«Se mandate alla mia segreteria la foto del momento della firma , questa sera la metto sul mio profilo facebook». Si chiude così, con questa richiesta del Sindaco ai ragazzi e alle ragazze delle terze B e C del liceo Gobetti, la cerimonia dedicata alla firma dell’atto con cui il Comune di Genova restituisce allo stato dell’Ecuador anche i reperti della collezione Pavesi. La firma di stamattina, che significativamente ha avuto luogo nella sala del Castello d'Albertis dove normalmente si svolgono i laboratori educativi sul tema del viaggio dedicati alle scuole, è l’ultimo atto di un percorso che porta alla consegna all’Ecuador dei reperti precolombiani della collezione Pavesi, che sancisce l’ultima operazione di restituzione dei reperti archeologici ecuadoriani allo stato - e alla popolazione - di provenienza.
Come ha ricordato Esther Cuesta Santana console dell’Ecuador a Genova, che rappresenta quindi più di 20000 persone, «La restituzione è una opportunità importante per la nostra storia e per la nostra cultura ancestrale e la mostra “Ecuador al Mundo. Un viaje por su historia ancestral” contribuisce a portare una maggiore interculturalità in una città che adesso sento anche un po’ mia».
Il sindaco, rivolgendosi agli studenti, si è soffermato su come le definizioni “civiltà pre-colombiane” o “pre-ispaniche” pongano al centro il punto di vista occidentale e come la parola cultura ancestrale, che fa riferimento al passato senza riferirsi allo spartiacque della conquista da parte di culture all’epoca più forti militarmente, sia molto più corretta.
Il Sindaco ha parlato ai ragazzi del tema del viaggio, un tema classico sia in campo letterario che storico, e di come il viaggio di Colombo abbia rappresentato il viaggio con V maiuscola nella nostra cultura, ma non così per altre culture che hanno avuto, nella loro storia, altri avvenimenti importanti. E proprio il concetto di cultura e il tema del relativismo culturale, sono stati gli argomenti che il Sindaco ha voluto sottolineare ai ragazzi, "in un museo in cui è evidente il tema della molteplicità e delle diversità delle culture".
Il Castello d'Albertis, ha ricordato l'assessore alla cultura Carla Sibilla, è diventato Museo delle culture del mondo nel 2004 e ha sottolineato come in questi dieci anni il museo sia stato fatto vivere aprendolo alle scuole come uno strumento a loro disposizione.
La mostra “Ecuador al Mundo. Un viaje por su historia ancestral”, composta da una selezione di 218 reperti, tra i più rappresentativi tra quelli presenti nelle tre collezioni recuperate a Genova: la collezione Norero, 3.504 pezzi, la collezione Pavesi, 687 pezzi e la collezione Dogana di Genova, 667 pezzi, resta al castello d’Albertis sino al 6 luglio. (info e orari)
A partire dalla donazione alla città di una collezione di reperti precolombiani ecuadoriani da parte della famiglia del Senatore Vicente Norero nel 2002, il Castello D’Albertis Museo delle Culture del Mondo si è adoperato per un uso interculturale di questo patrimonio, cercando di renderlo protagonista di una operazione che permettesse, da una parte, di far conoscere agli Italiani la storia dell’archeologia di un Paese che vanta la prima ceramica del continente americano e dall’altra di farla ritrovare ai cittadini ecuadoriani ormai abitanti della città, perché potessero scoprirla e farla scoprire ai loro figli.
La curatrice del Museo delle culture del mondo-Castello d'Albertis, Maria Camilla de Palma, insieme alla console dell'Ecuador Esther Cuesta Santana, stanno già pensando al "dopo restituzione": come consentire, dopo la partenza delle collezioni per l'Ecuador, a genovesi ed ecuadoriani la possibilità di ammirare anche la cultura dell'Ecuador nell'ambito del museo delle culture del mondo? Innanzitutto con una sala che "racconti" la storia della restituzione dei reperti archeologici e, forse, chiedendo allo stato dell'Equador una piccola selezione di opere da inserire nell'esposizione permanente. Ovviamente in comodato d'uso. Anzi, d'esposizione.