Palazzo Tursi diventa la ‘casa’ di chi lotta contro il gioco d’azzardo patologico

Gli anziani e il gioco d’azzardo visti attraverso la lente dell’indagine “L’azzardo non è un gioco”, condotta da Auser in collaborazione con Libera e Gruppo Abele. Se ne è parlato mercoledì 3 giugno in un’assemblea pubblica a palazzo Tursi. Al centro del dibattito l’esigenza di far crescere la consapevolezza, anche nelle persone anziane, di quanto sia facile cadere nel gioco patologico, quali le conseguenze sia in termini di spesa, sia di ricadute umane e sociali pesantissime. Il Sindaco Marco Doria: “La battaglia contro il gioco d’azzardo è un nostro obiettivo politico, lo è stato, lo è e lo sarà. Palazzo Tursi diventi la casa di tutti coloro che si impegnano in questa battaglia”. Venerdì 12 giugno, in occasione della seconda giornata annuale dedicata alla sensibilizzazione sul gioco d’azzardo, il convegno ”Città, cittadini e azzardo patologico”

manifesto Azzardo cosa ne sai? (particolare)
L’assemblea di mercoledì 3 giugno si colloca, non a caso, a un anno esatto dall’iniziativa di distribuzione degli adesivi Non t’azzardare agli esercizi commerciali che rinunciavano alle ‘macchinette’ e a un anno dall’indagine L’azzardo non è un gioco che, attraverso un questionario distribuito in 100 centri sociali gestiti da Auser, si proponeva di vedere come e quanto la popolazione over65 subisca le suggestioni pubblicitarie che instillano il pensiero di poter trovare la felicità attraverso il gioco d’azzardo.

“Come amministrazione abbiamo fatto un regolamento significativo ma, da solo, non risolutivo di un problema complesso e radicato profondamente. - ha detto il Sindaco Marco Doria - Abbiamo usato strumenti di regolazione urbanistica, che sono propri del comune, per fronteggiare un fenomeno che ha dimensioni non solo urbanistiche ma sociali. Il regolamento ha retto a tanti ricorsi e ciò significa che è stato costruito bene. Ma la partita non è chiusa, c’è bisogno di un quadro normativo nazionale”.

La lettura urbanistica consente uno spazio normativo ai comuni, che possono, come ha fatto il Comune di Genova, stabilire una serie di distanze minime (da scuole, centri sportivi, chiese, banche, negozi 'compro oro', tra gli altri) per impedire il  proliferare selvaggio e incontrollato delle sale da gioco.  “E il nostro regolamento un primo risultato lo ha ottenuto – ha detto Clizia Nicolella, presidente della Consulta permanente sui giochi a premi in denaro e vice presidente del consiglio comunale – infatti, dalla sua adozione, non si è avuta nessuna nuova apertura di sale da gioco in città. E’ una potestà dei comuni, quella di dettare le regole per le aperture di nuove sale da gioco, su cui si sta giocando una partita importante a livello nazionale: dovrebbe uscire a breve il decreto legislativo che prevede l’unificazione dei regolamenti locali e l’impegno della Consulta è quello di tenere alta la guardia affinché siano mantenuti criteri a livello di quelli del regolamento del Comune di Genova”.

“Il Comune di Genova – ha detto Doria rivolgendosi alle associazioni e ai cittadini presenti – che della battaglia contro il gioco d’azzardo è uno dei protagonisti, vuole aprire i suoi spazi a tutti coloro che conducono questa battaglia, che è soprattutto culturale, perché le dinamiche sono forti, fortissimi sono gli interessi e pericolose le tendenze al compromesso deteriore. Su questo tema non può esserci mediazione: è un veleno e lo si ferma”.

E a proposito di interessi fortissimi, è Clizia Nicolella a introdurre i numeri dell’azzardo in Italia: un giro d’affari annuo di più di circa 84 miliardi di euro (per dare un’idea, la manovra finanziaria dello scorso anno ammontava a 36 miliardi). ”Sono soldi rosicchiati da persone a basso reddito, con situazioni di lavoro precario – ha detto – e si stima che in Italia siano circa un milione e duecentomila i ragazzi che spendono in giochi d’azzardo la paghetta. Non siamo di fronte a fenomeni isolati, l’azzardo rappresenta per molte persone la ricerca di fonti di guadagno nella fortuna. E’ un fenomeno complesso e articolato che include forme riconosciute come vere e proprie patologie che necessitano di assistenza specialistica e – sottolinea Nicolella - questa assistenza costa allo stato una cifra che è pari agli introiti derivanti dai giochi d’azzardo legali".

L’Italia è il secondo paese del mondo per diffusione del gioco d’azzardo, detiene il primato mondiale per i gratta e vinci venduti e, con il 23% delle puntate mondiali è il paese in cui si gioca di più online.

Il fatturato del gioco d’azzardo non cala con la crisi, ma si nutre della crisi stessa, come sottolinea Ileana Scarrone, presidente Auser Liguria, nel riportare i risultati dell’indagine “Il 70% di chi ha risposto al questionario dichiara di aver giocato almeno una volta nell’anno precedente all’indagine: hanno dichiarato di aver giocato qualche volta all’anno, qualche volta la mese, ma c’è anche chi ha giocato qualche volta alla settimana, soprattutto al gratta e vinci alle lotterie istantanee, al lotto e superenalotto”.

I luoghi in cui si gioca d’azzardo prevalentemente, almeno tra gli over65, sono ricevitorie, tabaccherie e bar, seguiti a distanza da abitazioni private e centri commerciali. Per quanto riguarda le motivazioni, dichiarano prevalentemente di giocare per vincere denaro, mentre solo il 19% lo farebbe per divertimento e l’8% per incontrare persone.

Tra gli intervistati il titolo di studio più rappresentato è la licenza media, seguita dal diploma e dalla licenza elementare. Si tratta di pensionati, tra cui il 41% percepisce una pensione tra i 1000 e i 1500 euro, il 16% tra i 1500 e i 1800, il 23% tra i 500 e i 1000 euro e il 5,8% inferiore ai 500 euro.

Drammatici i dati sull’entità delle puntate massime che vanno dai 1500 euro per bingo e scommesse, ai 6.000 per i giochi di carte, ai 7.000 per slot e Vlt (Video lottery terminal), fino ai 20.000 per giochi come lotto o superenalotto.

“Giocate con moderazione” avverte la pubblicità, ma in Italia quasi la metà della popolazione ha scommesso almeno una volta in un anno e in Lombardia la media della spesa in gioco è di 1400 euro a persona.

Sommando le dichiarazioni degli anziani intervistati, è risultata spesa in azzardo una cifra complessiva di 589.000 euro in un anno.

“L’opinione pubblica comincia a essere consapevole dei rischi e delle conseguenze gravissime dell’azzardo. La vita delle persone che giocano in modo patologico si deteriora in modo drammatico: perdono il lavoro, il reddito e spesso anche le relazioni familiari, ma esiste un aspetto diverso dalle conseguenze, che ha a che fare con la legalità” – ha detto ManlioTrotta di Libera che ha richiamato l’attenzione sulla presenza, fin dagli anni '90, della criminalità organizzata mafiosa che “beneficia della disponibilità di enormi liquidità, perché si gioca in contanti, e quindi di opportunità di riciclaggio del denaro”. 

“La nostra sfida è recuperare il valore del gioco come momento di socializzazione per gli anziani nell’ambito dell’invecchiamento attivo - si riferisce a giochi tradizionali come la tombola Ileana Scarrone – l’Auser è per il gioco e contro il gioco d’azzardo”.

L’assemblea di mercoledì è il primo di una serie di appuntamenti, promossi e coordinati dalla Consulta sul gioco con premi in denaro del Comune di Genova nell’ambito della Giornata annuale cittadina di sensibilizzazione sull’azzardo patologico di venerdì 12 giugno, giorno in cui si terrà, a palazzo Tursi, il convegno “Città, cittadini e azzardo patologico”Scarica il programma del convegno.

La campagna informativa del Comune di Genova contro l’azzardo “Azzardo. Cosa ne sai?”

Per saperne di più: 7 domande e risposte sul gioco d'azzardo

Il gioco d'azzardo patologico in Italia - numero monografico del "The italian journal of addiction"


4 giugno 2015
Ultimo aggiornamento: 05/06/2015
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