Una delibera e non una variante al Piano urbanistico comunale, cioè un accordo tra enti che porti a un percorso condiviso sulla pianificazione delle aree dismesse dalla Fiera del Mare. La precisazione è del vicesindaco Stefano Bernini nel suo intervento in commissione Bilancio, Territorio e Sviluppo economico riunite congiuntamente per la terza seduta sul tema.
L'intesa tra Regione, Autorità Portuale e Comune, ha continuato Bernini, rispondendo alle sollecitazioni dei consiglieri che intendono fissare dei paletti sulla porzione di superficie da destinare ad attività commerciali e alimentari, sarà sottoposta alla valutazione del Consiglio Comunale, a cui spetta decidere le varianti al Puc, cioè le destinazioni d'uso di quelle aree.
Su questa base la commissione ha deciso all'unanimità di spostare, molto probabilmente a martedì prossimo 8 luglio, la discussione della delibera di indirizzo, per consentire a tutti i gruppi consiliari di presentare emendamenti e ordini del giorno.
Condizione di fondo è che l'Amministrazione, contrariamente al '92 quando l'intervento nell'area del Porto Antico fu interamente pubblico, deve trovare un imprenditore, o un cordata di imprenditori, disposti a investire e scommettere su un nuovo fonte a mare in sinergia con la Fiera di Genova. Qualcuno che, al di là del disegno urbanistico, creda nel valore di quell'area, in cui deve essere libero, all'interno di un tetto massimo fissato dal pubblico, di inserire attività commerciali e alimentari.
I limiti massimi sui quali dovrà basarsi l’offerta di acquisizione delle aree sono 15 mila metri quadrati per le attività commerciali, di cui massimo 2500 per il settore alimentare. L’abbassamento di queste quote, come ha più volte avuto modo di sottolineare il vicesindaco Bernini, rappresenta il famoso quid che potrebbe essere la discriminante decisiva per la scelta dell’offerta d’acquisto vincente.
Continua la discussione sulle aree non più utilizzate dalla Fiera di Genova
01/07/2014 - 06:16
Ultimo aggiornamento: 01/07/2014