Secondo Save the Children i risultati del monitoraggio sul servizio mensa di 36 comuni italiani mettono in evidenza grandi differenze nei criteri di accesso e nelle tariffe delle mense scolastiche, con rischio di discriminazione per molti bambini. A Genova e Bari sono state risocntrate le migliori prassi, con esenzioni dal pagamento per famiglie particolarmente svantaggiate, in cui sia sopravvenuta per esempio una disoccupazione. L’assessore alla Scuola, Sport e Politiche Giovanili Pino Boero spiega le buone pratiche di Genova in un’intervista rilasciata al magazine “La vita scolastica”. (leggi l'intervista)
Su 36 comuni presi in esame, dal nord al sud Italia, rispetto ai servizi di refezione scolastica delle scuole primarie, ogni comune si regola diversamente per le tariffe, le eventuali esenzioni o riduzioni e in caso di morosità: a Genova e Bari le migliori prassi. Il monitoraggio, realizzato per il secondo anno da Save the Children, è stato condotto nell’ambito di “Illuminiamo il Futuro”, la Campagna di Save the Children contro la povertà, anche educativa.
“La mensa scolastica deve diventare un diritto di base garantito a tutti i bambini, secondo standard di qualità certificati”, spiega Raffaela Milano, Direttore dei Programmi Italia-Europa Save the Children Italia, sul sito web della onlus che dal 1919 si occupa di difendere i diritti dei bambini, “Il momento del pasto alla mensa scolastica è estremamente importante per ogni bambino e in particolare per chi vive in condizioni di povertà, perché garantisce un pasto completo almeno una volta al giorno, è una occasione di convivialità, di educazione alimentare, oltre a permettere l’apertura pomeridiana della scuola e il contrasto alla dispersione scolastica”.
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Mense scolastiche, Save the Children promuove Genova a pieni voti
23/05/2014 - 13:11
Ultimo aggiornamento: 23/05/2014