Tra i beni confiscati alla criminalità organizzata c’è anche un appartamento in via De Mari 37/32, in procinto di entrare, tra pochi giorni, a far parte del patrimonio del Comune di Genova. Non è la prima volta che l’Amministrazione incamera beni provenienti da attività illecite. E non sarà l’ultima.
Il Codice delle norme antimafia, infatti, stabilisce che, peri beni confiscati, tra altre destinazioni possibili vi sia la finalità istituzionale o sociale a vantaggio del territorio in cui si trova l’immobile. All’orizzonte, come ha confermato questa mattina in commissione congiunta istituzionale, bilancio e welfare l’assessore alla legalità Elena Fiorini, è in arrivo un pacchetto di un centinaio di alloggi ubicati nel Centro Storico, in maggioranza alla Maddalena, proveniente da un maxi sequestro alla mafia.
Le norme che disciplinano l’assegnazione agli enti locali dei beni confiscati, continua Fiorini, hanno un carattere fortemente simbolico, perché fanno in modo che un patrimonio a fini illeciti venga messo a disposizione della collettività. Dalla relazione dei tecnici emerge che l’appartamento è inserito in un contesto tranquillo e ordinato, di circa mq 70, composto da ingresso, cucina, dispensa, due camere da letto e bagno, dotato di riscaldamento centralizzato e che, pur essendo privo di certificazione di idoneità degli impianti elettrico e gas, gli stessi appaiono in condizioni normali. In questo caso, con una costo che, tra spese condominiali arretrate e piccole riparazioni, si aggira intorno ai 5.000 euro, il Comune di Genova potrà acquisire a titolo gratuito, come ha detto l’assessore alle politiche sociali Emanuela Fracassi, un appartamento che verrà adibito a progetti di emergenza e inclusione abitativa sociale, data la grave situazione attuale di carenza di alloggi disponibili.
Il consigliere Guido Grillo (Pdl) si limita a chiedere se vi è stata un’istruttoria approfondita, dopo l’istituzione dell’agenzia nazionale, per verificare se l’acquisizione di questi beni rappresenti un vantaggio o meno per il nostro ente. Pastorino (Sel) sottolinea che i debiti in capo ai beni confiscati dovrebbero essere pagati da coloro che hanno commesso i reati e non dalla cittadinanza. Putti (M5S) c’è una condivisione di fondo sulla delibera presentata oggi, ma chiede se è possibile avere un quadro complessivo per utilizzare in modo flessibile i ricavi dei beni sequestrati ai mafiosi. In particolar modo per il centinaio di locali nel centro storico che andremo presto ad acquisire. Padovani (Lista Doria) chiede se è possibile coinvolgere soggetti terzi nella valorizzazione degli immobili confiscati alla mafia. Almeno per far nascere una terza via tra l’assegnazione ai Comuni, che spesso non hanno le risorse per fare i lavori di ristrutturazione, e il completo abbandono, che darebbe una immagine negativa delle istituzioni.
Sono intervenuti inoltre i consiglieri De Pietro (M5S) e Pederzoli (Lista doria). Le commissioni sono presiedute dai consiglieri Vittoria Emilia Musso (Lista Musso), Alberto Pandolfo Pd) e Cristina Lodi (Pd).
Commissioni Istituzionale, Bilancio e Welfare: acquisizione di un immobile confiscato alla mafia
30/06/2014 - 16:56
Ultimo aggiornamento: 30/06/2014