Il re del plagio è un testo di Jan Fabre, uno dei drammaturghi più importanti del nostro presente, eccezionalmente affidato ad altri interpreti - Paola Corti e le danzatrici Miriam Cinieri e Ilaria Quaglia - per la regia di Valeriano Gialli. Protagonista del monologo è un angelo, puro spirito che desidera farsi uomo e sceglie di essere attore.
Il testo diventa manifesto di un’idea di arte come insidia e bellezza, mezzo incantatore e materia urticante allo stesso tempo. Il re del plagio è un monologo-poema meraviglioso, in cui ogni frase è una sorpresa, un’ironia, una verità semplice e inaspettata che riguarda la nostra condizione, un divertimento affascinante e insidioso.
È intensamente e diversamente un sogno sacro e profano. Implicitamente parla di un tempo nuovo, in cui l’uomo e l’arte sono chiamati a chiudere col recente passato e a recuperare la bellezza: di quella dimensione estetica ed estatica, diretta emanazione della spiritualità, presente in ogni essere umano in grado di stabilire una connessione con la componente divina.
Sarà così che, parola dopo parola, l’incedere monologante diventa manifesto di un’idea di vita interiore e di teatro strettamente collegata alla ricerca e di un’idea di arte al tempo stesso fattore magico come elemento destabilizzante
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Martedì 4 agosto ore 21,15, al festival in una notte d’estate in piazza San Matteo: "Il re del plagio"
04/08/2015 - 11:22
Ultimo aggiornamento: 04/08/2015