibri politici sono diversi, e forse anche per questo, la collaborazione tra questi soggetti può essere molto importante».
Nella replica, Piazza ha ricordato che il Comune, non essendo firmatario dell’accordo del 2014, non può agire sul piano legale, ma «come istituzione può chiedere che quel documento rimanga il punto di partenza imprescindibile».
Infine Rossi: «Piaggio è come altre realtà: ormai i grandi gruppi, in Italia, sono in mano a presenze esterne». L’azienda, a suo dire, sta perdendo molte opportunità. «La proprietà la sta tenendo in piedi con il minimo indispensabile, perciò non ci sono prospettive».