Il piano inverno per aiutare i senza fissa dimora

16/02/2015 - 16:02

La commissione consiliare VII -Welfare presieduta da Cristina Lodi si è riunita lunedì 16 febbraio su richiesta del prof. Paolo Cremonesi, primario del Pronto Soccorso dell’ospedale Galliera. Insieme ai consiglieri e all’assessore alle Politiche Sociali Emanuela Fracassi si è fatto il punto sugli interventi a sostegno dei senza fissa dimora, con particolare riguardo a questi mesi invernali.

Anche se il grande freddo quest’anno non è ancora arrivato, le temperature basse degli ultimi giorni e il vento freddo hanno spinto parecchi senza tetto a cercare rifugio presso gli ospedali cittadini, occupando le sale d’aspetto dei pronto soccorso, già affollate di pazienti in attesa di essere visitati. E creando, così, ulteriori disagi.

Il prof. Cremonesi ha portato testimonianza dell’ospedale dove opera, il Galliera, sottolineando come i 32 posti di prima accoglienza offerti dal Comune, che diventano 113 durante l’inverno,  siano assolutamente insufficienti.

Inoltre, i posti disponibili per le donne sono solo 20 nelle varie strutture – non solo comunali – e non in tutte possono essere accolti extracomunitari.

Ma non ci sono solo i posti letto gestiti dal Comune: da quest’anno, infatti, gli interventi sono erogati in base al patto si sussidiarietà - ha detto l’assessore Fracassi – un progetto che mette in rete il pubblico e le associazioni di volontariato, superando la logica di tipo competitivo dell’offerta al miglior prezzo, per passare a una tipo solidaristico: le associazioni devono co-finanziare, al 30 per cento, i progetti messi in essere.Tale finanziamento può essere fornito a vario titolo: utilizzo delle strutture, offerta di servizi, volontariato.

Il capofila di tale rete è la Fondazione Auxilium, gli atri soggetti sono:  l’associazione S.Marcellino,  l’associazione Massoero 2000, la Veneranda Compagnia della Misericordia, Afet, Ceis e Croce Rossa. La governance è affidata al Comune di Genova e vengono gestiti servizi di accoglienza residenziale, distribuzione pasti, centri di ascolto, centri diurni ricreativi, interventi per donne ex detenute, difesa contro la violenza di genere.

Tra quelli offerti dal volontariato e quelli a diretta gestione comunale, il totale dei posti in città sono 289. Troppo pochi, se si pensa che una stima approssimativa dei senza tetto  oscilla tra le 500 e le 1000 persone.

L’assessore ha fatto presente le difficoltà di bilancio che non permettono di porre in essere tutte quelle azioni che sarebbero necessarie. Sono stati mantenuti i 42 milioni di euro di stanziamento per il sociale, la stessa cifra dal 2000. Ma se i soldi sono rimasti gli stessi, le povertà, in seguito all’attuale pesante crisi economica, sono aumentate.

I consiglieri intervenuti - Guido Grillo (Pdl), Claudio Villa (Pd), Stefano Anzalone (Gruppo Misto),  Lucio Valerio Padovani (lista Doria), Lilli Lauro (Pdl), Enrico Musso (Lista Musso), Leonardo Chessa (Sel), Cristina Lodi (Pd) e Giampaolo Pastorino (Sel) hanno chiesto, e ottenuto, di riaggiornare la commissione per permettere agli uffici di presentare una relazione dettagliata su come vengono spesi  i 42 milioni di euro stanziati a bilancio per gli interventi sociali. Riguardo alla mancanza di fondi, la dismissione di alcune aziende partecipate farebbe affluire nuove risorse nelle casse comunali: da tutti è stato auspicato che il percorso per l’individuazione di quali dismettere inizi quanto prima.

I consiglieri hanno ascoltato anche la testimonianza di Alberto Mortara dell’Associazione Auxilium e di Angelo Gualco dell'Associazione Massoero 2000 che hanno posto l’accento sull’importanza di procedere a un censimento, quanto più preciso possibile, degli utenti dei centri di accoglienza e di superare la logica dell’intervento emergenziale perché, come ha detto Mortara « il freddo uccide d’inverno, ma la povertà tutto l’anno».

Il loro parere è che bisogna creare dei percorsi di reinserimento nella società civile per aiutare queste persone prima che entrino in un totale isolamento, prima dell’annichilmento che porta a non chiedere neanche più aiuto. Per fare questo occorrrono personale, competenze e risorse economiche. L'emergenza sociale è un problema da affrontare in sede di predisposzione di bilancio - dice la consigliera Lodi - è la politica che deve dare delle risposte ai bisogni delle persone.

La commissione si è conclusa per riaggiornarsi nel più breve tempo possibile.

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Ultimo aggiornamento: 16/02/2015
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