OGGI IN SALA ROSSA – I PROBLEMI DI CALATA VIGNOSO
A cura dell'Ufficio Stampa del Consiglio comunale di Genova
In sala rossa, questa mattina, le commissioni I – Affari istituzionali e generali, IV – Promozione della città, V – Territorio e VI – Sviluppo Economico, con la presidenza di Leonardo Chessa (Sel), hanno trattato i problemi sicurezza, ordine pubblico e igiene della Darsena, presso il mercatino del pesce di calata Vignoso. Erano presenti gli assessori alla Legalità e diritti Elena Fiorini, allo Sviluppo economico Emanuele Piazza, all’Ambiente Italo Porcile e, come auditi, Daniela Boriello, responsabile regionale di Coldiretti – Imprese pesca, e Felice Mammoliti, pescatore professionista.
Per la sicurezza e l’ordine pubblico sono stati presi in considerazione principalmente due aspetti: il rischio per l’incolumità di cittadini e turisti, tra cui specialmente i bambini, che rischiano di cadere in acqua per l’assenza di balaustre sul bordo in pendenza, e il pericolo per i pescatori e per le loro attrezzature, costituito dalla frequente presenza, nottetempo, di persone che occupano abusivamente la banchina e le barche all’ormeggio, servendosene per attività illegali, bevendo alcolici e facendo barbecue con grave rischio d’incendio, danneggiando talvolta i natanti anche con atti vandalici, spesso nascondendo droga o perfino armi nelle reti o, come è recentemente accaduto una sera alle 9.30, facendo violente risse tra loro. Tutto questo avviene in assenza di un efficace servizio di vigilanza delle forze dell’ordine.
Quanto all’igiene, il problema è costituito dal fatto che la calata, come ricordato da Porcile, è fuori dal contratto di servizio di Amiu se non per la parte più vicina alla strada. L’azienda è perciò in difficoltà di fronte alla richiesta di interventi straordinari come la rimozione di rifiuti, sovente anche di feci umane, dagli spazi dove i pescatori appoggiano le reti. Non è raro infatti che i lavoratori della pesca debbano eliminare attrezzature inquinate, non più utilizzabili. L’assessore ha comunicato di aver già disposto perché, in fase di ridefinizione del contratto, l’area sia definita critica e sottoposta alla vigilanza degli addetti di Amiu, che dovrà rendersi disponibile per interventi straordinari.
La presenza dei pescatori in Darsena, attività economica di grande rilievo anche turistico fortemente voluta dall’amministrazione comunale, è messa a rischio, come una settantina di posti di lavoro (tanti sono gli addetti, che diventano un centinaio nella buona stagione), dall’inadeguatezza del luogo sul piano dell’ordine pubblico, della sicurezza e dell’igiene. Eppure, come sottolinea Matteo Campora (Pdl), «i pescatori, oltre a svolgere tra mille difficoltà un’attività imprenditoriale in via di estinzione, sono una parte importante parte della filiera del nostro turismo». Questa attività e questi posti di lavoro, come osserva Alfonso Gioia (Udc), «sono minacciati questa volta non dal mercato o dall’interesse di un imprenditore, ma dalla presenza incombente di attività illegali». D’altro canto «l’esperienza dei pescatori in Darsena – afferma Giovanni Vassallo (Percorso Comune) – è uno dei pochi tentativi a Genova di sostituire le attività illegali con quelle legali, come gli esperti suggeriscono sempre, in ogni convegno».
Le balaustre erano presenti fin dal 2008 nel progetto presentato da Coldiretti e fatto proprio dal Comune ma, per l’opposizione della Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici, la loro installazione non fu effettuata. Negli anni la posizione della Soprintendenza non è cambiata. L’assessore Piazza ha però espresso la speranza di un diverso atteggiamento in futuro, in seguito a un recente incontro presso il museo del Mare a cui, oltre al museo stesso e agli operatori economici della zona, hanno partecipato anche la facoltà di Economia e palazzo Reale. L’argomento della riunione era la creazione di un sistema integrato per l’offerta turistica tra palazzo Reale e il porto, tra la Dogana, la Darsena e il Porto antico. In questo ambito più allargato, potrebbe trovare spazio, anche grazie all’influenza di palazzo Reale in quanto istituzione culturale, la ricerca di una soluzione per la sicurezza dei passanti a calata Vignoso. «Una somma per questo intervento – ha informato Fiorini – previsto nel 2018, è stata già messa a bilancio».
Sull’ordine pubblico l’assessore alla Legalità, ricordando l’intensificarsi degli interventi della polizia municipale negli scorsi mesi e l’installazione di una telecamera di ultima generazione ad alta definizione, orientabile e gestibile direttamente dalle forze dell’ordine, si è impegnata a ulteriori azioni, in coordinamento con la prefettura e la questura, cercando di sfruttare anche la presenza di un nuovo questore.
Sull’importanza del coordinamento con prefettura e questura hanno insistito particolarmente i consiglieri Enrico Musso (L.Musso), Alessio Piana (Ln), Guido Grillo (Pdl).
Il consigliere Gian Piero Pastorino (Fds) ha proposto di collegare le azioni per la sicurezza della Darsena a quelle per il Porto Antico e per il Museo del Mare, in cui la vigilanza delle forze di polizia si coordina con un servizio di vigilanza privata, e per questa proposta ha ottenuto il sostegno di Vassallo, che ha ricordato il grande impegno del Comune a favore del Porto Antico, che perciò potrebbe considerare l’opportunità di farsi carico di una spesa per la vigilanza di un’area confinante, esterna ma parte di un unico percorso turistico che da palazzo Reale punta all’Acquario e al Porto Antico.
Accogliendo gli inviti di Paolo Putti (M5s) e Vittoria Musso (L.Musso), il presidente Chessa, modificando l’ordine del giorno di una seduta già prevista, ha aggiornato la seduta al 7 ottobre per una panoramica sulla sicurezza di tutto il centro storico, compresa l’area portuale.
Per la sicurezza e l’ordine pubblico sono stati presi in considerazione principalmente due aspetti: il rischio per l’incolumità di cittadini e turisti, tra cui specialmente i bambini, che rischiano di cadere in acqua per l’assenza di balaustre sul bordo in pendenza, e il pericolo per i pescatori e per le loro attrezzature, costituito dalla frequente presenza, nottetempo, di persone che occupano abusivamente la banchina e le barche all’ormeggio, servendosene per attività illegali, bevendo alcolici e facendo barbecue con grave rischio d’incendio, danneggiando talvolta i natanti anche con atti vandalici, spesso nascondendo droga o perfino armi nelle reti o, come è recentemente accaduto una sera alle 9.30, facendo violente risse tra loro. Tutto questo avviene in assenza di un efficace servizio di vigilanza delle forze dell’ordine.
Quanto all’igiene, il problema è costituito dal fatto che la calata, come ricordato da Porcile, è fuori dal contratto di servizio di Amiu se non per la parte più vicina alla strada. L’azienda è perciò in difficoltà di fronte alla richiesta di interventi straordinari come la rimozione di rifiuti, sovente anche di feci umane, dagli spazi dove i pescatori appoggiano le reti. Non è raro infatti che i lavoratori della pesca debbano eliminare attrezzature inquinate, non più utilizzabili. L’assessore ha comunicato di aver già disposto perché, in fase di ridefinizione del contratto, l’area sia definita critica e sottoposta alla vigilanza degli addetti di Amiu, che dovrà rendersi disponibile per interventi straordinari.
La presenza dei pescatori in Darsena, attività economica di grande rilievo anche turistico fortemente voluta dall’amministrazione comunale, è messa a rischio, come una settantina di posti di lavoro (tanti sono gli addetti, che diventano un centinaio nella buona stagione), dall’inadeguatezza del luogo sul piano dell’ordine pubblico, della sicurezza e dell’igiene. Eppure, come sottolinea Matteo Campora (Pdl), «i pescatori, oltre a svolgere tra mille difficoltà un’attività imprenditoriale in via di estinzione, sono una parte importante parte della filiera del nostro turismo». Questa attività e questi posti di lavoro, come osserva Alfonso Gioia (Udc), «sono minacciati questa volta non dal mercato o dall’interesse di un imprenditore, ma dalla presenza incombente di attività illegali». D’altro canto «l’esperienza dei pescatori in Darsena – afferma Giovanni Vassallo (Percorso Comune) – è uno dei pochi tentativi a Genova di sostituire le attività illegali con quelle legali, come gli esperti suggeriscono sempre, in ogni convegno».
Le balaustre erano presenti fin dal 2008 nel progetto presentato da Coldiretti e fatto proprio dal Comune ma, per l’opposizione della Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici, la loro installazione non fu effettuata. Negli anni la posizione della Soprintendenza non è cambiata. L’assessore Piazza ha però espresso la speranza di un diverso atteggiamento in futuro, in seguito a un recente incontro presso il museo del Mare a cui, oltre al museo stesso e agli operatori economici della zona, hanno partecipato anche la facoltà di Economia e palazzo Reale. L’argomento della riunione era la creazione di un sistema integrato per l’offerta turistica tra palazzo Reale e il porto, tra la Dogana, la Darsena e il Porto antico. In questo ambito più allargato, potrebbe trovare spazio, anche grazie all’influenza di palazzo Reale in quanto istituzione culturale, la ricerca di una soluzione per la sicurezza dei passanti a calata Vignoso. «Una somma per questo intervento – ha informato Fiorini – previsto nel 2018, è stata già messa a bilancio».
Sull’ordine pubblico l’assessore alla Legalità, ricordando l’intensificarsi degli interventi della polizia municipale negli scorsi mesi e l’installazione di una telecamera di ultima generazione ad alta definizione, orientabile e gestibile direttamente dalle forze dell’ordine, si è impegnata a ulteriori azioni, in coordinamento con la prefettura e la questura, cercando di sfruttare anche la presenza di un nuovo questore.
Sull’importanza del coordinamento con prefettura e questura hanno insistito particolarmente i consiglieri Enrico Musso (L.Musso), Alessio Piana (Ln), Guido Grillo (Pdl).
Il consigliere Gian Piero Pastorino (Fds) ha proposto di collegare le azioni per la sicurezza della Darsena a quelle per il Porto Antico e per il Museo del Mare, in cui la vigilanza delle forze di polizia si coordina con un servizio di vigilanza privata, e per questa proposta ha ottenuto il sostegno di Vassallo, che ha ricordato il grande impegno del Comune a favore del Porto Antico, che perciò potrebbe considerare l’opportunità di farsi carico di una spesa per la vigilanza di un’area confinante, esterna ma parte di un unico percorso turistico che da palazzo Reale punta all’Acquario e al Porto Antico.
Accogliendo gli inviti di Paolo Putti (M5s) e Vittoria Musso (L.Musso), il presidente Chessa, modificando l’ordine del giorno di una seduta già prevista, ha aggiornato la seduta al 7 ottobre per una panoramica sulla sicurezza di tutto il centro storico, compresa l’area portuale.
data:
19/09/2016
Ultimo aggiornamento: 19/09/2016