“Solo ciò che è misurabile è migliorabile”. Così - con una citazione del filosofo della scienza Thomas Kuhn - Marco Sorrentino, dell’associazione Amapola, ha presentato lo studio che l’Amministrazione comunale ha commissionato allo scopo – appunto – di “misurare” i risultati del Progetto Chance.
Nato nell’ottobre 2015 per affrontare il problema degli assembramenti di persone, prevalentemente di origine maghrebina, che vendevano oggetti usati in piazza San Giorgio, Chance ha consentito di liberare una delle zone turistiche più frequentate della città.
I risultati del progetto (qui il documento scaricabile) sono stati resi pubblici nel corso di un incontro che si è svolto la settimana scorsa a Palazzo Ducale di Genova e a cui hanno partecipato, oltre a Marco Sorrentino, l’assessore alla Legalità del Comune di Genova, Elena Fiorini, Ilda Curti, già assessore all'Integrazione e alla rigenerazione urbana della città di Torino, Rossella Selmini, docente all’Università del Minnesota e presidente della Società europea di Criminologia, e Umberto La Rocca, già direttore del Secolo XIX.
“Ad oggi l'intervento non solo ha liberato la zona di San Giorgio dalla quotidiana e selvaggia occupazione degli spazi pubblici – ha sottolineato l’assessore – ma ha costituito e costituisce una chance per centinaia di persone (oltre 700 gli iscritti al progetto) che ora si riuniscono, rispettando alcune regole base, in un’area che, utilizzata poche ore per un mercatino, non abusivo e non illegale, viene lasciata libera e pulita all’orario convenuto. Chi partecipa al progetto è inoltre coinvolto in percorsi di formazione e di ricerca di lavoro: grazie ai colloqui orientativi le persone che ora svolgono altre attività lavorative sono oltre 50”.
“C’è un altro dato che volevo sottolineare – ha continuato l’assessore – A distanza di un anno l’abbattimento dell’impiego di agenti della Polizia municipale è stato pari al 97%: forze che possono essere impiegate in altri compiti, a beneficio di tuta la cittadinanza”.
“Una restituzione alla città sui contenuti e sui numeri del progetto – ha concluso Fiorini – ma anche una riflessione sulla sicurezza, la marginalità e le azioni efficaci che un’Amministrazione è stata in grado di produrre, insieme alle associazioni e al Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica”.
Nato nell’ottobre 2015 per affrontare il problema degli assembramenti di persone, prevalentemente di origine maghrebina, che vendevano oggetti usati in piazza San Giorgio, Chance ha consentito di liberare una delle zone turistiche più frequentate della città.
I risultati del progetto (qui il documento scaricabile) sono stati resi pubblici nel corso di un incontro che si è svolto la settimana scorsa a Palazzo Ducale di Genova e a cui hanno partecipato, oltre a Marco Sorrentino, l’assessore alla Legalità del Comune di Genova, Elena Fiorini, Ilda Curti, già assessore all'Integrazione e alla rigenerazione urbana della città di Torino, Rossella Selmini, docente all’Università del Minnesota e presidente della Società europea di Criminologia, e Umberto La Rocca, già direttore del Secolo XIX.
“Ad oggi l'intervento non solo ha liberato la zona di San Giorgio dalla quotidiana e selvaggia occupazione degli spazi pubblici – ha sottolineato l’assessore – ma ha costituito e costituisce una chance per centinaia di persone (oltre 700 gli iscritti al progetto) che ora si riuniscono, rispettando alcune regole base, in un’area che, utilizzata poche ore per un mercatino, non abusivo e non illegale, viene lasciata libera e pulita all’orario convenuto. Chi partecipa al progetto è inoltre coinvolto in percorsi di formazione e di ricerca di lavoro: grazie ai colloqui orientativi le persone che ora svolgono altre attività lavorative sono oltre 50”.
“C’è un altro dato che volevo sottolineare – ha continuato l’assessore – A distanza di un anno l’abbattimento dell’impiego di agenti della Polizia municipale è stato pari al 97%: forze che possono essere impiegate in altri compiti, a beneficio di tuta la cittadinanza”.
“Una restituzione alla città sui contenuti e sui numeri del progetto – ha concluso Fiorini – ma anche una riflessione sulla sicurezza, la marginalità e le azioni efficaci che un’Amministrazione è stata in grado di produrre, insieme alle associazioni e al Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica”.