A Genova Smart Week, per giovedì 26 maggio, Amiu e ACR+ - il network europeo delle città e regioni attive in tema di economia circolare - hanno organizzato una conferenza internazionale dal titolo “Le città attori chiave dell’economia circolare”.
Protagoniste le buone pratiche messe in campo da Parigi, Lisbona e Bruxelles, tre città europee che guardano all’economia circolare come al nuovo paradigma economico, capace di esprimere un alto livello di innovazione, aprire nuovi mercati e creare nuovi posti di lavoro.
Recupero di materiali, di cibo, ma anche di vite: sono stati presentati progetti che hanno visto la possibilità di creare nuove opportunità lavorative per persone che, in questa crisi, hanno perso il lavoro e hanno difficoltà a reimpegarsi.
Anche Genova ha fatto suoi gli obiettivi che sono alla base dell'economia circolare – riduci, riutilizza e ricicla – ratificando il suo impegno con la firma del sindaco Marco Doria del documento “Call of cities to the Circular Economy", l’iniziativa lanciata a settembre 2015 dal Comune di Parigi, nel contesto di COP21, che e’ già stata firmata, oltre che da Parigi, dalle città di Amsterdam, Bruxelles, Copenhagen, Lisbona, Londra, Milano e Roma.
«Questa firma non è solo un atto formale di adesione all’iniziativa lanciata dal Comune di Parigi per promuovere l’economia circolare – dichiara il sindaco Marco Doria - ma un impegno costante che l’Amministrazione, con Amiu, sta già portando avanti. E’ facile accettare il principio ispiratore dell’economia circolare ma occorre farlo diventare priorità dell’azione amministrativa. Noi ci stiamo lavorando con impegno, perché Genova diventi sempre più una città “smart”: giusta, coesa, vivibile e sostenibile».
In Europa oltre il 70% delle persone vive in città, veri e propri ‘metabolismi’ in cui si ricavano, processano e utilizzano risorse con i conseguenti impatti sull’occupazione, l’ambiente, la salute, l’istruzione e, più in generale, la qualità di vita de cittadini.
Sono, quindi, i contesti urbani i luoghi in cui bisogna intervenire per cambiare rotta, per abbandonare l’economia lineare basata sul sulla modalità “produci, usa e getta” e orientare il contesto sociale ed economico verso un modello più efficiente di utilizzo delle risorse, capace di mettere in rete le energie di tutta una comunità, attraverso l’innovazione, la creatività e la condivisione di conoscenze.
Secondo la UE, che ha avviato un nuovo pacchetto di misure per aiutare l’economia europea nella transizione verso l’economia circolare, la prevenzione dei rifiuti, l’ecodesign, il riutilizzo e altre misure di efficientamento potrebbero portare a un risparmio netto di 600 miliardi di euro per le imprese europee e ad una riduzione del 2-4% delle emissioni totali annue di gas serra. Tutte risorse recuperate che potrebbero essere reinvestite per favorire la crescita economica sostenibile e creare nuovi posti di lavoro.
«Riuso, riutilizzo, diminuzione dei rifiuti, per arrivare agli obiettivi fissati dall’Unione Europea occorre l’apporto fondamentale dei cittadini – spiega Marco Castagna, presidente dell’Amiu – perché sono loro gli attori principali. Occorre un cambio culturale: differenziare, non sprecare, devono diventare valori condivisi.Bisogna tornare a pensare come prima dell’avvento della plastica, uscire dalla dicotomia usa e getta».
Amiu ha partecipato a diverse “call” europee e si è aggiudicata il progetto FORCE nell’ambito del programma Horizon 2020 che porta alla città 2,2 milioni di euro, degli oltre 9 assegnati alla partnership, che la vede coinvolta insieme alle città di Copenhagen (capofila), Amburgo e Lisbona.
I partner europei complessivi del progetto FORCE sono 22, di cui 5 quelli genovesi: Comune di Genova, Amiu, Ticass, Ecolegno e Active Cells.
In particolare, Genova dovrà sviluppare la filiera dei rifiuti legnosi per riprogettarla in modo sostenibile e mettere in campo iniziative pilota anche sulle filiere di rifiuto in capo agli altri partner europei: la plastica, i RAEE (rifiuti elettrici e elettronici) e la frazione umida.
Pallet, mobili, cassette, scarti di legno di ogni genere, ma anche sfalci da parchi e giardini urbani, legname spiaggiato e raccolto nei rivi cittadini: tutti questi rifiuti dovranno essere individuati, raccolti in modo puntuale, vagliati e avviati al recupero come nuova risorsa per il processo industriale o, quando possibile, essere riutilizzati, come nel caso dei mobili.
“Il farmaco allunga la vita” è un altro progetto che va nella direzione del riuso intelligente. Sarà realizzato dalle Farmacie Comunali Genovesi in collaborazione con l’associazione Gigi Ghirotti, con il patrocinio dell’assessorato alle Politiche Sanitarie e della Casa.
Si è partiti da un dato del Banco Farmaceutico: ogni anno nelle case degli italiani restano inutilizzati 100 milioni di confezioni di farmaci, e da una norma della legge finanziaria del 2008, che consente il “riutilizzo dei farmaci in possesso dei privati che non ne abbiano più necessità”.
Così, fino ad ora, la "Gigi Ghirotti" ha organizzato, in accordo con la Asl 3 Genovese, il recupero nelle proprie sedi operative per riutilizzarli a favoi a favore dei malati assistiti. Dal 2008 al 2015 questo ha significato un risparmio per le casse dello Stato di più di un milione di euro.
Con l’aiuto, la competenza e i mezzi già in uso delle farmacie comunali, sia il direttore generale Davide Grossi che Franco Henriquet, presidente dell’associazione, si propongono di incrementare la raccolta di farmaci e accelerare i tempi di consegna ai beneficiari.
Oltre a ridurre ulteriormente i costi per il Sistema Sanitario Nazionale, arrivando ai due milioni di euro di risparmio.
Tutto questo, con zero investimenti e con ritorni attesi importanti: oltre al risparmio economico, garanzia di utilizzo del farmaco recuperato nell’area socialmente più debole e duna diminuzione del rischio ambientale derivante dallo scorretto smaltimento dei farmaci.
La giornata di oggi è stata anche il prologo degli Stati Generali dell’Economia Circolare di Genova, iniziativa mutuata da quella analoga tenutasi per la prima volta a Parigi tra marzo e settembre 2015 e sfociata in un Libro Bianco che contiene la strategia e le linee guida per implementare processi di economia circolare nel contesto urbano parigino, la cui agenda è stata presentata da Italo Porcile, assessore all’Ambiente del Comune di Genova.
“Call of cities to the Circular Economy":
Ridurre il consumo di risorse, annullare gli sprechi, migliorare i modi della produzione e del consumo sono obiettivi ineludibili, non per fermare l’economia, ma per aprirle prospettive di qualità e di diversi modelli di vita.
Le nuove tecnologie offrono occasioni straordinarie per agevolare la condizione dei cittadini, migliorandone i tempi e i luoghi di vita.
La città è l’ambito più idoneo per un’efficace applicazione delle innovazioni tecnologiche in una logica di smart city che comporta ripensamenti dell’organizzazione urbana.
In particolare, nel campo che fino ad oggi si è definito come “rifiuti urbani” va compiuta una rivoluzione concettuale e pratica puntando a riportare a valore ciò che attualmente viene perso, sprecato, distrutto.
L’economia circolare, basata sull’efficienza nell’uso delle risorse e sulla rigenerazione, è la scelta più opportuna per garantire la crescita sostenibile, la resilienza, la tutela del clima e della biodiversità, la competitività e la creazione di posti di lavoro di qualità.
Per Genova l’obiettivo e il metodo dell’economia circolare costituiscono addirittura un’urgenza per fare fronte alle difficoltà di gestione del modello tradizionale giunto ormai a saturazione.
Le città possono essere incubatore di innovazione e di soluzioni sostenibili e possono giocare un ruolo determinante per agevolare i cambiamenti.
Con questa convinzione, il Comune di Genova si impegna a promuovere l'economia circolare, incoraggiandone l’adozione sul suo territorio e la diffusione nella sua comunità e perseguendo i principi enunciati nel documento “Call of cities to the Circular Economy" promosso dal Comune di Parigi e da ACR+ a settembre 2015 e già sottoscritto da diverse città europee.
Il Sindaco di Genova
Marco Doria
Protagoniste le buone pratiche messe in campo da Parigi, Lisbona e Bruxelles, tre città europee che guardano all’economia circolare come al nuovo paradigma economico, capace di esprimere un alto livello di innovazione, aprire nuovi mercati e creare nuovi posti di lavoro.
Recupero di materiali, di cibo, ma anche di vite: sono stati presentati progetti che hanno visto la possibilità di creare nuove opportunità lavorative per persone che, in questa crisi, hanno perso il lavoro e hanno difficoltà a reimpegarsi.
Anche Genova ha fatto suoi gli obiettivi che sono alla base dell'economia circolare – riduci, riutilizza e ricicla – ratificando il suo impegno con la firma del sindaco Marco Doria del documento “Call of cities to the Circular Economy", l’iniziativa lanciata a settembre 2015 dal Comune di Parigi, nel contesto di COP21, che e’ già stata firmata, oltre che da Parigi, dalle città di Amsterdam, Bruxelles, Copenhagen, Lisbona, Londra, Milano e Roma.
«Questa firma non è solo un atto formale di adesione all’iniziativa lanciata dal Comune di Parigi per promuovere l’economia circolare – dichiara il sindaco Marco Doria - ma un impegno costante che l’Amministrazione, con Amiu, sta già portando avanti. E’ facile accettare il principio ispiratore dell’economia circolare ma occorre farlo diventare priorità dell’azione amministrativa. Noi ci stiamo lavorando con impegno, perché Genova diventi sempre più una città “smart”: giusta, coesa, vivibile e sostenibile».
In Europa oltre il 70% delle persone vive in città, veri e propri ‘metabolismi’ in cui si ricavano, processano e utilizzano risorse con i conseguenti impatti sull’occupazione, l’ambiente, la salute, l’istruzione e, più in generale, la qualità di vita de cittadini.
Sono, quindi, i contesti urbani i luoghi in cui bisogna intervenire per cambiare rotta, per abbandonare l’economia lineare basata sul sulla modalità “produci, usa e getta” e orientare il contesto sociale ed economico verso un modello più efficiente di utilizzo delle risorse, capace di mettere in rete le energie di tutta una comunità, attraverso l’innovazione, la creatività e la condivisione di conoscenze.
Secondo la UE, che ha avviato un nuovo pacchetto di misure per aiutare l’economia europea nella transizione verso l’economia circolare, la prevenzione dei rifiuti, l’ecodesign, il riutilizzo e altre misure di efficientamento potrebbero portare a un risparmio netto di 600 miliardi di euro per le imprese europee e ad una riduzione del 2-4% delle emissioni totali annue di gas serra. Tutte risorse recuperate che potrebbero essere reinvestite per favorire la crescita economica sostenibile e creare nuovi posti di lavoro.
«Riuso, riutilizzo, diminuzione dei rifiuti, per arrivare agli obiettivi fissati dall’Unione Europea occorre l’apporto fondamentale dei cittadini – spiega Marco Castagna, presidente dell’Amiu – perché sono loro gli attori principali. Occorre un cambio culturale: differenziare, non sprecare, devono diventare valori condivisi.Bisogna tornare a pensare come prima dell’avvento della plastica, uscire dalla dicotomia usa e getta».
Amiu ha partecipato a diverse “call” europee e si è aggiudicata il progetto FORCE nell’ambito del programma Horizon 2020 che porta alla città 2,2 milioni di euro, degli oltre 9 assegnati alla partnership, che la vede coinvolta insieme alle città di Copenhagen (capofila), Amburgo e Lisbona.
I partner europei complessivi del progetto FORCE sono 22, di cui 5 quelli genovesi: Comune di Genova, Amiu, Ticass, Ecolegno e Active Cells.
In particolare, Genova dovrà sviluppare la filiera dei rifiuti legnosi per riprogettarla in modo sostenibile e mettere in campo iniziative pilota anche sulle filiere di rifiuto in capo agli altri partner europei: la plastica, i RAEE (rifiuti elettrici e elettronici) e la frazione umida.
Pallet, mobili, cassette, scarti di legno di ogni genere, ma anche sfalci da parchi e giardini urbani, legname spiaggiato e raccolto nei rivi cittadini: tutti questi rifiuti dovranno essere individuati, raccolti in modo puntuale, vagliati e avviati al recupero come nuova risorsa per il processo industriale o, quando possibile, essere riutilizzati, come nel caso dei mobili.
“Il farmaco allunga la vita” è un altro progetto che va nella direzione del riuso intelligente. Sarà realizzato dalle Farmacie Comunali Genovesi in collaborazione con l’associazione Gigi Ghirotti, con il patrocinio dell’assessorato alle Politiche Sanitarie e della Casa.
Si è partiti da un dato del Banco Farmaceutico: ogni anno nelle case degli italiani restano inutilizzati 100 milioni di confezioni di farmaci, e da una norma della legge finanziaria del 2008, che consente il “riutilizzo dei farmaci in possesso dei privati che non ne abbiano più necessità”.
Così, fino ad ora, la "Gigi Ghirotti" ha organizzato, in accordo con la Asl 3 Genovese, il recupero nelle proprie sedi operative per riutilizzarli a favoi a favore dei malati assistiti. Dal 2008 al 2015 questo ha significato un risparmio per le casse dello Stato di più di un milione di euro.
Con l’aiuto, la competenza e i mezzi già in uso delle farmacie comunali, sia il direttore generale Davide Grossi che Franco Henriquet, presidente dell’associazione, si propongono di incrementare la raccolta di farmaci e accelerare i tempi di consegna ai beneficiari.
Oltre a ridurre ulteriormente i costi per il Sistema Sanitario Nazionale, arrivando ai due milioni di euro di risparmio.
Tutto questo, con zero investimenti e con ritorni attesi importanti: oltre al risparmio economico, garanzia di utilizzo del farmaco recuperato nell’area socialmente più debole e duna diminuzione del rischio ambientale derivante dallo scorretto smaltimento dei farmaci.
La giornata di oggi è stata anche il prologo degli Stati Generali dell’Economia Circolare di Genova, iniziativa mutuata da quella analoga tenutasi per la prima volta a Parigi tra marzo e settembre 2015 e sfociata in un Libro Bianco che contiene la strategia e le linee guida per implementare processi di economia circolare nel contesto urbano parigino, la cui agenda è stata presentata da Italo Porcile, assessore all’Ambiente del Comune di Genova.
“Call of cities to the Circular Economy":
Ridurre il consumo di risorse, annullare gli sprechi, migliorare i modi della produzione e del consumo sono obiettivi ineludibili, non per fermare l’economia, ma per aprirle prospettive di qualità e di diversi modelli di vita.
Le nuove tecnologie offrono occasioni straordinarie per agevolare la condizione dei cittadini, migliorandone i tempi e i luoghi di vita.
La città è l’ambito più idoneo per un’efficace applicazione delle innovazioni tecnologiche in una logica di smart city che comporta ripensamenti dell’organizzazione urbana.
In particolare, nel campo che fino ad oggi si è definito come “rifiuti urbani” va compiuta una rivoluzione concettuale e pratica puntando a riportare a valore ciò che attualmente viene perso, sprecato, distrutto.
L’economia circolare, basata sull’efficienza nell’uso delle risorse e sulla rigenerazione, è la scelta più opportuna per garantire la crescita sostenibile, la resilienza, la tutela del clima e della biodiversità, la competitività e la creazione di posti di lavoro di qualità.
Per Genova l’obiettivo e il metodo dell’economia circolare costituiscono addirittura un’urgenza per fare fronte alle difficoltà di gestione del modello tradizionale giunto ormai a saturazione.
Le città possono essere incubatore di innovazione e di soluzioni sostenibili e possono giocare un ruolo determinante per agevolare i cambiamenti.
Con questa convinzione, il Comune di Genova si impegna a promuovere l'economia circolare, incoraggiandone l’adozione sul suo territorio e la diffusione nella sua comunità e perseguendo i principi enunciati nel documento “Call of cities to the Circular Economy" promosso dal Comune di Parigi e da ACR+ a settembre 2015 e già sottoscritto da diverse città europee.
Il Sindaco di Genova
Marco Doria