Il sindaco e commissario alla ricostruzione Marco Bucci, il presidente della Regione Giovanni Toti e il viceministro Edoardo Rixi, con i caschetti antifortunistici in testa e le pettorine arancioni, hanno inaugurato il cantiere per la demolizione del ponte Morandi. «Ieri sera, dopo aver firmato il decreto per l’affidamento dei lavori di demolizione, si è aperto il cantiere e da oggi è ufficiale. Siamo pronti per iniziare a lavorare» annuncia il sindaco e commissario alla ricostruzione, Marco Bucci.
A quattro mesi e un giorno dal crollo del viadotto sul Polcevera, è tutto pronto per dare a Genova e all’Italia un nuovo ponte e i tempi del cronoprogramma sono stati, fino ad ora, rispettati «I lavori di demolizione – sottolinea Bucci – dureranno da quattro a sei mesi: ma quello che è fondamentale è che la ricostruzione inizi entro il 31 marzo 2019. Solo così saremo sicuri di avere il nuovo ponte per il prossimo Natale».
Per l’inizio vero e proprio dei lavori si attende il via libera da parte del gip «con la speranza – commenta il presidente della Regione Giovanni Toti – che arrivi entro lunedì o martedì della prossima settimana».
Come riportato nel decreto “Affidamento dell’appalto pubblico dei lavori per la realizzazione, in estrema urgenza, di tutte le opere per la demolizione, la rimozione, lo smaltimento e il conferimento in discarica o in altro sito dei materiali di risulta del Viadotto Polcevera in Genova”, i lavori di demolizione sono stati affidati a un gruppo di cinque aziende: Fagioli Spa, , Fratelli Omini Spa, Vernazza Autogru Srl, Ipe Progetti Srl e Ireos Spa.
Le ditte Fagioli e Omini non sono nuove a sfide difficili: sono state protagoniste delle operazioni di recupero e demolizione della Costa Concordia.«Due imprese diverse – spiega Paolo Cremonini, direttore progetti speciali Fagioli Spa – con una affinità comune: in entrambi i casi si tratta di intervenire su strutture esistenti che hanno subito un danno. Quando si affrontano lavori di questa portata le incognite sono tante, non sappiamo, pur essendoci preparati in questi mesi, come il ponte si comporterà. Non abbiamo paura, siamo molto concentrati».
I lavori di demolizione
Per ridurre i tempi di demolizione si lavorerà in parallelo: sulla parte ovest verranno utilizzati gli stessi martinetti idraulici - strand jack - utilizzati per la Concordia. Montati sulle impalcature alzeranno le travi, verranno tagliati denti di appoggio con le cesoie da demolizione della ditta Omini e poi, con le grandi gru di Vernazza, verranno calate a terra. «Con le stesse gru verranno smontate le parti sopra le pile - spiega Cremonini- , per poi essere posizionate a terra. Nella zona est, invece, verranno montate delle torri tralicciate su delle fondazioni, necessarie per sistemare delle travi che saranno poste sotto le ali della pila 10 in modo da renderle stabili. In questo modo si potrà lavorare a terra in sicurezza per abbattere gli edifici»
Ai giornalisti che gli chiedono se si poteva arrivare prima a questo momento, il commissario alla ricostruzione Marco Bucci risponde che «sì, potevamo aver risparmiato tempo. Ma ci sono stati altri eventi e io non guardo mai indietro, ma al futuro e al lavoro che c'è da fare. Rispetteremo i tempi. L'importante è avere un ponte che non serve solo a Genova ma all'Italia, fino alla Svizzera e alla Francia».
A quattro mesi e un giorno dal crollo del viadotto sul Polcevera, è tutto pronto per dare a Genova e all’Italia un nuovo ponte e i tempi del cronoprogramma sono stati, fino ad ora, rispettati «I lavori di demolizione – sottolinea Bucci – dureranno da quattro a sei mesi: ma quello che è fondamentale è che la ricostruzione inizi entro il 31 marzo 2019. Solo così saremo sicuri di avere il nuovo ponte per il prossimo Natale».
Per l’inizio vero e proprio dei lavori si attende il via libera da parte del gip «con la speranza – commenta il presidente della Regione Giovanni Toti – che arrivi entro lunedì o martedì della prossima settimana».
Come riportato nel decreto “Affidamento dell’appalto pubblico dei lavori per la realizzazione, in estrema urgenza, di tutte le opere per la demolizione, la rimozione, lo smaltimento e il conferimento in discarica o in altro sito dei materiali di risulta del Viadotto Polcevera in Genova”, i lavori di demolizione sono stati affidati a un gruppo di cinque aziende: Fagioli Spa, , Fratelli Omini Spa, Vernazza Autogru Srl, Ipe Progetti Srl e Ireos Spa.
Le ditte Fagioli e Omini non sono nuove a sfide difficili: sono state protagoniste delle operazioni di recupero e demolizione della Costa Concordia.«Due imprese diverse – spiega Paolo Cremonini, direttore progetti speciali Fagioli Spa – con una affinità comune: in entrambi i casi si tratta di intervenire su strutture esistenti che hanno subito un danno. Quando si affrontano lavori di questa portata le incognite sono tante, non sappiamo, pur essendoci preparati in questi mesi, come il ponte si comporterà. Non abbiamo paura, siamo molto concentrati».
I lavori di demolizione
Per ridurre i tempi di demolizione si lavorerà in parallelo: sulla parte ovest verranno utilizzati gli stessi martinetti idraulici - strand jack - utilizzati per la Concordia. Montati sulle impalcature alzeranno le travi, verranno tagliati denti di appoggio con le cesoie da demolizione della ditta Omini e poi, con le grandi gru di Vernazza, verranno calate a terra. «Con le stesse gru verranno smontate le parti sopra le pile - spiega Cremonini- , per poi essere posizionate a terra. Nella zona est, invece, verranno montate delle torri tralicciate su delle fondazioni, necessarie per sistemare delle travi che saranno poste sotto le ali della pila 10 in modo da renderle stabili. In questo modo si potrà lavorare a terra in sicurezza per abbattere gli edifici»
Ai giornalisti che gli chiedono se si poteva arrivare prima a questo momento, il commissario alla ricostruzione Marco Bucci risponde che «sì, potevamo aver risparmiato tempo. Ma ci sono stati altri eventi e io non guardo mai indietro, ma al futuro e al lavoro che c'è da fare. Rispetteremo i tempi. L'importante è avere un ponte che non serve solo a Genova ma all'Italia, fino alla Svizzera e alla Francia».