I tanti visitatori, italiani e stranieri, che a ogni edizione dei Rolli Days fanno la coda per visitare i palazzi nobiliari del sistema dei Rolli, non sanno che possono ammirare tanta bellezza grazie al lavoro e all’intuizione di Ennio Poleggi.
A lui e alla sua dedizione per la nostra città è dedicato il convegno “Poleggi per Genova. Testimonianze e ricordi”, organizzato da un gruppo di colleghi, amici ed ex studenti di Poleggi, scomparso lo scorso febbraio.
Ennio Poleggi e la storia urbana
Per Ennio Poleggi la storia urbana – disciplina nella cui definizione si impegnò a lungo – rappresentava il filo che univa l'architettura alla città, perché per Poleggi, ha ricordato Isabella Croce, “analizzare l’architettura solo dal punto di vista stilistico era come guardare le cose dal buco della serratura”.Alla formazione storiografica di Ennio Poleggi hanno contribuito in modo determinante le opere e gli studi di Federigo Alizeri e Mario Labò che hanno fatto della città il tema elettivo.
Il suo instancabile lavoro lo ha visto crescere fino a raggiungere una posizione non marginale nell’orizzonte, non solo nazionale, ma europeo e internazionale degli studiosi che da diverse angolazioni disciplinari - della storia sociale, della geografia storica, dell’archeologia postclassica e dell’architettura – hanno fatto della città un vero e proprio “laboratorio” per la sperimentazione di metodi, materiali e strumenti utili per capire da dove nascono e come possono svilupparsi le città. Nella sua opera “La città e le sue storie” del 1995, spiegava la“storia urbana” è tra le discipline storiche più innovative per il carattere eminentemente sperimentale e tipicamente “trasversale” che la contraddistingue.
Ennio Poleggi e i palazzi Rolli
Poleggi o “l’uomo dei Rolli”, una definizione che lo indica come l’artefice di un’operazione di grande risonanza e significato: non solo, come mostrano i dati, sul piano turistico e del ritorno di immagine, ma più in generale in termini culturali.
La mappatura culturale della città vecchia fatta da Ennio Poleggi ha portato alla conoscenza del grande pubblico dell’invenzione dei Rolli - elenchi istituiti dal governo della Repubblica delle residenze nobiliari private obbligate, a turno, al ruolo dell’ospitalità pubblica ufficiale – e ha rappresentato per i genovesi l’occasione di un’esperienza di conoscenza in presa diretta con la propria storia, con i palazzi e le case, le vie e le piazze della città, con i modi di viverla e abitarla, costruirla e trasformarla.
«Si deve a lui se oggi Genova ha un posto importante tra le città d’arte, alla sua passione per la storia medioevale e rinascimentale, che lo portò a studiare il tessuto culturale, sociale ed economico di Genova, in modo da relazionare l’architettura dei palazzi del centro storico con il passato della Superba», racconta nel suo intervento Paolo Cevini, docente di Storia dell’ Architettura.
Il suo sogno di veder riconosciuto il sistema dei palazzi dei Rolli a livello internazionale si è avverato il 13 luglio 2006 quando 42 palazzi, dei 114 che furono iscritti ai Rolli. sono stati inseriti dalla speciale commissione UNESCO fra i Patrimoni dell'umanità.
“Ennio ci lesse in facoltà la motivazione del riconoscimento – racconta con emozione Isabella Croce – e per lui fu un momento di grande soddisfazione, per noi di esultanza”
Per Poleggi i Rolli “rappresentavano una memoria collettiva che andava conosciuta da tutti, in special modo dai cittadini genovesi – spiega Croce – lui diceva che confidava nei Rolli per aiutare la nostra città a uscire dall’isolamento culturale e turistico, in modo da svecchiare la sua immagine e progettare l’attualità”.
L’insegnamento che ci lascia Ennio Poleggi è che solo la coscienza del passato può fare grande il futuro di Genova.
A lui e alla sua dedizione per la nostra città è dedicato il convegno “Poleggi per Genova. Testimonianze e ricordi”, organizzato da un gruppo di colleghi, amici ed ex studenti di Poleggi, scomparso lo scorso febbraio.
Ennio Poleggi e la storia urbana
Per Ennio Poleggi la storia urbana – disciplina nella cui definizione si impegnò a lungo – rappresentava il filo che univa l'architettura alla città, perché per Poleggi, ha ricordato Isabella Croce, “analizzare l’architettura solo dal punto di vista stilistico era come guardare le cose dal buco della serratura”.Alla formazione storiografica di Ennio Poleggi hanno contribuito in modo determinante le opere e gli studi di Federigo Alizeri e Mario Labò che hanno fatto della città il tema elettivo.
Il suo instancabile lavoro lo ha visto crescere fino a raggiungere una posizione non marginale nell’orizzonte, non solo nazionale, ma europeo e internazionale degli studiosi che da diverse angolazioni disciplinari - della storia sociale, della geografia storica, dell’archeologia postclassica e dell’architettura – hanno fatto della città un vero e proprio “laboratorio” per la sperimentazione di metodi, materiali e strumenti utili per capire da dove nascono e come possono svilupparsi le città. Nella sua opera “La città e le sue storie” del 1995, spiegava la“storia urbana” è tra le discipline storiche più innovative per il carattere eminentemente sperimentale e tipicamente “trasversale” che la contraddistingue.
Ennio Poleggi e i palazzi Rolli
Poleggi o “l’uomo dei Rolli”, una definizione che lo indica come l’artefice di un’operazione di grande risonanza e significato: non solo, come mostrano i dati, sul piano turistico e del ritorno di immagine, ma più in generale in termini culturali.
La mappatura culturale della città vecchia fatta da Ennio Poleggi ha portato alla conoscenza del grande pubblico dell’invenzione dei Rolli - elenchi istituiti dal governo della Repubblica delle residenze nobiliari private obbligate, a turno, al ruolo dell’ospitalità pubblica ufficiale – e ha rappresentato per i genovesi l’occasione di un’esperienza di conoscenza in presa diretta con la propria storia, con i palazzi e le case, le vie e le piazze della città, con i modi di viverla e abitarla, costruirla e trasformarla.
«Si deve a lui se oggi Genova ha un posto importante tra le città d’arte, alla sua passione per la storia medioevale e rinascimentale, che lo portò a studiare il tessuto culturale, sociale ed economico di Genova, in modo da relazionare l’architettura dei palazzi del centro storico con il passato della Superba», racconta nel suo intervento Paolo Cevini, docente di Storia dell’ Architettura.
Il suo sogno di veder riconosciuto il sistema dei palazzi dei Rolli a livello internazionale si è avverato il 13 luglio 2006 quando 42 palazzi, dei 114 che furono iscritti ai Rolli. sono stati inseriti dalla speciale commissione UNESCO fra i Patrimoni dell'umanità.
“Ennio ci lesse in facoltà la motivazione del riconoscimento – racconta con emozione Isabella Croce – e per lui fu un momento di grande soddisfazione, per noi di esultanza”
Per Poleggi i Rolli “rappresentavano una memoria collettiva che andava conosciuta da tutti, in special modo dai cittadini genovesi – spiega Croce – lui diceva che confidava nei Rolli per aiutare la nostra città a uscire dall’isolamento culturale e turistico, in modo da svecchiare la sua immagine e progettare l’attualità”.
L’insegnamento che ci lascia Ennio Poleggi è che solo la coscienza del passato può fare grande il futuro di Genova.