Nel 2010 le proposte di decadenza per morosità a carico dei nuclei familiari che non pagavano la pigione degli alloggi pubblici gestiti da Arte erano 260. Quest’anno, e siamo solo a giugno, se ne contano già 1088, con 251 new entry. Per arginare il fenomeno di chi non paga la pigione agli enti pubblici (i dati forniti questa mattina nel corso della commissione welfare parlano di un buco di 6.100.000 euro) si è proceduto ad una massiccia campagna di rateizzazione che ha portato alla regolarizzazione di 385 situazioni debitorie. Ma più ancora della pigione, oggi si fa fatica a stare dietro alle spese di condominio.
A questo proposito l’Amministrazione è riuscita, attraverso uno specifico progetto, a far calare del 50% i costi energetici del quartiere San Pietro di Prà, le cosiddette Lavatrici. Chi non riesce proprio a pagare l’affitto, ma vuole riuscirci, viene indirizzato dall’Amministrazione ai consulenti del Terzo Settore che (particolarmente efficace si è rivelata la consulenza del centro Antiusura) suggeriscono come rientrare dal debito. Ultimo punto, la capacità dell’Amministrazione di distinguere, nel mare magnum dei casi più disparati, chi non è oggettivamente in grado di pagare. A questo scopo il Governo ha messo a disposizione un fondo, seppure minimo, per chi, senza colpa, non riesce a far fronte all’affitto, che l’Amministrazione sta cercando di utilizzare anche nel settore dell’edilizia residenziale pubblica.
Alla commissione hanno preso parte, in qualità di esperti del settore, Paolo Gallo, degli uffici tecnici di Arte, Stefano Salvetti del sindacato inquilini Sice e Enrico Viani del Sunia. La consigliera Cristina Lodi (pd) sottolinea che l’incremento delle morosità è dovuta sia alla crisi economica sia all’impossibilità da parte delle persone di pagare. La soluzione va cercata in un nuovo fondo sociale, un sostegno all’abitare che è venuto meno per ragioni di bilancio. La mia proposta, conclude, è che sul capitolo delle politiche abitative si crei un fondo di un milione di euro, ma anche meno, per aiutare i morosi incolpevoli e chi versa momentaneamente in difficoltà.
Antonio Bruno (federazione della sinistra) dice che non si può dimenticare l’esistenza di centinaia di case sfitte, appartenenti alle grandi proprietà cittadine, con le quali ci si deve confrontare, anche politicamente. Ci si lamenta, conclude il consigliere, delle occupazioni, ma alla fine resta l’unica soluzione per trovare un alloggio. Salvatore Carotozzolo (pd) sostiene la necessità di razionalizzare, unendole, tutte le aziende che a livello regionale si occupano di casa, maggiore efficienza e controllo. E, a questo proposito, invita gli uffici a non cessare le verifiche caso per caso, perché, fatti salvi i casi di morosità incolpevole, sono in molti coloro che, pur avendone le possibilità, non pagano. La commissione welfare è presieduta dalla consigliera Cristina Lodi.
Commissione welfare: in quattro anni quasi triplicate le morosità nelle case popolari
09/06/2014 - 14:18
Ultimo aggiornamento: 09/06/2014