Ad Amiu servono complessivamente 185 milioni, perché portare i rifiuti fuori regione costa 28 milioni all’anno, cioè circa 85 nel triennio 2015-2017, mentre il costo delle chiusure di Scarpino 1 e 2 si aggira intorno ai 100 milioni. È questo, in estrema sintesi, il contenuto della relazione dell’assessore al Bilancio Francesco Miceli sul piano finanziario per la gestione dei rifiuti urbani, nell’incontro di questa mattina delle commissioni III Bilancio e VI Sviluppo economico, presieduto da Alberto Pandolfo (Pd), a cui era presente anche l’assessore all’Ambiente Italo Porcile. La prevista aggregazione con Iren Ambiente permette la proroga del contratto di servizio e di conseguenza la possibilità di dilazionare il recupero dell’ingente somma pur evitando il dissesto dell’azienda. Il recupero potrà avvenire per forza di cose attraverso l’aumento della Tari, che grazie all’aggregazione sarà spalmato su 10 anni, anziché nel solo quadriennio 2017-2020, cioè entro la scadenza del contratto. In teoria l’intero ammontare dovrebbe avvenire in un’unica soluzione, ma questa sarebbe una batosta insostenibile per tanti cittadini e per troppe attività economiche. Il Consiglio comunale aveva previsto in passato una dilazione in 30 anni, ma quel progetto si basava sull’ipotesi che la discarica di Scarpino potesse riaprire nel 2016.
I tempi si sono allungati e, con il conseguente aumento delle spese e del debito, il mantenimento della dilazione trentennale non sarebbe sostenibile dall’azienda. All’ordine del giorno, oltre alla delibera sul piano finanziario, c’era quella sulle tariffe della Tari, che è stata brevemente presentata da Miceli in previsione dell’incontro di commissione delle 14 di oggi, in cui l’argomento sarà ripreso.
Hanno partecipato alla discussione i commissari: Vittoria Musso (L.Musso), Guido Grillo (Pdl), Paolo Putti e Stefano De Pietro (Effetto Genova), Gianpaolo Malatesta (G.Misto), Simone Farello (Pd), Gian Piero Pastorino e Antonio Bruno (Fds), Alfonso Gioia (Udc), Andrea Boccaccio (M5s).