«Nel mondo del teatro ci sono due modelli produttivi: piccolo, che in russo si dice malen'kiy e grande, bol'šoj. Nel teatro le misure intermedie non funzionano tanto. Ecco, noi oggi presentiamo il Bol'šoj di Genova: il Teatro di Genova che nasce dall’unione di due realtà importanti, il Teatro Stabile e l’Archivolto». Racconta così Marco Sciaccaluga la nascita del Teatro di Genova e utilizza la parola Bol'šoj per indicare cosa questa realtà deve diventare: una grande esperienza per il pubblico e per gli artisti che ne calcheranno i palcoscenici.
Ci sono due date importanti per il neonato Teatro;: il 27 dicembre 2017, giorno in cui è stato depositato l’atto di fusione, e il 31 gennaio 2018, quando il Teatro di Genova ha presentato domanda al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali per essere riconosciuto Teatro Nazionale.
Una nascita tanto attesa, perché la gestazione del progetto è durata due anni. Nel dicembre 2015 i due teatri genovesi, Stabile e Archivolto, supportati dal Comune di Genova e dalla Regione Liguria, hanno iniziato a confrontarsi su questo progetto.
Ognuno porta in dote la sua identità, consolidata nel corso degli anni – 70 per lo Stabile e 30 per l’Archivolto – e la voglia di fare qualcosa di bello insieme. Il dialogo aperto e sincero “perché siamo tra amici”, come dice Marco Sciaccaluga, c’è sempre stata, perché molti degli artisti che hanno fondato il Teatro dell’Archivolto si sono formati nella Scuola del Teatro Stabile. «Questo Teatro è una realtà che si trasforma per volare più in alto» dice con gioia e una «serena malinconia» Giorgio Gallione, direttore dell’Archivolto e futuro direttore artistico del Teatro di Genova, che con Pina Rando ha dato corpo al sogno dell’Archivolto.
L’ottimismo per il desiderato riconoscimento di Teatro Nazionale è palpabile, come la soddisfazione per il traguardo raggiunto espressa dall’assessore comunale alla Cultura, Elisa Serafini «La nascita del nuovo Teatro, realizzata grazie all'integrazione tra due diverse e prestigiose realtà, è un'opportunità per la città, e può diventare una best practice da replicare nella gestione delle politiche culturali. Gli obiettivi che hanno guidato tutto il percorso: riduzione dei costi fissi, mantenimento dei posti di lavoro, incremento delle attività, della sostenibilità e del prestigio dell'ente, continuano a essere il filo conduttore della nuova struttura. Come Amministrazione comunale continueremo a lavorare per sostenere questi importanti e ambiziosi traguardi».
Il Teatro di Genova si presenta con quattro sale, il Teatro della Corte, il Teatro Duse, il Teatro Gustavo Modena e la Sala Mercato, un repertorio illimitato che può proporre dal teatro classico a quello contemporaneo, dal teatro danza al teatro ragazzi e 10 mila abbonamenti nel 2017.
«Quello di oggi è un traguardo ma anche una partenza – ha sottolineato l’assessore regionale Ilaria Cavo – il Teatro di Genova è la casa di tutti, spettatori e lavoratori. L’occupazione è stata salvaguardata: non è stato perso un solo posto di lavoro. Questa è un’operazione vincente per tutti: per l’Archivolto che aveva bisogno di risorse, per lo Stabile a cui sono state date ali di professionalità per un nuovo slancio, per la città e per Sampierdarena, che continua a mantenere il suo presidio culturale».
E sono tanti i ringraziamenti da fare per il risultato raggiunto: agli sponsor, come la Compagnia San Paolo, il cui contributo per il progetto in corso è di 600 mila euro e Iren, che ha sempre sostenuto il progetto, agli assessori, ai sindaci, ai presidenti di Regione – anche delle passate legislature – che non hanno mai fatto mancare il loro sostegno. «Grazie anche a chi, come l’assessore Elisa Serafini pur essendo entrata in corsa, negli ultimi sei mesi, ha portato avanti il testimone raccolto da Carla Sibilla, senza rallentare il percorso già in atto, con capacità e grande intelligenza» tiene a sottolineare Gian Enzo Duci, presidente del Teatro Stabile.
I 10 mila abbonamenti di quest’anno sono solo un punto di partenza «per un artista vedere i teatri pieni è sempre una grande soddisfazione - dichiara Marco Sciaccaluga -, ma puntiamo, per la prossima stagione, a raggiungere quota 12 mila. Tante persone in platea, tanti artisti in palcoscenico: questo è il teatro che vogliamo fare, che ci piace: un teatro grande, il Bolshoi di Genova».
Ci sono due date importanti per il neonato Teatro;: il 27 dicembre 2017, giorno in cui è stato depositato l’atto di fusione, e il 31 gennaio 2018, quando il Teatro di Genova ha presentato domanda al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali per essere riconosciuto Teatro Nazionale.
Una nascita tanto attesa, perché la gestazione del progetto è durata due anni. Nel dicembre 2015 i due teatri genovesi, Stabile e Archivolto, supportati dal Comune di Genova e dalla Regione Liguria, hanno iniziato a confrontarsi su questo progetto.
Ognuno porta in dote la sua identità, consolidata nel corso degli anni – 70 per lo Stabile e 30 per l’Archivolto – e la voglia di fare qualcosa di bello insieme. Il dialogo aperto e sincero “perché siamo tra amici”, come dice Marco Sciaccaluga, c’è sempre stata, perché molti degli artisti che hanno fondato il Teatro dell’Archivolto si sono formati nella Scuola del Teatro Stabile. «Questo Teatro è una realtà che si trasforma per volare più in alto» dice con gioia e una «serena malinconia» Giorgio Gallione, direttore dell’Archivolto e futuro direttore artistico del Teatro di Genova, che con Pina Rando ha dato corpo al sogno dell’Archivolto.
L’ottimismo per il desiderato riconoscimento di Teatro Nazionale è palpabile, come la soddisfazione per il traguardo raggiunto espressa dall’assessore comunale alla Cultura, Elisa Serafini «La nascita del nuovo Teatro, realizzata grazie all'integrazione tra due diverse e prestigiose realtà, è un'opportunità per la città, e può diventare una best practice da replicare nella gestione delle politiche culturali. Gli obiettivi che hanno guidato tutto il percorso: riduzione dei costi fissi, mantenimento dei posti di lavoro, incremento delle attività, della sostenibilità e del prestigio dell'ente, continuano a essere il filo conduttore della nuova struttura. Come Amministrazione comunale continueremo a lavorare per sostenere questi importanti e ambiziosi traguardi».
Il Teatro di Genova si presenta con quattro sale, il Teatro della Corte, il Teatro Duse, il Teatro Gustavo Modena e la Sala Mercato, un repertorio illimitato che può proporre dal teatro classico a quello contemporaneo, dal teatro danza al teatro ragazzi e 10 mila abbonamenti nel 2017.
«Quello di oggi è un traguardo ma anche una partenza – ha sottolineato l’assessore regionale Ilaria Cavo – il Teatro di Genova è la casa di tutti, spettatori e lavoratori. L’occupazione è stata salvaguardata: non è stato perso un solo posto di lavoro. Questa è un’operazione vincente per tutti: per l’Archivolto che aveva bisogno di risorse, per lo Stabile a cui sono state date ali di professionalità per un nuovo slancio, per la città e per Sampierdarena, che continua a mantenere il suo presidio culturale».
E sono tanti i ringraziamenti da fare per il risultato raggiunto: agli sponsor, come la Compagnia San Paolo, il cui contributo per il progetto in corso è di 600 mila euro e Iren, che ha sempre sostenuto il progetto, agli assessori, ai sindaci, ai presidenti di Regione – anche delle passate legislature – che non hanno mai fatto mancare il loro sostegno. «Grazie anche a chi, come l’assessore Elisa Serafini pur essendo entrata in corsa, negli ultimi sei mesi, ha portato avanti il testimone raccolto da Carla Sibilla, senza rallentare il percorso già in atto, con capacità e grande intelligenza» tiene a sottolineare Gian Enzo Duci, presidente del Teatro Stabile.
I 10 mila abbonamenti di quest’anno sono solo un punto di partenza «per un artista vedere i teatri pieni è sempre una grande soddisfazione - dichiara Marco Sciaccaluga -, ma puntiamo, per la prossima stagione, a raggiungere quota 12 mila. Tante persone in platea, tanti artisti in palcoscenico: questo è il teatro che vogliamo fare, che ci piace: un teatro grande, il Bolshoi di Genova».