Rinnovato sino al 30 giugno 2018 il Patto di Sussidiarietà per senza dimora ed emarginati

Spesa complessiva circa 3 milioni di euro. Ecco i numeri: 175 posti letto disponibili tutto l’anno, 45 posti aggiuntivi le notti d'inverno, 240 pasti giornalieri, 718 giornate di apertura di 3 sportelli di ascolto, 1 casa famiglia, 40 posti a corsi di formazione e avviamento al lavoro. Attività di animazione e reinserimento sociale

Testo Alternativo
La Giunta comunale ha approvato questa mattina, su proposta dell’Assessore alle Politiche sociosanitarie e della Casa, Emanuela Fracassi, le linee di indirizzo relative al Patto di Sussidiarietà “Interventi e servizi per le persone senza dimora o in condizioni di povertà urbana estrema”.

Il Patto, che è stato rinnovato fino al 30 giugno 2018, prevede nel 2017 un cofinanzia-mento pubblico-privato di circa 3 milioni di euro, di cui circa un milione e 850 mila euro ripartito tra Comune e Regione (la Regione destina 600 mila euro), mentre la restante cifra (un milione e 116 mila euro) è frutto del cofinanziamento da parte dei soggetti del Terzo Settore che aderiscono al Patto stesso. 

L’Amministrazione comunale ha deciso di proseguire questa esperienza – che esiste dal 2014 – dopo aver valutato i positivi risultati dell’attività fin qui svolta e in attesa degli esiti progettuali del tavolo che la Regione Liguria ha aperto per l’applicazione a livello locale delle linee nazionali in materia di grave emarginazione adulta.

Il progetto prevede un sistema di interventi finalizzati alla piena inclusione delle persone senza dimora, superando la logica emergenziale, agendo sulla dimensione abitativa, sanitaria, aggregativa e occupazionale, attuando un approccio multidimensionale.

Il Patto mette a disposizione: 175 posti letto di prima e seconda accoglienza – disponibili tutto l’anno – distribuiti tra accoglienze notturne, comunità e alloggi assistiti, a cui si aggiungono 45 posti in ricoveri notturni per il periodo invernale per persone in condizione di particolare fragilità; 240 pasti giornalieri, 718 giornate di apertura di 3 sportelli di ascolto, che offrono orientamento e accompagnamento sociale, 1 casa famiglia per 8 ex detenute, 40 posti a corsi di formazione e avviamento al lavoro oltre ad altre attività di animazione e reinserimento sociale.

“Un sistema virtuoso possibile grazie al lavoro integrato tra soggetti del Terzo Settore e le Politiche sociali del Comune di Genova – sottolinea l’assessore Emanuela Fracassi – Il valore aggiunto è rappresentato proprio dalla coprogettazione delle attività che mette al centro la persona, i suoi bisogni e le sue potenzialità. I Patti di sussidiarietà hanno dato finora ottimi risultati. Per quanto sia impossibile ragionare in termini di causa-effetto nell’ambito di questi interventi, è oggettivo che nella nostra città, a fronte di un lavoro complesso di presa in carico e di reinserimento sociale, si registra una bassa presenza di persone senza dimora rispetto alle altre città metropolitane”.

L'organizzazione – riunita in forma di Associazione Temporanea di Scopo – comprende A.F.E.T. Aquilone Onlus, Associazione San Marcellino Onlus, CEIS Genova, Fondazione Auxilium, Fondazione San Marcellino Onlus, Il Melograno Cooperativa Sociale Onlus, Massoero 2000 Onlus, Veneranda Compagnia di Misericordia Onlus.
2 marzo 2017
Ultimo aggiornamento: 02/03/2017
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